Arte e CulturaArte e Cultura

Fortezze di Romagna: 10 Castelli Malatestiani da non perdere

di /// Agosto 31, 2021
Tempo stimato di lettura: 4 minuti

SHARE

SHARE

Che nel passato le casate italiane si contendessero i territori e li difendessero erigendo castelli, cinta murarie e fortificazioni, è cosa nota. Tra Medioevo e Rinascimento non solo le varie casate, ma le stesse regioni si palleggiavano i territori, conquistandoli e facendoseli conquistare vicendevolmente per decine e decine di anni.

Il territorio dell’entroterra romagnolo non fa eccezione: vedeva insediamenti fortificati sparsi a breve distanza e la maggior parte delle costruzioni le dobbiamo a un’importante casata: i Malatesta. Sebbene sia tutt’ora difficile ricostruire con esattezza tutta la rete difensiva malatestiana, di sicuro la posizione di tutti i castelli era una scelta mirata, che permetteva allora di scrutare e controllare un territorio, ed oggi, di godere di panorami mozzafiato.

Sapevate che solo nel riminese, distanti solo poche decine di minuti in macchina dalla costa, potete trovare scenografici castelli? Eccone dieci da non perdere!

Rocca del Sasso di Verucchio

Detta “Rocca del Sasso” per la sua posizione sullo sperone roccioso che domina la valle fino al mare Adriatico, Verucchio è un possedimento malatestiano dal XII secolo, le cui tracce più antiche sono visibili nei sotterranei.
Qui nacque Malatesta da Verucchio detto il “Centenario”, che Dante cita nell’Inferno della sua Commedia come Mastin Vecchio. Fu condottiero e conquistatore di terre e città, poi apprezzato governatore di Rimini, dove a partire dal 1295 la Signoria svilupperà il suo potere, pur mantenendo Verucchio quale presidio strategico e baluardo contro la signoria avversa dei Montefeltro.
Anche per questo la Rocca fu ampliata nel 1449 dal più importante dei rappresentanti dei Malatesta, Sigismondo Pandolfo.

Romagna, Rimini Borgo e Castello di Verucchio, emilia romagna borghi

Borgo e Castello di Verucchio

Castello di Montegridolfo

Montegridolfo è un borgo medievale che durante i secoli ha vissuto un difficile destino di contesa, a causa della sua posizione strategica al confine tra Romagna e Marche. Il Castello si erge su quella linea che allora delimitava i possedimenti delle casate dei Malatesta di Rimini e dei Montefeltro, signori della vicina Urbino.
Il nome sembra trarre origine dall’antica famiglia riminese dei Gridolfi, parteggianti per i Malatesta. Proprio dello stesso periodo è anche l’inizio delle lotte tra le due casate all’interno della valle del Conca che costarono a Montegridolfo tre secoli di saccheggi ed alterni domini.
Nel 1336 il borgo fu addirittura totalmente distrutto da Nolfo, conte di Urbino. La ricostruzione ad opera del patriarca dei Malatesta, Galeotto, risale all’anno successivo. La quiete giunse solo nel XVI secolo da quando la famiglia Malatestiana regnò come sovrana assoluta.

Castello di Albereto a Montescudo

Le origini di Montescudo sono antichissime. Ai tempi dell’Imperatore Augusto serviva come stazione militare adibita al cambio di cavalli per i corrieri che da Rimini andavano a Roma. Nel 1233 i Montescudesi giurarono fedeltà al Comune di Rimini, sottraendosi all’obbedienza dei Signori di Urbino. Dal 1239 al 1499 il Castello fu continuamente conteso con sanguinose battaglie tra i Malatesta e i Montefeltro. Il castello venne infatti rafforzato da Sigismondo Malatesta proprio in questi anni.
Spiccano la cinta muraria realizzata secondo i canoni della tipica “scarpata malatestiana”, le tre forti torri circolari, la torre campanaria e la terrazza belvedere, da cui si gode il panorama di tutta la costa riminese.
Oggi, grazie ai recenti restauri, il castello è una delle perle architettoniche della Signoria.

Castello di Montebello

Il Castello di Montebello è uno degli edifici storici più interessanti di tutto il territorio della Signoria Malatestiana. A contribuire alla sua unicità di certo la leggenda che l’avvolge. La storia narra della giovanissima figlia di Ugolinuccio Malatesta, Guendalina, che scomparve misteriosamente all’età di otto anni, mentre giocava all’interno del castello.
Risate di bambine, 12 rintocchi di campane, il battere veloce di un cuoricino, e altri fenomeni si possono udire nel giorno di solstizio di quegli anni che finiscono con lo 0 o il 5.
Per le visite diurne, notturne e tutti i dettagli relativi alle registrazioni che continuano ad attirare migliaia di turisti, leggi qui!

