Vero e proprio diamante delle nostre tavole, il Tartufo è di certo un prodotto della terra tra i più pregiati che ci siano.
A questo prezioso frutto si sono sempre attribuite qualità particolari, tra le quali l’essere un prodotto spiccatamente afrodisiaco e dono degli dei, tanto che il poeta Giovenale sosteneva che il “Tuber Terrae” fosse nato da un fulmine scagliato da Giove in prossimità di una quercia.
Frutto dell’amore o meno il Tartufo nasconde dietro la sua immagine di tubero, un vero e proprio mondo della cultura gastronomica nazionale ed ogni anno, in concomitanza dell’arrivo dell’autunno, fioccano in tutto il territorio nazionale feste e sagre a lui dedicate.
Ovviamente anche l’Emilia-Romagna è una terra ricca di questi preziosi frutti, tanto che se ne possono trovare pressoché in ogni zona, sia essa di territorio montuoso o pianeggiante.
Ma andiamo con ordine
Il Tartufo - Cose da sapere
Il Tartufo è un fungo ipogeo, ovvero un frutto sotterraneo a forma di tubero, ed è composto da una parte chiamata perdio, la corteccia esterna, ed una parte detta gleba, che è la massa carnosa interna.
E’ costituito in gran parte di acqua, fibre e sali minerali, tutti elementi importanti per il suo aroma che gli vengono forniti dall’albero con cui vive in simbiosi.
Diversi alberi, diversi tartufi quindi.
Se dovessimo elencare i più comuni dovremmo citare sicuramente Rovere, Pioppo, Salice, Tiglio, Leccio, Nocciolo; ma le varietà sono davvero molte ed ognuna dona al nostro tubero sotterraneo proprietà organiche uniche.
Se quindi dovessimo cercare dei tartufi, dovremmo cercarli tra le radici di una di queste varietà di albero, ma attenzione: la raccolta dei tartufi è strettamente regolata in Emilia Romagna, sia nei periodi sia attraverso speciali tesserini che vengono rilasciati singolarmente.
Ma torniamo agli alberi.
Proprio per il rapporto simbiotico che lo lega alla natura circostante, il Tartufo è un frutto che non sopravvive ai diserbanti o quant’altro alteri l’ambiente in cui cresce. Se quindi ne trovate uno, cosa alquanto difficile data la sua tendenza a nascondersi sotto terra, vuol dire che vi trovate in un ambiente sano o almeno non inquinato.
Se poi siete anche tra i privilegiati che sono entrati in possesso di un tartufo, o ne avete acquistato uno, sappiate che il massimo è consumarlo fresco o il più presto possibile. Qualora voleste invece conservarlo ci sono dei piccoli accorgimenti che potrete adottare: avvolgerlo in un tovagliolo di carta e tenerlo in frigo in un barattolo di vetro, cambiando spesso il tovagliolo (ma non esagerate con la conservazione, potreste veder rovinato un vero e proprio patrimonio).
Il Tartufo - Dove trovarlo in Emilia Romagna
Come dicevamo l’Emilia Romagna è un territorio in cui il Tartufo cresce in quasi tutte le province, dai monti dell’Appennino alle regioni delizie, ed è abbastanza facile imbattersi in borghi e paesi in cui l’arte di questo frutto è arrivata ai suoi massimi livelli.
Se quindi vi trovate in una delle zone elencate qui sotto, vi consigliamo almeno una sosta gastronomica per apprezzare questo fantastico tubero, magari accompagnandolo con un buon piatto di specialità locali.
Nella provincia di Piacenza si raccoglie il Tartufo Bianco Pregiato, l’Uncinato, lo Scorzone (varietà estiva), principalmente nelle zone montuose che fanno riferimento ai comuni di Bobbio, Pecorara, Coli, Piozzano, Corte Brugnatella e Travo.
Nella provincia di Parma si raccoglie quello che denominato commercialmente “Tartufo Nero di Fragno”. I centri più importanti per questo tipo di tartufi sono quelli dell’ Alta Val Baganza, pin particolare nei comuni di Langhirano e Calestano. Sempre sull’Appennino parmense vi sono poi alcune zone rinomate per il Tartufo Bianco, in particolare le località di Berceto e Borgo Val di Taro, mentre in pianura la località più famosa è Sissa.
Le colline dell’Appennino reggiano sono invece rinomate per la presenza del Tartufo Bianco Pregiato, i cui centri più importanti sono Scandiano, Viano, Toano, Castelnovo ne’ Monti, Quattro Castellae Canossa. Dell’ottimo Tartufo Bianco si trova anche nei pioppeti di pianura e lungo fiumi, canali e corsi d’acqua, qui è la località di Guastalla a farla da padrona.
