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12 collezioni d’arte nascoste in Emilia-Romagna

di /// Febbraio 21, 2024
Tempo stimato di lettura: 5 minuti

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Sono custodite in luoghi suggestivi e di grande bellezza – come castelli, architetture avanguardiste, palazzi antichi e monumenti di archeologia industriale restituiti a nuova vita – e sono la parte migliore del collezionismo emiliano-romagnolo.

Le collezioni di opere d’arte, private ma aperte al pubblico, sparse sul territorio della regione sono molteplici e tutte meritevoli di una visita. Le opere esposte raccontano prevalentemente il Novecento, ma ci sono anche opere antiche e contemporanee.

Collezione Mazzolini | Monastero di San Colombano, Bobbio (PC)

Bobbio (PC), Museo Collezione Mazzolini
Bobbio (PC), Museo Collezione Mazzolini | Credit: scopripiacenza.it

I monumentali ambienti del Monastero di San Colombano a Bobbio ospitano dal 2015 il Museo Collezione Mazzolini.

Qui si possono ammirare 27 sculture e 872 dipinti dei maggiori autori italiani da De Chirico a Carrà, per allargarsi al post cubismo di Massimo Campigli e spingersi fino a Fontana e Manzoni, passando per l’arte organica e nucleare e dall’informale segnico di Capogrossi.

MIM | Castello di San Pietro in Cerro (PC)

All’interno del castello di San Pietro in Cerro risalente al XIII secolo, si trova il MIM – Museum in Motion.

Lo spazio museale, appositamente restaurato, si sviluppa lungo tutto il percorso tra le due torri, nell’antico camminamento di ronda e nel granaio, ed espone l’interessante collezione di Franco Spaggiari.

Sono oltre milleseicento le opere di autori contemporanei, come Bonalumi, Crippa, Dova e Plessi: una collezione in continuo movimento, dal dopoguerra a oggi, con una panoramica che va dalla scena internazionale fino a quella piacentina.

CSAC | Abbazia di Valserena (PR)

Parma, CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione
Parma, CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione | Credit: Parma Welcome

A pochi km da Parma, nell’Abbazia di Valserena, imponente complesso del 1300 conosciuto anche come “Certosa di Paradigna”, ha sede il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC), fondato nel 1968 dall’Università di Parma.

Nelle sue cinque sezioni tematiche – dedicate ad Arte, Fotografia, Media, Progetto, Spettacolo – sono conservati circa 12 milioni di pezzi.

Nella sezione Arte si racconta, attraverso oltre 1.700 dipinti, 300 sculture e 17.000 disegni (nonché una consistente bibliografia e documentazione) il panorama dell’arte italiana del Secondo dopoguerra, dal realismo di Renato Guttuso all’astrazione di Carla Accardi, dall’informale di Arnaldo Pomodoro all’arte povera di Mario Ceroli, passando per l’approccio concettuale di Alighiero Boetti.

Museo Cervi | Gattatico (RE)

A Gattatico, in provincia di Reggio Emilia, il Museo Cervi conserva non solo i cimeli della partigiana famiglia Cervi, ma anche un’interessante raccolta d’arte che testimonia l’impegno civile di tanti artisti nella lotta antifascista.

Si tratta di tre nuclei comprensivi di più di duecento opere di pittura, scultura e grafica che vanno dal II dopoguerra all’attualità e vertono sui temi della Resistenza e della lotta sociale.

Una collezione frutto di decennali donazioni da parte di artisti locali e nazionali che comprende lavori, tra gli altri, di Renato Guttuso, Renzo Grazzini e Ernesto Treccani.

Archivio Leonardi | Modena

A Modena si trova l’Archivio dell’architetto Cesare Leonardi, fondato nel 2010 con l’obiettivo di conservare, divulgare e approfondire gli studi e i progetti dell’architetto.

