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[Parlami di tER] La piccola Lourdes bolognese

di /// Maggio 10, 2022
Tempo stimato di lettura: 3 minuti

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Storia del Santuario della Madonna di Lourdes, noto anche come Chiesa di San Prospero a Campeggio, e del Viale dei Caduti

Tra i corsi d’acqua di Savena e Idice si trovava uno dei latifondi dell’epoca romana dove la Gens Campetia aveva iniziato a lavorare.
Prima dell’anno mille nel territorio di Campeggio (ora frazione di Monghidoro) sorgeva un castello. E, verso il secolo XIII, la famiglia dei Da Campeggio viveva un’epoca fiorente e politicamente influente.
Tra le tante testimonianze paiono accreditate le affermazioni della comunità risalente al 1223 e appartenente alla giurisdizione del Comune di Bologna e della datazione della Chiesa al 1300.
Nel 1784, dopo essere stata governata dalla Pieve di Barbarolo, passò sotto la parrocchia di Monghidoro.

La storia di Campeggio è legata principalmente alla figura del predicatore e arciprete don Bonafè, nato il 27 dicembre 1878, ordinato secondo Cappellano a Monghidoro nel 1902, e che dal 1919 al 1944 resse la Parrocchia.

Il suo proposito era quello di sconfiggere la miseria e di dare condizioni di vita migliori ai suoi parrocchiani e raggiunse questo obiettivo procurando lavoro agli uomini e meglio organizzando il lavoro delle trecciaiole.

Nel 1923 di ritorno da uno dei suoi pellegrinaggi a Lourdes, don Bonafè decise di costruire fedelmente la grotta Massabielle di Lourdes in Francia, con la Beata Vergine Immacolata, Bernardette ai suoi piedi e il ruscelletto che riporta alla sorgente miracolosa di Lourdes.

Monghidoro (BO), Targa Don Bonafè, ph. Nadia Galli, CC-BY-NC-SA-3.0
Monghidoro (BO), Targa Don Bonafè, ph. Nadia Galli, CC-BY-NC-SA-3.0

Attualmente, all’interno del Santuario, attraversando un passaggio dietro la roccia, ci si può accostare alla statua della Madonna. L’opera fu magistralmente diretta da un valente artigiano bergamasco, Guelfo Ravasio.

All’ingresso della Grotta sono presenti due nicchie, una dedicata alla vedova di guerra e l’altra della Pietà, a memoria dei Patrioti della Grande Guerra.

Don Augusto Bonafè, inoltre, volle onorare i Caduti di Campeggio nella Prima Guerra Mondiale costruendo a sue spese il viale dei Caduti (1925).
Sulle 14 colonnette della Via Crucis e sui pilastrini delle 4 statue sono poste 18 piccole lapidi, ciascuna porta il nome del Caduto.

Don Bonafè in brevissimo tempo riuscì a finanziare la realizzazione di diverse opere esterne al Santuario, statue, la Via Crucis che porta al Monte Calvario (1936), il viale dei parroci (1924) che consente l’accesso al cimitero, il viale delle rimembranze (1925) e, per finire, la costruzione di un acquedotto (1926). Tutti i suoi parrocchiani lo seguirono in questa impresa.

La salma del canonico Bonafè, che tanto amò la sua parrocchia e alla quale donò molti suoi averi, riposa nella Chiesa di San Prospero, proprio ai piedi dell’Immacolata, all’entrata della Grotta.
Ricordiamo che, sia per la sua posizione geografica che per il culto mariano, molti erano i fedeli che negli anni della guerra venivano sia da Bologna che da Firenze per pregare e chiedere soccorso per i propri cari impegnati al fronte.

Ancora oggi Campeggio è una delle mete più importanti dei pellegrinaggi dalle due città.

  • Monghidoro (BO), Santuario della Madonna di Lourdes a Campeggio, archivio Foiatonda, CC-BY-NC-SA-3.0
  • Monghidoro (BO), particolare statua Santuario della Madonna di Lourdes a Campeggio, ph. Nadia Galli, CC-BY-NC-SA-3.0
  • Monghidoro (BO), particolare statua Acquedotto a Campeggio, ph. Nadia Galli, CC-BY-NC-SA-3.0
  • Monghidoro (BO), viale accesso al Cimitero di Campeggio, ph. Nadia Galli, CC-BY-NC-SA-3.0

I visitatori e i pellegrini che provenivano da ogni parte per accostarsi al luogo di culto mariano, fino agli anni 1955-60 dovevano raggiungere il Santuario a piedi, poiché è solo della seconda metà del secolo scorso la costruzione della strada.

Questo Viale è un’area monumentale unica nel territorio bolognese. Una monumentalità a cielo aperto che lega religiosità e operosità a favore della parrocchia, ma che ricorda gli uomini che hanno combattuto e speso la loro vita per rendere a noi un futuro di libertà.


Parlami di tER è una serie di racconti dall’Emilia-Romagna. Sono sguardi d’autore gettati sulla regione da persone che sono nate, vivono o semplicemente si sono innamorate di questa singolare, bellissima, terra con l’anima.
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Autore

Nadia Galli

Nadia Galli, nata a Castel Maggiore (BO), laureata all’Università di Bologna, in Economia e Commercio, in Sociologia e poi in OMAPSOS (Organizzazione, Mercati, Ambiente, Politiche Sociali e Servizio Sociale) con curriculum Politiche Sociali e del Benessere è Istruttore presso l’Unione di Comuni Reno Galliera.  Giornalista pubblicista dal 2011 con la passione per la lettura e scrittura.

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