Terre e Signorie di confine quelle di Romagna, sempre in bilico tra l’adesione al Papato e le lusinghe dei regnanti europei. Città di ricchi mercanti e di commerci, incapaci, come affermava Machiavelli, di far emergere una egemonia territoriale per troppa forza nel combattersi fra loro e troppa debolezza per prevalere sugli altri.
La potente famiglia dei Malatesta, lo Stato della Chiesa, così come i Conti Guidi nella Romagna Toscana, hanno ben rappresentato l’evoluzione delle strutture difensive nello scacchiere strategico del Nord Italia Rinascimentale, lasciando segni tangibili del loro dominio attraverso castelli, torri e fortezze che ancora oggi svettano sulle colline della Romagna.
Questo territorio conserva ancora oggi una grandissima eredità storico-culturale, oltre ad un ricco patrimonio naturalistico. Qui infatti sorgono le foreste primordiali del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi che devono il loro straordinario stato di conservazione proprio alle vicende storiche di queste terre; sempre qui si trovano le Riserve naturali di Scardavilla e le Grotte di Onferno, dichiarate patrimonio Unesco.
I castelli che segnaliamo in questo articolo fanno parte di una rete di manieri che ancora oggi rappresenta una linea di fortificazioni situata lungo tutto l’arco delle colline romagnole. Andiamo dunque a scoprirli.
Castello di Modigliana
Il Castello di Modigliana, anche detto Rocca dei Conti Guidi, sorge sulle colline sopra la città di Faenza, alla confluenza tra i torrenti Acerreta, Tramazzo e Ibola. Fondato con ogni probabilità intorno al X secolo, fu abitato in principio dalla contessa di origine franco-germanica Enghelarda che andò in sposa al conte toscano Tegrimo, dando cosi origine alla dinastia dei Conti Guidi. Questi ultimi eressero proprio qui a Modigliana la loro prima sede, tanto che la Rocca rimase attiva ed abitata fino al 1377, quando il territorio passò sotto la Signoria di Firenze.
Castello di Dovadola
Le prime tracce dell’insediamento fortilizio di Dovadola risalgono all’epoca romana, anche se il centro storico cresce e si sviluppa a partire dal Castello dei Conti Guidi, risalente all’inizio del XIII secolo. La Rocca propriamente detta sorge su uno sperone montuoso elevata sul fiume Montone e conserva ancora un imponente mastio di circa 30 metri.
La particolarità di questo castello è dovuta alla presenza di una murata difensiva sulla parte nord della collina, opera che fu realizzata durante il dominio fiorentino su Dovadola e su questa parte di Romagna. La rocca infatti appartenne fino alla fine XIV alla famiglia locale dei Conti Guidi, i quali si distinsero per essere tra i più forti sostenitori della fazione Guelfa e per l’amicizia col poeta Dante Alighieri.
Castello di Castrocaro
Nel cuore della Romagna forlivese si erge la rupe su cui da oltre un millennio vigila la Fortezza di Castrocaro. Questo singolare affioramento di roccia carsica, detto localmente Sasso Spungone, è ciò che resta di una antichissima scogliera sottomarina di età pliocenica (10 milioni di anni fa), formata da calcarei arenacei organogeni, ricchissimi di resti fossili marini di notevole interesse geologico.
Grazie alla sua posizione elevata e di difficile accesso, quindi facilmente difendibile, la rupe ebbe valore strategico sin dalla preistoria, offrendo, nelle diverse grotte ancora visibili, un sicuro rifugio ai suoi abitatori.
Nell’alto medioevo la rupe su cui si erge la fortezza segnava il confine che divideva il regno Longobardo dai domini bizantini. È in questo periodo che probabilmente vennero poste le prime pietre della torre che ancora oggi domina il paese. Dal periodo longobardo la storia di Castrocaro si articola in tre periodi fondamentali: il dominio feudale di nomina imperiale, il dominio pontificio (XII sec.) e il periodo fiorentino (XIII sec.).
Oggi celebre per le sue acque termali, questa località visse anni di grande prestigio politico e militare nel corso dei secoli passati. Un passato che ancora oggi viene ricordato durante le spettacolari rievocazioni storiche.
Città Fortezza di Terra del Sole
Terra del Sole è un città fortezza che il Granduca di Toscana, Cosimo de Medici, fece costruire nel 1564 come capoluogo amministrativo, giudiziario e militare dei possedimenti toscani in Emilia Romagna.
Sotto l’aspetto della “città ideale” vagheggiata dal pensiero rinascimentale, ha rappresentato il potere fiorentino e la severa amministrazione della giustizia negli stati di antico regime. Da un punto di vista architettonico invece, la città fu progettata e costruita dai migliori architetti e ingegneri del tempo.
Tutto l’impianto architettonico di Terra del Sole fu costruito per rispondere pienamente alle nuove esigenze militari emerse con l’introduzione delle nuove armi da fuoco: per questo furono ritenute superate le antiche fortezze preesistenti, come quella di Castrocaro e di Montepoggiolo. La progettazione di Terra del Sole rappresenta non solo un avanzato modello di architettura militare, ma anche un raro modello di impianto urbanistico “a misura d’uomo”, valido per i nostri tempi, sia per la disposizione simmetrica e prospettica, sia per il sapiente rapporto tra spazi e volumi.
Castello di Sorrivoli
Il toponimo Sorrivoli anticamente faceva riferimento ai numerosi rivoli che circondavano il colle, ma il castello è citato anche come Sorbetulum, in possesso degli Arcivescovi di Ravenna fin dal X secolo. L’abitato di Sorrivoli, che durante i secoli passati era il castello più popoloso della zona di Romagna, conserva ancora le caratteristiche di un borgo medioevale fortificato, dominato dalla rocca che è stata donata alla Diocesi di Cesena nel dopoguerra.
Il Castello di Sorrivoli fu proprietà degli arcivescovi di Ravenna, poi dei Malatesta, dello Stato della Chiesa, e dei Roverella di Cesena nel XV secolo. Successivamente il castello passò agli Allocatelli Fabbri e poi, dopo i bombardamenti del 1944, alla prebenda parrocchiale. Oggi è ospita una comunità di recupero e un ristorante.
Castello di Longiano
Nella fertile collina di Longiano sorge il Castello Malatestiano, insignito del titolo di “villaggio ideale” nel 1992 dalla Comunità Europea. Castello della Chiesa riminese, nel 1059 passò sotto il potere dei Malatesta per poi tornare nuovamente sotto il loro dominio nel 1295.
Disgregato il potere malatestiano il castello passò alla Santa Sede, che nel 1519 lo diede in feudo al Conte Guido Rangone di Modena, consigliere del re di Francia Francesco I. Il conte provvide a modificare la struttura del castello, eliminando in parte le fortificazioni malatestiane e costruendo la loggetta percorribile ancora oggi.
Il Castello Malatestiano di Longiano ospita oggi la Fondazione dedicata al poeta Tito Balestra, la cui collezione di quasi 300 opere comprende la testimonianza di pittori altamente significativi del ‘900 italiano, come Maccari, De Pisis, Guttuso, Manzù, Vespignani, Rosai, Mafai, Campigli. Inoltre le incisioni di Morandi, Zancanaro, Goya, Chagall, Matisse ed altri autori che intrattennero rapporti di scambio ed amicizia con Tito Balestra.
Castello di Verucchio
Detta la “Culla dei Malatesta”, che regnò su questo borgo per circa tre secoli, Verucchio sorge sullo sperone roccioso che domina la valle del Marecchia verso il mare.
Il centro storico è formato dall’unione di due diversi castelli: del Sasso e di Passarello. La Rocca del Sasso è una delle più suggestive fortificazioni malatestiane che ha visto il sovrapporsi e l’integrarsi di parti architettoniche edificate in periodi diversi, tra il XII e il XVIII secolo. Da qui il “Mastin Vecchio” conquistò Rimini nel 1295 e fondò la Signoria Malatestiana.
All’interno si possono visitare l’imponente Sala Grande, le varie stanze che ospitano mostre e allestimenti, i modelli con le fasi costruttive della rocca, la rappresentazione dell’assedio di Federico da Montefeltro nel 1463 e il mastio duecentesco.
La Rocca di Passerello invece sorgeva sul monte di fronte al Sasso; sui suoi resti nel 1600 è sorto il convento delle monache di S. Chiara. Il borgo di Verucchio vanta inoltre una storia millennaria legata alla via dell’ambra, oggi raccontata nel museo archeologico che conserva reperti di straordinaria bellezza, unici in Italia.
Castello di Montefiore Conca
È uno dei centri meglio conservati della signoria Malatesta e la sua Rocca domina la valle del Conca fino al mare, elevandosi imponente sul paesaggio boschivo e sugli uliveti e vigneti circostanti.
Nonostante e esistano testimonianze precedenti, fu a partire dal Trecento che il borgo di Montefiore visse una fase di splendore grazie alla potente famiglia guelfa dei Malatesta, vicaria del Papa in questa parte di Romagna e Marche. Nel 1347 soggiornò tra le sue mura Luigi il Grande, Re d’Ungheria, con tutta la sua corte. A Malatesta, detto perciò l’Ungaro, si debbono gli straordinari affreschi con scene di battaglia e ritratti di antichi eroi, rari esempi di pittura laica del XIV secolo, dipinti da Jacopo Avanzi.
Sui camminamenti murari del castello, con un po’ di fantasia, si riescono ancora ad udire i passi dei soldati che un tempo facevano da guardia alla fortezza, mentre più giù, partendo da Piazza Libertà, un piacevole percorso pedonale (noto come passeggiata di donna Costanza) conduce attorno al borgo.
Autore
Walter Manni
Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web
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