L’archivio risiede nella casa-studio di Leonardi, già in sé stessa un luogo da vedere per la originalità dei dettagli architettonici, primo villaggio artigiano in Italia.

Tra fitti scaffali in legno giallo realizzati artigianalmente seguendo un rigoroso criterio modulare, qui sono conservati disegni di architettura, composizioni fotografiche, plastici in legno, sculture, oggetti di arredo e prototipi di ogni genere, che affollano lo spazio e convivono con oggetti legati alla vita familiare e alle proprie origini, espressione di un rapporto inscindibile tra vita e progetto.

Si può visitare in occasione di giornate specifiche di apertura o su prenotazione tramite il sito.

Raccolta Lercaro | Bologna

A Bologna meno nota di altre ma ugualmente preziosa è la Raccolta Lercaro, un’incredibile collezione permanente che oggi comprende opere di Giacomo Manzù, Arturo Martini, Francesco Messina, Mimmo Paladino, Vittorio Tavernari, Giovanni Boldini, Georges Rouault, Ettore Spalletti e molti altri.

Tra le opere di pittura e grafica, lavori di Giacomo Balla, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Antonio Mancini, Giorgio Morandi, Adolfo Wildt dialogano con alcune pregevoli opere antiche, tra cui un tondo in gesso raffigurante una Madonna del Latte (fine XV-XVI secolo) e tre arazzi di manifattura fiamminga (fine XVI-inizio XVII secolo). L’ingresso è gratuito.

Fondazione Cirulli | San Lazzaro di Savena (BO)

San Lazzero di Savena (BO), Fondazione Cirulli
San Lazzero di Savena (BO), Fondazione Cirulli | Credit: Fondazione Cirulli

A San Lazzaro di Savena (BO), aperta su appuntamento, c’è la Fondazione Cirulli. Sono oltre 200.000 i pezzi dell’Archivio dedicato alla cultura dell’arte italiana del XX secolo costituito a partire dal 1984 dalla coppia di collezionisti bolognesi Massimo e Sonia Cirulli.

Opere di pittura e scultura, grafica pubblicitaria, fotografia, collage e fotocollage, disegni, libri e riviste, nonché oggetti di design, che raccontano la storia del Novecento italiano attraverso dieci temi: architettura, industria, moda e design, costume e società, propaganda, velocità e volo, cultura, sport e tempo libero.

Sono presenti in collezione Giacomo Balla, Osvaldo Licini, Fortunato Depero, Mario Sironi, Lucio Fontana, Giò Ponti, Bruno Munari per citarne solo alcuni.

Ma anche solo la sede merita una visita: l’edificio industriale di circa 2.000 mq fu progettato da Achille e Piergiacomo Castiglioni per Dino Gavina, imprenditore, designer ed editore bolognese, ispirandosi agli edifici agricoli con fienile che ancora oggi popolano le campagne circostanti.

Casa Museo Remo Brindisi | Lido di Spina (FE)

Comacchio, Lido di Spina (FE), Casa Museo Remo Brindisi
Comacchio, Lido di Spina (FE), Casa Museo Remo Brindisi

A Lido di Spina, nel ferrarese, si trova la Casa Museo Remo Brindisi, realizzata tra il 1971 e il 1973 su progetto di Nanda Vigo.

La moderna struttura immersa nel verde della pineta litoranea documenta molte delle principali correnti artistiche del Novecento a livello internazionale, con un particolare accento sulla Milano degli anni ’50-’70.

Oltre a opere integrate all’architettura, tra cui innanzitutto il graffito di Lucio Fontana, nella collezione del museo figurano, tra i maestri del primo Novecento, da Medardo Rosso a Giacomo Balla e Arturo Martini e molti altri.

Il secondo Novecento è rappresentato da esponenti quali Fontana, Crippa, Dova, Tancredi, Baj fino a Manzoni accanto ad Arman, Cèsar, Rotella, Hains, Schifano, Warhol. E ancora: Bruno Munari, Achille Castiglioni, Pio Manzù, Vico Magistretti, Giò Colombo, etc.

