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Sarsina, un borgo in Emilia-Romagna nato nel nome dei Romani

di /// Gennaio 28, 2022
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Panorama su Sarsina
Panorama su Sarsina | Foto © Giampaolo Bernabini

Nato sotto il segno dei romani. Inizia così la storia del borgo di SARSINA, un piccolo centro tenacemente arroccato sulle alture dell’Appennino tosco-romagnolo lungo i fianchi di una collina che sovrasta l’alta valle del fiume Savio.

Ci troviamo a circa 35 km a sud dalla città di Cesena, in un’area caratterizzata da una forte presenza naturale, suggestivi angoli di benessere e contraddistinta da foreste secolari e sentieri CAI che, in lungo e largo, attraversano il suo territorio.

Sono in molti che proprio per tali caratteristiche decidono durante l’anno di trascorrere le vacanze in queste zone. Ricercano quel contatto con la natura un po’ andato perduto, rassicuranti momenti di relax e valide attività all’aria aperta ben mixate a un’offerta culturale di tutto rispetto.

Fondata dai romani su un precedente insediamento umbro, Sarsina è famosa per aver dato i natali al grande commediografo Tito Maccio Plauto (254 a.C.), in onore del quale ogni estate viene organizzato il Plautus Festival.

Ma Sarsina è anche, e soprattutto, meta di numerosi fedeli che confluiscono qui da tutte le parti d’Italia a causa della leggenda del collare di San Vicinio, conservato all’interno della cattedrale cittadina.

Proprio alla luce di questi elementi e dei numerosi attrazioni che il borgo propone, recentemente è stato insignito del prestigioso titolo di Bandiera Arancione da parte del Touring Club italiano.

UN MINUTO DI STORIA

Fondata da popolazione umbre intorno al IV secolo a.C., Sarsina divenne ben presto una delle città alleate a sostegno dell’avanzata coloniale romana verso la Pianura Padana (266 a.C.). Proprio a quel periodo risale la nascita e l’attività del grande poeta Plauto.

Attorno al I sec. a.C. assunse il ruolo di municipio romano, mantenendo pressoché inalterato tale status fino agli inizi del Medioevo, per via dell’importante ruolo svolto nei contatti commerciali tra il porto di Ravenna e quello di Roma.

Scelta come sede vescovile, a partire dal III/inizio IV secolo con la nomina di Vinicio, divenuto poi santo e protettore della città, il potere istituito lasciò lentamente sempre più spazio alla chiesa.

Tra alterne vicende, lotte di potere e passaggi di mano (prima Esarcato, poi Ordelaffi, dei Malatesta e dei Veneziani), la città riuscì a mantenere saldo il ruolo di sede vescovile, almeno fino ad anni recenti (1986), quando fu unita alla diocesi di Cesena.

COSA VEDERE A SARSINA

Senza alcun dubbio Sarsina è uno dei borghi più ricchi di arte, cultura e religiosità della Romagna. Aggirandosi a piedi per il suo centro storico tante sono le cose da vedere e da scoprire.

Museo Archeologico di Sarsina
Museo Archeologico di Sarsina | Foto © romagnatoscanaturismo.it

Si parte dal Mausoleo di Obulacco, monumento funebre di età romana (I secolo a.C) posto proprio all’entrata del borgo. Si prosegue con la fantomatica Casa di Plauto, i resti dell’antico Foro Romano per poi affacciarsi alle collezioni del Museo Archeologico Nazionale.

La vita del piccolo centro ruota tutta attorno a Piazza Plauto, dove a calar della sera la comunità si raccoglie tra osterie e botteghe.

La concattedrale di San Vicinio (Sarsina)
La concattedrale di San Vicinio (Sarsina) | Foto © borgopetra.com

Proprio su questa, un tempo centro dell’abitato romano, si prospetta l’antica concattedrale di San Vicinio, nata forse in età bizantina ma che oggi si mostra in quelle che sono le sue forme romaniche (XI secolo).

All’interno dell’edificio di culto sono custodite le spoglie mortali del vescovo Vinicio, ma soprattutto il suo famigerato collare in ferro, che un tempo usava legarsi al collo per pregare Dio e scacciare il maligno.

