Si narra che videro la luce a metà del 1300, 1351 per l’esattezza, quando al Castello di Vigolzone, Bernardo Anguissola, il feudatario dei Visconti ebbe l’onore di ospitare l’illustre amico letterato Francesco Petrarca.
Le cuoche del castello, stimolate dalla nota presenza, si inventarono un nuova pasta, creando questi fagottini di pasta ripiena che, a differenza dei tortelli più noti, hanno appunto la coda.
Da allora questo è il primo piatto più tipico da assaggiare quando si visita il piacentino, quello che mette tutti d’accordo evitando i più consueti campanilismi e che racchiude il senso di appartenenza a questo territorio di passaggio al confine con 3 regioni.
Il poeta piacentino Valente Faustini gli ha addirittura dedicato una poesia , I Turtei, nel 1913 in cui lo celebra dicendo che è degno anche delle tavole dei Re
“Al turtel (quand al capitta) l’è cme al libar ad la vitta”…“in sla tàvla anca dal re”