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Rocchetta Mattei: il gioiello moresco dell’Appennino bolognese

di /// Febbraio 27, 2024
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A circa 60 km da Bologna e a pochi chilometri da Porretta Terme, e precisamente nei pressi di Grizzana Morandi, si trova un edificio la cui architettura non può che lasciare a bocca aperta chi vi si imbatte.

Tra le verdi montagne dell’Appennino Bolognese sorge infatti un castello che coniuga lo stile medievale con quello arabo-moresco: composizione decisamente originale e atipica per la zona. E proprio per questo è impossibile non farsi rapire dalle affascinanti statue, finestre decorate, corti interne mosaicate e scorci architettonici degni di un quadro di Escher.

Si tratta della Rocchetta Mattei,eretta nella seconda metà dell’Ottocento per desiderio del conte Cesare Mattei, letterato e omeopata, fondatore di una scienza medica chiamata elettromeopatia, una sorta di mescolanza di omeopatia, fitoterapia, alchimia e magnetismo.

  • Rocchetta Mattei Ph. pio3 via shutterstock
  • Grizzana Morandi (BO), Rocchetta Mattei | Credit: Luca Lorenzelli, via Shutterstock
  • Rocchetta Mattei, ingresso Ph. pio3 via shutterstock solo uso editoriale

 

Nato a Bologna nel gennaio del 1809 in una famiglia agiata, Mattei crebbe a contatto con i massimi pensatori dell’epoca. Alla morte della madre nel 1844 egli tuttavia lasciò la vita politica e sociale per ritirarsi a mettere a punto (seppur non laureato) una “nuova medicina” che fosse più efficace di quella tradizionale, che aveva fallito nel curare la madre.

Nel giro di qualche anno Mattei mise a punto una scienza basata sull’abbinamento di granuli simil-omeopatici (i cui principi erano estratti da piante officinali e lavorati con una metodologia segreta) con 5 liquidi elettrici, utili a ristabilire il corretto equilibrio delle cariche elettriche del corpo per riportarlo alla “neutralità”.

La pratica medica esercitata da Mattei si diffuse ben presto in tutta Europa e i suoi rimedi divennero molto richiesti, anche all’estero. Mattei venne infatti anche citato da Dostoevskji ne I fratelli Karamàzov.

  • Rocchetta Mattei, dettaglio vetrata Ph. Gaia Conventi via shutterstock solo uso editoriale
  • Rocchetta Mattei, vetrate Ph. pio3 via shutterstock solo uso editoriale
  • Rocchetta Mattei Ph. matteo_it via shutterstock solo uso editoriale

 

La costruzione del castello iniziò nel 1850 (sulle rovine dell’antica rocca di Savignano, appartenuta probabilmente a Matilde di Canossa) e proseguì per tutta la vita del conte, che lì risiedeva dirigendone i lavori di riedificazione e ampliamento.

Il castello venne infatti concepito da Mattei per essere la sede della sua “nuova medicina” e per ospitare le persone (tra cui anche numerosi ospiti illustri dell’epoca) che da tutto il mondo giungevano alla Rocchetta per conoscere la sua particolare scienza e farsi curare da lui.

La struttura del castello fu modificata più volte dal conte durante la sua vita, rendendola un labirinto di torri, scalinate monumentali, sale da ricevimento e camere private che richiamano diversi stili, dal medievale al moresco, dal liberty al gotico.

Tra i richiami decorativi più evidenti troviamo quello all’Alhambra di Granada per il Cortile dei Leoni e quello alla Grande Moschea di Cordoba per la cappella dove il conte è sepolto.

Grazie alle sue particolarissime atmosfere la Rocchetta Mattei è stata lo sfondo di un romanzo giallo dello scrittore bolognese Loriano Macchiavelli, “Delitti di gente qualunque”, e set cinematografico dei film “Balsamus, l’uomo di Satana” (1968) e “Tutti defunti tranne i morti” (1977) di Pupi Avati e “Enrico IV” (1984) di Marco Bellocchio.

  • Rocchetta Mattei, arcate interne Ph. Gaia Conventi via shutterstock solo uso editoriale
  • Rocchetta Mattei, arcate interne Ph. Chiara Paolini via shutterstock solo uso editoriale
  • Rocchetta Mattei, corte interna Ph. Gaia Conventi via shutterstock solo uso editoriale
  • Rocchetta Mattei, corte interna Ph. pio3 via shutterstock solo uso editoriale

 

Alla morte di Mattei nell’Aprile del 1896, la villa venne ultimata dal figlio adottivo Mario Venturoli Mattei, che parallelamente continuò la produzione e distribuzione dei “Rimedi Mattei” fino al 1959, quando i laboratori furono costretti a chiudere.

Dopo vari tentativi di cederlo al Comune di Bologna o ad altri enti, gli eredi conclusero le vendita con un commerciante locale, Primo Stefanelli, il cui obiettivo era quello di farne un’attrazione turistica di interesse.
Con la morte di Stefanelli la Rocchetta venne però definitivamente chiusa al pubblico.

Grazie alla Fondazione Cassa in Risparmio di Bologna che l’ha acquistata nel 2005 e riaperta al pubblico nel 2015, e al Comune di Grizzana Morandi che lo gestisce (con il patrocinio dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese e della Città Metropolitana di Bologna), la Rocchetta Mattei è un gioiello architettonico che tutti oggi possono visitare.

Come raggiungere la Rocchetta Mattei

La Rocchetta Mattei si raggiunge in poco più di un’ora di auto da Bologna o da Firenze, oppure in treno scendendo alla stazione di Riola e quindi raggiungendo la Rocchetta a piedi con una passeggiata di circa 20 minuti (1,4 km).

Come visitare la Rocchetta Mattei

La Rocchetta è visitabile solo su prenotazione ed è aperta il sabato e la domenica, con ingressi ogni quarto d’ora dalle 10.00 alle 15.00.

Verifica le disponibilità e prenota la tua visita

Autore

Elisa Mazzini

Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.

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