Sapevate che un tempo si usava dire “roba de Piasensa” per descrivere la prelibatezza di certi piatti, specialmente formaggi e salumi? Se avete intenzione di visitare la città di Piacenza o alcuni dei suoi borghi (come Bobbio, Brugnello, Castell’Arquato e Vigoleno), vi consigliamo di preparare anche il vostro stomaco ad un gustoso tour enogastronomico.
Questa cucina di qualità, che vanta ben 3 salumi e 2 formaggi DOP assieme a 17 vini DOC, deve la sua varietà e ricchezza alla posizione di confine, che amalgama la cultura gastronomica Emiliana a quelle di Lombardia, Liguria e Piemonte. Tra i numerosi ingredienti, la tradizione prevede anche l’utilizzo di carni equine (cavallo ed asino), visto che il territorio è sempre stato un importante avamposto militare.
Antipasto
Salumi e formaggi piacentini
Unica provincia in Europa ad avere ben 3 salumi a marchio DOP, se vi trovate in zona è d’obbligo iniziare il pasto con un appetitoso tagliere di salame, coppa e pancetta locali, assieme ai 2 formaggi DOP Provolone Valpadana e Grana Padano. Per gustarli al meglio consigliamo di accompagnare il tutto con la tipica e antichissima burtleina o con i chissulein, sostituti del pane che danno il meglio di sé se mangiati ben caldi.
Primi piatti
Pisaréi e Fasö
Un saporito primo piatto di origine contadina realizzato con ingredienti poveri. Il nome suona un po’ misterioso, ma si tratta di gnocchetti e fagioli borlotti conditi con passata di pomodoro e lardo (o pancetta piacentina). Secondo alcuni la parola pisarei deriverebbe dallo spagnolo pisar, cioè pestare-schiacciare, visto che gli gnocchetti vanno schiacciati sotto alle dita per dar loro la tradizionale forma.
Tortelli con la coda
Nati nelle cucine del castello di Vigolzone, per la nobile tavola di Bernardo Anguissola in onore dell’illustre ospite Francesco Petrarca, sono dei fagottini di pasta ripiena che, a differenza dei tortelli più noti, hanno appunto la coda.
Anolini
Sono il vero piatto della festa e la tradizione vuole che durante la vigilia di Natale tutte le generazioni della famiglia si riuniscano per la loro preparazione; differiscono da quelli di Parma con due varianti: una con lo stracotto nella farcia, ed una senza, tipica della Val d’Arda.
Maccheroni bobbiesi
Origini medievali per questa pasta forata con un ferro da calza oppure con un grosso ago, tradizionalmente condita con sugo di stracotto, da gustarsi in caso visitiate Bobbio e la media Val Trebbia.
Bomba di riso alla piacentina
Tipico del paese di Bobbio, un tempo era il piatto tradizionale preparato per la Madonna d’agosto, periodo in cui le carni sono più morbide. Si tratta di un pasticcio di riso e carne di piccione di cui pare andasse molto ghiotta Elisabetta Farnese, regina di Spagna.
Polenta e cavallo
La pìcula ‘d caval è un ragù di carne trita di cavallo, dal gusto robusto, che si accompagna con la polenta. Un piatto di origine povera che tutt’oggi delizia il palato di chi è alla ricerca dei sapori genuini di una volta.
Secondi piatti
Stracotto alla piacentina
Piatto simbolo della cucina piacentina, la ricetta tradizionale lo vuole di carne di cavallo, anche se spesso molti la sostituiscono con quella di manzo. La diffusione di questo piatto ancora oggi è dovuta al fatto che, se tritato, viene utilizzato come ripieno degli anolini.
Lumache
Ricetta antica e tipica dell’Appennino piacentino, dove le lumache abbondano tra boschi e vigneti. Sono tipiche della Vigilia di Natale come piatto di magro e richiedono una preparazione piuttosto facile: vanno lessate e quindi insaporite con vino bianco, chiodi di garofano, salsa di pomodoro e brodo.
Dolci e liquori
Latte in piedi
Dolce semplice con ingredienti che una volta erano facilmente reperibili in campagna, è una versione delicata del crème caramel.
Busslanein
Due versioni da gustare, duri o friabili, per questi biscotti tipici piacentini dall’inconfondibile aroma.
Turtlitt
Tortelli dolci cotti nel forno a legna o fritti, venivano realizzati all’inizio di gennaio per recuperare alcuni avanzi del Natale come castagne o mostarda (utilizzati come ripieno). Erano tipici dei festeggiamenti per Sant’Antonio (17 gennaio), per Carnevale e per San Giuseppe (19 marzo).
Bargnolino
Ottimo digestivo a base di bacche di prugnolo, che deve riposare almeno tre anni prima della consumazione.
Autore

Celestina Paglia
Sangue siculo – abruzzese, nata e cresciuta a Firenze, emiliano romagnola di adozione. Montanara inside da sempre, da poco ha scoperto la sua passione anche per il mare…
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