Museo Carlo Zauli | Faenza (RA)

Faenza (RA), Museo Carlo Zauli
Faenza (RA), Museo Carlo Zauli

Dal 2002 a Faenza il Museo Carlo Zauli diffonde l’arte contemporanea attraverso la materia della ceramica.

Zauli, ceramista di fama internazionale, aveva qui il suo studio e il museo oggi raccoglie la collezione dedicata allo scultore.

All’interno il percorso espositivo è diviso in sezioni che evidenziano l’attitudine dell’artista faentino alla sperimentazione e ad una continua rilettura del proprio linguaggio espressivo: dallo Zauli più essenzialmente “ceramista” dei primi anni Cinquanta, con le opere oggettuali di gusto arcaico e primitivista, alle ultime ricerche scultoree dei tardi anni Ottanta.

Accanto le opere dei tanti artisti che hanno realizzato opere all’interno dei laboratori del museo.

Collezione Verzocchi | Palazzo Romagnoli, Forlì

Un’importante testimonianza dell’arte italiana della metà del Novecento è rappresentata dalla Collezione Verzocchi a Forlì, custodita negli spazi di Palazzo Romagnoli.

Giuseppe Verzocchi era un imprenditore mecenate che tra il 1949 e il 1950, chiese a oltre settanta pittori italiani contemporanei un’opera di dimensioni prefissate (70/100) sul tema del lavoro e un autoritratto, al prezzo di 100.000 lire per quadro, insieme ad una promessa di esposizione pubblica.

Inoltre una lettera con la spiegazione del soggetto scelto e l’inserimento di un mattoncino con la sigla “V & D”, marchio dell’impresa del Verzocchi, che aveva già dato origine al catalogo artistico “Veni VD Vici”.

Nomi del calibro di Depero, Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Felice Casorati, Carlo Carrà, Emilio Vedova, Filippo De Pisis, tra gli altri, contribuirono alla creazione di questa straordinaria collezione, oggi di proprietà del Comune di Forlì ed esposta al pubblico.

Fondazione Tito Balestra | Castello Malatestiano di Longiano (FC)

Bertinoro (Fc), Fondazione Tito Balestra
Bertinoro (Fc), Fondazione Tito Balestra | Credit: Fai – Fondo Ambiente Italiano

La Fondazione Tito Balestra è situata nei locali del Castello Malatestiano di Longiano, sui colli di Cesena. La collezione originale del poeta comprende oltre duemila opere di artisti italiani e stranieri, a cui si aggiungono circa novecento pezzi donati successivamente da amici e famigliari.

In mostra alcuni tra i più grandi artisti del ‘900 italiano (da Mafai a Rosai, da De Pisis a Sironi, passando per Guttuso, Morandi, Vespignani, Zancanaro) e del panorama internazionale (Chagall, Goya, Kokoschka, Matisse, Twombly fra gli altri).

Particolarmente ingente è anche il numero di opere di Mino Maccari, intimo amico del poeta (ne fu il testimone di nozze) e importante figura della pittura italiana del secondo Novecento. I suoi 1903 pezzi, fra olii e grafica, testimoniano l’attività dell’artista toscano dal 1920 al 1976, costituendone quasi un museo autonomo.

Galleria Buonadrata | Rimini

A Rimini, la Galleria Buonadrata è un suggestivo percorso espositivo allestito in Palazzo Buonadrata, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, che propone al pubblico oltre 75 opere finora non valorizzate, di proprietà della Fondazione.

Fra esse autentici gioielli, come le opere di Marco Palmezzano da Forlì e Barnardino Zaganelli da Cotignola, quanto a dire il meglio del Cinquecento romagnolo e due quadri di Cagnacci. Si arriva fino ai giorni nostri, con opere novecentesche di Elio Morri e quelle contemporanee di Eron.

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