L’Emilia-Romagna, conosciuta in tutto il mondo come la Food Valley d’Italia, è una terra che racconta la sua storia anche attraverso i suoi sapori.
Tra Bologna e Modena, due città simbolo della gastronomia italiana, esiste un itinerario unico per chi vuole scoprire il patrimonio enogastronomico locale in modo autentico e coinvolgente: i Musei del Gusto.
Questi luoghi non sono semplici esposizioni, ma veri e propri percorsi immersivi che svelano i segreti di prodotti iconici, come l’Aceto Balsamico Tradizionale, e di prodotti meno conosciuti, ma non meno importanti e tradizionali per il territorio.
Un’esperienza che unisce tradizione, cultura e passione, ideale per chi desidera esplorare l’Emilia attraverso il palato.
Bologna
Museo del Castagno
Il Museo del Castagno di Castel del Rio sorge sulle colline imolesi e racconta uno dei più conosciuti prodotti delle montagne dell’Emilia-Romagna, il Marrone IGP (da non confondere con le più comuni castagne, dalle quali si differenziano per un gusto più dolce e profumato, che esalta gli aromi del bosco).
Il Museo è organizzato per portare a conoscenza di tutti le caratteristiche naturali dell’albero di Castagno, il suo ambiente di crescita e i suoi valori economici e culturali.
Il percorso espositivo parte quindi dalla descrizione e dalle caratteristiche dell’ambiente in cui si sviluppa l’albero di castagno, per passare poi all’evoluzione storica del suo incontro con l’uomo.
Secondo una leggenda, infatti, il castagno sarebbe un albero importato la cui diffusione in Emilia-Romagna si deve all’opera di Matilde di Canossa durante il Medioevo, pertanto la sua presenza è dovuta principalmente all’azione dell’uomo.
Una splendida occasione per visitare il museo, conoscere l’ospitalità del paese e degustare questo prelibato frutto sono le domeniche di ottobre, periodo durante il quale si svolge la Sagra del Marrone di Castel del Rio con il tradizionale mercato e tanti stand gastronomici che propongono specialità a base di marroni.
Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna
Tra i più completi e forniti Musei del Gusto a Bologna, l’Enoteca Ragionale dell’Emilia-Romagna sorge nei sotterranei della suggestiva Rocca Sforzesca del borgo dipinto di Dozza come luogo consacrato a rappresentare e promuovere una delle produzioni più caratteristiche della nostra Regione: il vino.
È qui infatti ospitata la più completa mostra permanente di vini emiliano-romagnoli, comprendente circa 800 etichette di vini prodotti da più di 200 produttori associati.
La mostra si sviluppa negli antichi locali della Rocca, in quelli che un tempo erano i sotterranei del castello e, per i più esigenti, è possibile effettuare la visita anche accompagnati da un sommelier.
Tutte le domeniche all’interno dell’enoteca viene aperto un wine bar, dove vengono organizzati banchi di assaggio sulle diverse tipologie di vino, sempre accompagnati da abbinamenti con i buonissimi prodotti locali.
Ottime occasioni per visitare l’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna sono la Festa del vino che si tiene ogni anno nel mese di maggio nel centro del borgo di Dozza e a settembre, con cadenza biennale, la Biennale del Muro Dipinto, durante la quale per tre giorni pittori da tutto il mondo si incontrano e realizzano opere d’arte sui muri del borgo.
Museo della Patata
Il Museo della Patata, inaugurato nel 2008 nel territorio di Budrio, è una collezione di macchine e utensili che va da inizio 1900 fino ad arrivare agli anni ’70.
Pur essendo una specie che è nata e si è diffusa nel mondo a partire dall’America, la patata ha trovato proprio qui in Italia e in Emilia Romagna una situazione climatica ideale.
Avversata per oltre un secolo come un frutto del diavolo, a causa del suo crescere sotto terra, la patata iniziò a essere studiata dai botanici proprio nell’Università di Bologna, divenendo un alimento fondamentale solamente nel 1700 con il passaggio degli eserciti napoleonici.
L’esposizione del Museo della Patata di Budrio è divisa in tre distinte sezioni: una dedicata alle macchine pianta patate e scava patate, una agli attrezzi utilizzati per la raccolta ed una agli irrigatori, così importanti per questa coltura.
Si tratta di macchine realizzate da “agricoltori-meccanici” o artigiani locali che, proprio come per i grandi marchi automobilistici locali, hanno sfruttato l’ingegno e l’esperienza di chi si trovava ogni giorno ad affrontare i problemi, producendo migliorie, pezzi e utensili unici.
