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La Pieve di Montesorbo a Mercato Saraceno

di /// Settembre 13, 2023
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Ai piedi del Monte di San Vicinio, tra le valli dei fiumi Savio e Borello, sorge la piccola Pieve di Santa Maria Annunziata di Monte Sorbo, uno degli edifici ecclesiastici più caratteristici del territorio romagnolo.

Posta lungo il percorso del Cammino di San Vicinio, l’edificio riveste un importante ruolo dal punto di vista storico, comprendo un arco cronologico che dall’epoca antica ci porta fino a oggi. Ma facciamo un passo alla volta…

La pieve si trova poco a monte del centro di Mercato Saraceno, sulla strada per la frazione di Ciola, già sede in passato di un castello.

Si presenta come una struttura isolata, realizzata in pietra e mattoni, sulla cima di un poggio e raggiungibile con una strada che arriva direttamente in facciata.

L’interesse per l’edificio, iniziato agli inizi del Novecento con gli studi di Giuseppe Gerola e poi susseguitosi in varie fasi nel tempo, ha portato recentemente al suo pieno recupero.

Ciò ha permesso di restituire all’intera comunità locale un patrimonio architettonico e storico-artistico importantissimo, che ha le sue origini probabilmente a partire dal VI secolo.

Pieve di Montesorbo (Mercato Saraceno, FC)
Mercato Saraceno (FC), Pieve di Montesorbo | Credit: mercatosaracenoturismo.it

Alle origini della pieve

La storia della Pieve di Montesorbo è molto articolata e, per certi aspetti, a oggi non è ancora del tutto chiara.

A dispetto della sua documentazione scritta, ad aprire finestre sulla sua lunga evoluzione sono proprio le pietre che compongono la struttura e il suo arredo architettonico interno.

Al pari, ad esempio, della Pieve di San Pietro in Sylvis a Bagnacavallo, altro esempio massimo di architettura ecclesiale di campagna, la Pieve di Montesorbo rappresenta un monumento-palinsesto all’interno del quale è possibile vedere e toccare con mano ciò che le diverse epoche storiche ci hanno lasciato.

Pieve di Montesorbo (Mercato Saraceno, FC)
Mercato Saraceno (FC), Pieve di Montesorbo | Credit: mercatosaracenoturismo.it

La struttura architettonica

Innanzitutto la struttura. L’odierna pianta cruciforme, comune a molti edifici, rende subito evidente la sua irregolarità.

Come ricostruiscono gli studi, deriva non da un progetto organico, ma dal susseguirsi di impianti diversi, modificati e rinnovati nel tempo: dapprima una chiesa ad aula unica di piccole dimensioni, a seguire una ad aula basilicale a tre navate, e infine l’attuale con aula centrale e transetto trasversale.

Già soltanto visitando l’esterno si ha la consapevolezza della complessità cronologica della chiesa.

Sulle sue murature si notano numerosi elementi architettonici antichi e medievali reimpiegati, come nel caso dell’abside circolare dove una serie di sculture in cotto ci rimandano a una fase romanica, datata tra l’XI e il XII secolo d.C.

Pieve di Montesorbo (Mercato Saraceno, FC)
Mercato Saraceno (FC), Pieve di Montesorbo | Credit: emiliaromagnawelcome.it

LA decorazione interna

Appena entrati al suo interno, grazie anche al sapiente restauro compiuto negli anni 2000, l’attenzione del visitatore è subito attirata dalla centralità dello splendido ciborio quattrocentesco posto nella zona presbiteriale.

Lo studio e il restauro ne hanno individuato la datazione alla metà del XV secolo, grazie in particolare all’iscrizione riscoperta in uno dei sottarchi.

Il lavoro compiuto è soprattutto servito a restituire all’oggetto, realizzato in parte con elementi di reimpiego, piena leggibilità e maggiore valorizzazione, grazie anche al parziale recupero delle decorazioni dipinte rinascimentali e moderne.

Ai lati, la presenza di altri elementi ci parlano di un tempo più antico. Le colonne e i capitelli della chiesa sono tutti elementi architettonici di età romana e tardoantica, probabilmente trasferiti da edifici della vicina Sarsina: la raffinatezza dei marmi pregiati utilizzati, provenienti da diversi luoghi del Mediterraneo, riconducono a edifici di sicuro prestigio.

A lato della navata principale si possono ammirare i frammenti ricomposti delle arcate di un ciborio figurato altomedievale risalente all’VIII-IX secolo d.C., mentre nei vani del transetto è presente un piccolo lapidario con numerosi elementi architettonici databili dall’età tardoantica a quella pienamente medievale e moderna.

Ci sono frammenti di capitelli, plutei, architravi e lastre con decorazioni animali e vegetali o dal significato prettamente religioso, fra cui spiccano alcune lastre iscritte, come la lastra decorata con croce gemmata ed epigrafe e quella del vescovo Florentius.

Una sintesi storica e materiale perfetta per quella che – a nostro avviso – è forse una delle più suggestive pievi dell’Emilia-Romagna, posta in un’area paesaggisticamente di assoluto valore naturale.


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Autore

Davide Marino

Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi

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