La cucina tradizionale ferrarese, sappiamo, non è decisamente light e quindi mettete già in conto di alzarvi da tavola con qualche chiletto in più!
Partiamo con un antipasto “leggero” costituito dalla “Zia ferrarese“, un salame già presente nei ricettari del maestro Cristoforo da Messisbugo. Il suo impasto, interamente a base di carne suina, viene aromatizzato con sale, pepe ed aglio fresco, lasciato precedentemente macerare nel vino bianco. E proprio l’aggiunta di questo profumato ingrediente, da sempre coltivato con successo nelle campagne ferraresi, a legare in modo chiaro ed inconfondibile la paternità dell’insaccato al nostro territorio.
Come primo piatto non c’è spazio per la discussione: vengono serviti i cappelletti in brodo, o se vogliamo dirlo alla ferrarese caplit, che si distinguono dai più comuni tortellini sia per la forma sia per la sostanza. Per quanto i cappelletti si mangino ormai tutto l’anno, rimangono comunque il piatto natalizio per eccellenza in quanto è tradizione preparare in famiglia nei giorni precedenti la festa, il “batù”, ossia il gustoso ripieno di vari tipi di carne, sulla base di antiche ricette tramandate di generazione in generazione.
La portata successiva vede l’ingresso di sua maestà la salama da sugo, prodotto IGP dal sapore forte e suadente; per chi non la conoscesse si tratta di un impasto di carne suina macinata ed aromatizzata con vino rosso, sale, pepe nero, noce moscata, cannella e chiodi di garofano e altri ingredienti che, però, nessun artigiano è disposto a rivelare! Stagionata per circa un anno e cotta da quattro a sei a ore in acqua bollente, viene servita su una delicata purea di patate, che va a contrastarne e riequilibrarne il sapore.
Siete già sazi? Non potete certo evitare il dolce! Qui si può spaziare dal Pampepato IGP alla tenerina, entrambi a base di cioccolato, fino alla torta di tagliatelle. Ma sulle tavole imbandite del 25 dicembre difficilmente mancherà la zuppa inglese. Pare sia stata inventata a corte quando un diplomatico ferrarese, appena rientrato da una missione a Londra, chiese che gli fosse servito il “trifle”, un tipico dolce inglese del tempo preparato con una ciambella dolce lievitata e accompagnata da una crema e del vino. I cuochi di corte, nel preparare il dolce, non potendo reperire tutti gli ingredienti originali per il dolce, sostituirono quelli tipicamente inglesi con delle preparazioni locali, come il Pan di Spagna e la crema pasticcera, e lo arricchirono con il liquore Alchermes per dare il colore rosso al dessert; probabilmente l’introduzione del cioccolato tra gli ingredienti avvenne in un secondo momento. Una vera e propria “bomba calorica” che, però, saprà deliziare il vostro palato.
Non resta, quindi, che reperire le ricette più tradizionali delle “zdore” ferraresi e mettersi all’opera per le preparazioni!