Inoltre la presenza del Consorzio Patata di Bologna DOP, composto da oltre settanta aziende produttrici unite a cooperative agricole e imprese commerciali dedicate, testimonia l’importanza economica di questa solanacea americana nel comprensorio bolognese.
Museo del Gelato Carpigiani

Il Museo del Gelato Carpigiani di Anzola dell’Emilia è uno dei pochi musei (forse l’unico) dedicato a uno dei prodotti più conosciuti e amati nel mondo: il gelato artigianale. I suoi spazi sono allestiti all’interno degli spazi dell’ex stabilimento Carpigiani, storica azienda emiliana specializzata nella produzione di macchine per gelati.
Il percorso espositivo ripercorre la storia del gelato dall’antichità fino ai giorni nostri e si sviluppa su tre livelli di lettura: l’evoluzione del gelato nel tempo, la storia della tecnologia produttiva, i luoghi e i modi del consumo del gelato.
Vi si trovano aneddoti sull’uso del ghiaccio nell’antica Mesopotamia, sulle preparazioni del Medioevo, sulle ricette rinascimentali fino ad arrivare alle moderne macchine industriali.
Un excursus di golosità lungo tre millenni che accompagna tutta l’evoluzione dell’uomo e in cui ripercorrere la storia del gusto, delle mode e della gastronomia gelatiera. Cibo per la mente, ma anche e soprattutto storie e curiosità da gustare con tutti i sensi disponili questa prelibatezza tutta italiana.
Modena
Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena ha radici profonde e un legame unico con un particolare lembo d’Emilia fin dai tempi degli estensi, ed oggi è una continua conferma dell’amore degli emiliani per il loro territorio e le tradizioni.
Il Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto racconta la storia, la cultura e i segreti di una delle eccellenze più identitarie dell’Emilia Romagna, attraverso un suggestivo tour all’interno di una botte di legno.
La visita inizia dalla sala a forma di grande botte, proseguendo con la sala della cottura, nella bottega del bottaio e la sala dei vetri.
La visita permette così di conoscere e approfondire il legame intimo e tradizionale di questo prodotto con il territorio modenese.
Museo della Salumeria
Il MUSA – Museo della Salumeria, ingloba in sé lo spirito innovativo, tipico emiliano, e il saldo legame con la storia e il territorio da cui traggono origine.
Questo spazio, voluto da una delle più antiche industrie di salumeria d’Italia, si trova a Castelnuovo Rangone, nel modenese, uno dei distretti produttivi del maiale più importanti d’Italia.
Un allestimento moderno racconta l’intero processo produttivo, dalla sapienza del taglio delle carni, all’uso delle spezie, della tecnica del caldo e del freddo, la legatura fino ad arrivare alla stagionatura per condurre il visitatore alla scoperta dei segreti della norcineria.
Una perfetta sintesi capace di soddisfare la curiosità dei visitatori e dei sempre più frequenti turisti appassionati di buon cibo.
Abbinato al museo troviamo una bottega dove, oltre a differenti tipologie di salumi, si possono trovare coltelli per affettarli e un punto ristoro dove degustare i salumi in abbinamento ad altri prodotti enogastronomici emiliani.
Museo del Borlengo
A Zocca, immersi nella natura dell’Appennino modenese, si può imparare l’arte del borlengo, cibo povero che fa parte della cultura e della tradizione della valle del Panaro conosciuto fin dalla preistoria.
Questo cibo è caratterizzato dalla semplicità degli ingredienti – farina, acqua e sale- e la complessità dell’esecuzione.
In mostra nel museo laboratorio, attrezzi e testimonianze per la preparazione dei borlenghi, comprese le padelle necessarie per la cottura. Per assaggiarlo o cimentarsi nella sua preparazione, accanto alla sala espositiva è allestita una sala per la cottura del borlengo, in cui si organizzano lezioni di cucina.
Dalla visita di questi musei esce l’immagine di un patrimonio eno-gastronomico capillarmente diffuso nel territorio, che rispecchia e testimonia la straordinaria ricchezza culinaria dell’Emilia-Romagna.
Come sempre vale l’indicazione, visto che si tratta di strutture talvolta gestiste da privati o da associazioni di volontariato, di fare una telefonata prima della visita.
La rubrica Musei del Gusto è realizzata basandosi sull’elenco dei Musei riconosciuti dall’Assessorato agricoltura, caccia e pesca della regione Emilia-Romagna.
Autore
Walter Manni
Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web
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