Che Natale sarebbe senza un colorato albero ad illuminare le piazze dell’Emilia-Romagna?
Oggi vi racconteremo la storia di questa tradizione, accompagnata dal racconto fotografico degli alberi di Natale presenti nelle Città d’Arte lungo la via Emilia, da Piacenza fino a Rimini, per immergervi nella calda atmosfera del Natale #inEmiliaRomagna.
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Quella dell’albero celebrativo è una tradizione antichissima, che getta le sue basi trasversalmente su diverse culture, quando ancora venivano chiamati Alberi del Paradiso o Alberi Cosmici e venivano ornati di simboli planetari come stelle e pianeti.
Celti e Vichinghi li utilizzavano per festeggiare il solstizio d’inverno, un periodo dell’anno freddo e buio, come augurio per un presto ritorno del sole ad irradiare la terra, rendendola fertile, grazie all’ausilio dei poteri magici dell’abete rosso.
Anche gli antichi Romani addobbavano le proprie abitazioni con rami di pino nel periodo delle Calende di Gennaio, o Saturnalia nel nome dell’omonimo Dio pagano.
Anche nel Cristianesimo la tradizione dell’albero di Natale ha trovato ben presto piede, sebbene in un primo momento venne proibito a favore dell’agrifoglio, pungente come la corona di Cristo e ornato di rosse bacche simboleggianti le gocce di sangue.
È proprio l’albero però a rappresentare la ricrescita, la vita e in un certo senso anche il Cristo e la chiesa cristiana, come linfa vitale e simbolo del paradiso terrestre.
Nella modernità la nascita di questa usanza viene attribuita all’Estonia, precisamente a Tallinn, quando nel 1441 venne eretto un grande albero proprio nella piazza del municipio. Tradizione ripresa poco dopo dalla Germania, dove il 24 dicembre le città venivano decorate con alberi addobbati da frutti, simbolo della rigogliosità del paradiso, poco dopo sostituiti dai pini perché considerati “magici” dalla popolazione.
Anche in Svizzera troviamo tracce di questa usanza risalenti già al 1200.
L’albero di Natale come concepito nella modernità risale però ai primi dell’800, quando dalla zona più a nord del Reno si diffuse in tutto il resto d’Europa: proprio Germania e Svizzera hanno saputo diffondere questo prodotto, introducendolo nelle ricche abitazioni nobiliari francesi e inglesi, per poi arrivare anche a quelle dei meno abbienti.
Autore

Arturo Castellini
Curioso esploratore romagnolo, trascorre la sua settimana a pianificare la prossima gita nell’entroterra italiano, alla ricerca della più sincera tradizione
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