Grazie a questa reliquia, ogni anno la chiesa è meta di tantissimi fedeli che sopraggiungono per prendere parte al rito di benedizione e farsi appoggiare l’oggetto al collo per scacciare la malasorte. Per alcuni un atto di purificazione, per altri semplicemente un atto di superstizione.

Accanto alla basilica, degno di visita è anche il Palazzo Arcivescovile che ospita tra i suoi spazi il suo museo con alcune opere di pregio.

NEI DINTORNI

Ma le bellezze di Sarsina non si limitano al solo centro storico ma punteggiano qua e là il territorio con diverse emergenze interessanti.

C’è il Castello di Casalecchio, detto anche il palazzo delle cento finestre, dotato di un ampio cortile, un pozzo e una cappella dedicata a San Nicola.

Il piccolo borgo di Calbano posto sulla sommità del colle che domina Sarsina. La minuscola località di Ranchio arroccata su un massiccio di pietra arenaria, sviluppato attorno alla Pieve di San Bartolomeo e all’abbazia di Sant’Ambrogio. Senza poi dimenticare i resti dell’abbazia di San Salvatore in Summano.

Abbazia di San Salvatore in Summano (Sarsina)
Abbazia di San Salvatore in Summano (Sarsina) | Foto © romagnatoscanaturismo.it

Grazie ad alcune eccellenze ambientali quali il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e il Monte Fumaiolo, nel quale si trovano le sorgenti del Tevere, il territorio circostante Sarsina offre anche interessanti percorsi nella natura.

Tralasciando il Cammino di San Vicinio, a poca distanza dal centro storico trova la riserva del Parco delle Marmitte dei Giganti. C’è poi il Lago di Quarto nato nel XIX secolo a seguito di una frana e oggi meta per tantissimi volatili che vengono qui a nidificare.

Infine, l’area di Montalto e Careste che costituisce una delle zone di maggiore interesse naturalistico dell’Appennino Cesenate.

EVENTI

Ogni estate, dal 1956, attorno a quella che è l’Arena Plautina va in scena il Plautus Festival uno dei festival di prosa più importanti d’Italia con spettacoli di vario genere che richiamano alla memoria il commediografo romano.

A questo evento si aggiungono manifestazioni minori ma non per questo meno interessanti, soprattutto dal punto di vista enogastronomico.

Impossibile lasciarsi sfuggire la Sagra della Pagnotta Pasquale, che si svolge durante le due domeniche che precedono la Pasqua e celebra questo “dolce”, ma anche degustazione di altri prodotti come la salsiccia matta e i rustici “guscioni”.

Altro appuntamento importante è la Festa Romana, in calendario ogni secondo sabato di luglio; la grande Festa di San Vicinio alla fine di agosto e la Sagra della Castagna solitamente in programma la seconda domenica di ottobre.

IL CAMMINO DI SAN VICINIO

Con quattordici tappe e otto tra deviazioni e collegamenti, il Cammino di San Vicinio attraversa per oltre 300 km tutta la valle del Savio toccando i luoghi più cari al Santo. Tra questi ovviamente Sarsina.

ENOGASTRONOMIA

Pagnotta Pasquale (Sarsina)
Pagnotta Pasquale (Sarsina) | Foto © Michele Crociani

La cucina di Sarsina è una cucina tipicamente romagnola. Nelle numerose osterie e ristoranti che contraddistinguono le viuzze del centro storico, si possono gustare alcuni piatti tipici tipici come come la piadina, i “gusun” (guscioni), ovvero piadine farcite con patate, zucca, bietola, spinaci o altre erbette di campo, ripassate in padella con aglio e olio, passatelli in brodo, la “salsiccia matta” o il bustrengo.

Da non dimenticare la tradizionale pagnotta pasquale, che è il dolce principe della cucina tradizionale romagnola, in particolare del comune di Sarsina.

COME RAGGIUNGERE SARSINA

Collocata a circa 30km a sud di Cesena, Sarsina è facilmente raggiungibile in macchina percorrendo la SS 3bis/E45 in direzione di Roma, fino all’uscita corrispondente.
In bus a partire dalla stazione ferroviaria di Cesena è necessario salire a bordo della linea 138 Cesena-Balze.

Autore

Davide Marino

Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi

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