Se ci spostiamo nella provincia di Modena, i centri più rinomati per il Tartufo Bianco sono quelli montani di Serramazzoni, Pievepelago e Zocca, mentre nei dintorni di Sassuolo si raccoglie anche il Tartufo Nero Pregiato.
I Tartufi, sia bianchi che neri, sono rinomati anche sulle colline e sull’Appennino Bolognese e sono presenti in quasi tutto il territorio provinciale. Si va dal rinomato tartufo di Savigno località del comune di Valsamoggia a Castiglione dei Pepoli, passando per Porretta, Loiano, Marzabotto, Sasso Marconi, Zena, Livergnano, Calderara di Reno, Galliera, Imola, Dozza ed altre località lungo il fiume Santerno, il Sellustro ed il Sillaro.
In provincia di Ferrara il Tartufo Bianco Pregiato e lo Scorzone sono presenti nelle zone boschive nei pressi dei comuni di di S.Agostino e di Mesola, mentre a Ravenna le zone più interessanti per la raccolta del Tartufo sono comprese nei comuni di Fusignano, Lugo, Castelbolognese, Faenza, Riolo Terme, Casola Valsenio, Cotignola, Bagnacavallo, Solarolo, Brisighella.
Nella Provincia di Forlì-Cesena il prezioso frutto si può trovare dai comuni al confine toscano come Dovadola e Portico di Romagna, ai comuni collinari come Castrocaro Terme, passando per i borghi del Casentino come Santa Sofia, Galeata, Civitella, Cusercoli, Meldola. Buonissimi tartufi si trovano anche lungo la valle del Bidente, ed in particolare nelle località di Bagno di Romagna, S. Piero in Bagno e Sarsina (lungo il fiume Savio).
Nella Provincia di Rimini le zone più importanti sono quelle che confinano della Valmarecchia e tutte quelle che confine con il territorio marchigiano, ma se proprio volete un consiglio non perdete la zona di Sant’Agata Feltria.
Infine è possibile trovare il Tartufo bianchetto anche nelle pinete lungo il litorale Adriatico, e quindi nella zona che parte da Cervia e va verso la regione delizia.
Il Tartufo - Quando mangiarlo
Come ogni buon italiano sa fin troppo bene, la migliore cucina è quella della casa (o della mamma, a seconda dei casi), ma se siete in giro per l’Emilia Romagna e volete assaggiare il Tartufo nelle mille varianti che il nostro territorio esprime, vi consigliamo una visita alle tante Sagre e Feste che tra ottobre e novembre si svolgono in Regione.
Ecco una piccola lista, provincia per provincia, delle più importanti manifestazioni gastronomiche in cui poter assaggiare il Tartufo dell’Emilia Romagna:
– Tartufesta
Dove: Comuni vari dell’Appennino Bolognese
Quando: Ottobre – Novembre
– Fiera del Tartufo Nero di Fragno
Dove: Calestano (PR)
Quando: Ottobre – Novembre
– Sua Maestà il Tartufo
Dove: Brisighella, Ravenna
Quando: Novembre
– Fiera del Tartufo Bianco di Sant’Agata Feltria
Dove: Sant’Agata Feltria, Rimini
Quando: Ottobre
– Fossa Tartufo e Venere
Dove: Mondaino, Rimini
Quando: Novembre
– Tartoflà Savigno
Dove: Savigno – Valsamoggia, Bologna
Quando: Novembre
Autore
Walter Manni
Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web
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emidio boghi
OK, complimenti.
Volevo solo segnalarti che in Provincia di Parma una zona molto ricca di tartufi e che per questo richiama -purtroppo- migliaia di cavatori dalle province limitrofe è la Val Ceno.
Noi come CSPLFM (Centro Studi per la Flora Mediterranea) è da almeno 14 anni che tentiamo di valorizzarlo nonostante l’inerzia delle Amministrazioni in quanto “l’uncinato” di quella zona non è inferiore ai più rinomati e reclamizzati, anzi.
Bedonia (ora ogni anno fanno la festa del tartufo a fine ottobre), Bardi, Bore, Pellegrino P.se sono meta di cavatori piacentini e lombardi in numero troppo massiccio e senza controllo alcuno.
A Bardi già da molti anni troviamo il bianco pregiato (T.magnatum).
Tutto questo per completezza dell’informazione e senza critica alcuna per il tuo bell’articolo.