Castelli Malatestiani, Castello di Montebello Ph. Lamberto Zannotti

Castello_di Montebello Ph. Lamberto Zannotti

Castello di Montecolombo

Nel corso delle tante battaglie tra Malatesta e Montefeltro, Guelfi e Ghibellini, Malatesta e Stato pontificio, nel castello di Montecolombo fu imprigionato, nel 1209, Malatestino Dallocchio. Non sempre la fortificazione del castello è stata sede di una guarnigione militare permanente. Ciò si verificava quando la vicina Montescudo sfuggiva al controllo dei Malatesta.
A causa della scarsa solidità della selce fluviale, utilizzata per la realizzazione delle mura, il castello è stato oggetto di numerosi interventi di restauro nel corso degli ultimi 300 anni.

Castello di Meleto, Saludecio

Il Castello di Meleto a Saludecio è un piccolo castello dominante le valli del Tavollo e del Foglia, un vero balcone sull’Adriatico.
Affascinante anche il borgo fortificato, nell’omonima frazione, distante alcuni chilometri dal centro, circondato da tratti delle antiche mura con ampio cortile interno.

Castel Sismondo a Rimini

Del Castello, fatto costruire nel Quattrocento da Sigismondo Malatesta nel 1437, è superstite il solo nucleo centrale. Il castello fu concepito come palazzo e fortezza insieme, come degna sede per la corte e per la guarnigione, segno di potere e di supremazia della città di Rimini. La costruzione conserva un notevole fascino, con le sue grosse torri quadrate e le poderose muraglie a scarpa, il cui effetto originario, quando si innalzavano dal profondo fossato, doveva essere formidabile.
In questo suo amatissimo castello, Sigismondo morì il 9 ottobre del 1468.

Rocca Malatestiana, Montefiore Conca

Sebbene costruita precedentemente, nel 1337 Malatesta Guastafamiglia trasformò la Rocca di Montefiore Conca in una macchina militare capace di essere al contempo anche una residenza. Ospitò il Re d’Ungheria, i Papi Gregorio XII e Giulio II, l’Imperatore di Boemia Sigismondo e innumerevoli nobili e signori del tempo.
L’intera struttura è stata recentemente restaurata e la sua mole si offre in tutta la sua bellezza e imponenza, donando al visitatore la possibilità di godere dell’atmosfera del tempo, nonché di osservare le stratificazioni storico-architettoniche che l’hanno caratterizzata. Tra queste la visione del tetto originale, che si può ammirare salendo nella parte più alta, da cui si gode un vista unica sull’Adriatico e sulle colline.

Montefiore Conca dall'alto | Foto © Tony Pecoraro, via Wikipedia

Montefiore Conca dall’alto | Foto © Tony Pecoraro, via Wikipedia

Rocca Malatestiana di Santarcangelo di Romagna

Si tratta di una fortezza con residenza, ancor oggi appartenente alla nobile famiglia Colonna. Nel 1447, durante la Signoria di Sigismondo Pandolfo Malatesta, la rocca assunse l’aspetto che ancora oggi mantiene. Venne notevolmente ridotta l’altezza del mastio (costruito nel 1386) e vennero realizzati tre spessi torrioni poligonali, posti agli angoli dell’edificio principale. In tal modo, la difesa della Rocca di Santarcengelo fu una delle prime fortezze a sperimentare tecniche costruttive che servivano per resistere all’attacco delle nuove armi da fuoco.

Castello di San Leo

Le origini si perdono già all’epoca delle guerre tra Goti e Bizantini (VI secolo). Fu costantemente oggetto di contesa, fino a quando venne definitivamente conquistata da Federico da Montefeltro nel 1441.
Il possente apparato difensivo di San Leo, ideato da Francesco di Giorgio Martini, sembra essere un prolungamento del masso che lo sostiene. Con lo Stato Pontificio divenne aspro carcere nelle cui celle finì i propri giorni il Conte di Cagliostro. Anche dopo l’Unità d’Italia, la fortezza continuò ad assolvere la sua funzione di carcere, fino al 1906.
Al suo interno sono visibili mostre di armi, armature, le celle dei famosi reclusi e le oscure fortificazioni.

Romagna, Rimini, San Leo Fortezza di San Leo | Ph. @elisa_orlando93

Fortezza di San Leo | Ph. @elisa_orlando93

Autore

Potrebbe interessarti

Questo articolo ha un commento

  • Riminihotels

    L’entroterra Riminese custodisce delle vere meraviglie che meritano di essere visitate. Arte, storia, cultura e tradizioni si mescolano ai profumi e ai sapori della cucina locale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *