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Superstizioni e scaramanzie in Emilia-Romagna

di /// Febbraio 5, 2024
Tempo stimato di lettura: 3 minuti

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Ogni regione d’Italia è ricca di miti, leggende e tradizioni, alcune delle quali si perdono nella notte dei secoli.

L’Emilia-Romagna non è da meno e conserva gelosamente nei substrati culturali della sue comunità vicende mistiche e scaramantiche, arricchite da storie popolari di fantasmi ed esseri mitologici e da racconti segnati dall’amore, dalla vita e dalla morte.

Un grosso pentolone chiamato tradizioni, o meglio riti e credenze, a cui ogni popolo da sempre attinge per dare valore alla propria esistenza e favorire il senso di solidarietà esistente tra i singoli individui e la collettività.

Molto spesso questi rituali, poiché collocabili nel tempo e nello spazio, si legano a luoghi ben precisi definendo per quest’ultimi un profilo emotivo che ancora oggi possiamo scoprire, avvicinandoci con curiosità alla loro storia.

Nascono così rituali attorno a quei luoghi che grazie alla tradizione giungono a noi perpetuandosi nel tempo.

Sotto il segno delle corna

Santarcangelo di Romagna (RN), Festa di San Martino
Santarcangelo di Romagna (RN), Festa di San Martino | Credit: everydaylife.it

L’11 novembre, a Santarcangelo di Romagna per le Festa di San Martino – una delle più importanti sagre tradizionali della Romagna – si celebrano scherzosamente i “cornuti” ovvero tutti quegli uomini che, per un motivo o per un altro, sono stati traditi dalle loro mogli.

Un rituale originale ma molto divertente che, come tanti altri, trae fondamento da usanze contadine. Era, infatti, proprio il giorno di San Martino che proprietari terrieri e mezzadri si incontravano per sancire o rinnovare i loro contratti di lavoro.

In quell’occasione si scambiavano attrezzi, scorte alimentari e bestiame. Da qui la Fiera dei Becchi (dei caproni), ovvero la festa dei cornuti.

Ogni anno a novembre, nella centralissima Piazza Ganganelli, sotto l’Arco trionfale di Clemente XIV, vengono appese delle grandi corna.

La tradizione vuole che si mettano a oscillare al passaggio di persone tradite. Ciò che serve è solo un pizzico di coraggio: la fortuna è una ruota che gira!

L’amore per una statua

MAR – Museo d’arte della città di Ravenna, Statua di Guidarello Guidarelli (1525)
MAR – Museo d’arte della città di Ravenna, Statua di Guidarello Guidarelli (1525) | Credit: Comune di Ravenna

Se siete una giovane donna, inspiegabilmente single e in cerca dell’amore, quello da matrimonio per intendersi, a Ravenna c’è la soluzione per voi.

All’interno della Pinacoteca del MAR – Museo d’arte contemporanea della città, è conservata dal 1829 la celebre lastra funeraria (1525) del valoroso cavaliere Guidarello Guidarelli, mito di bellezza e virtù.

Secondo un mito popolare qualsiasi donna che baci le labbra di marmo di Guidarello, andrà incontro alla fortuna di sposarsi entro un anno.

Negli ultimi due secoli sembra che in molte abbiano ceduto a questa credenza, oltre cinque milioni, affermerebbe una diceria giornalistica.

Oggi non è più possibile accostarsi così tanto alle labbra del cavaliere ma perdersi nei suoi occhi, quello sì, è consentito!

Laureasi rispettando le regole

La città di Bologna vista dalla Torre degli Asinelli
La città di Bologna vista dalla Torre degli Asinelli | Credit: bolognawelcome.com

Se avete già frequentato un qualsiasi corso universitario a Bologna lo saprete già ma se, invece, state pensando di trasferirvici oppure avete intenzione di iscrivere i vostri figli, leggete quanto segue, vi potrà essere d’aiuto.

L’Università di Bologna, una delle migliori al mondo nonché la più antica in Europa, offre una vastissima gamma di corsi in una tra le più belle città d’Italia. Data però la sua storicità, nei secoli ha dato seguito tra le comunità di studenti a molteplici riti scaramantici.

Primo tra tutti, sembra sia proibito attraversare in diagonale Piazza Maggiore: il rischio potrebbe essere quello di vedere allontanarsi il giorno della propria laurea!

Lo stesso dicasi per la risalita della Torre degli Asinelli. Chi sfida la sorte potrebbe compromettere definitivamente la possibilità di ritirare l’agognata pergamena e ritrovarsi per “sempre” arenato sui libri, con 498 scalini sul collo.

Autore

Davide Marino

Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi

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