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Emilia-Romagna per bambini: in Emilia tra borghi e castelli

di /// Ottobre 16, 2023
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Fantasmi, combattimenti, amori e delitti. I borghi e i castelli dell’Emilia rappresentano una fonte inesauribile di antiche storie, ma anche un’ottima idea per stimolare la fantasia dei più piccoli e trasportarli per qualche ora in un mondo lontano e affascinante.

Perché allora non approfittarne per organizzare un bel weekend fuori porta in famiglia? L’itinerario a misura di bambino che vi proponiamo attraversa il territorio di Parma e Piacenza – celebre per la sua alta concentrazione di castelli – alla scoperta delle leggende che ancora aleggiano tra i suoi borghi e fortezze medievali.

Concluderemo poi il viaggio con un’immersione nella preistoria, visitando un villaggio del Neolitico non lontano da Piacenza.

 

Castello di Torrechiara

Langhirano (PR), Castello di Torrechiara | Ph. Miti74 via Shutterstock (solo per uso editoriale)
Langhirano (PR), Castello di Torrechiara | Ph. Miti74 via Shutterstock (solo per uso editoriale)

La prima tappa del nostro itinerario per bambini in Emilia ci porta al cospetto di un castello dal profilo inconfondibile, che si staglia sullo sfondo delle prime colline parmensi. Situato nel comune di Langhirano, il Castello di Torrechiara domina la vallata circostante sin dal 1448, anno in cui il conte Pier Maria II de’ Rossi ne ordinò la costruzione.

Se un tempo il castello era funzionale alla difesa del territorio, oggi rappresenta uno degli esempi di architettura fortificata meglio conservati in Italia.

Il Castello di Torrechiara non nacque però soltanto a scopo difensivo. Il conte lo concepì anche come residenza privata, destinata ad accogliere il suo amore segreto con Bianca Pellegrini. E il loro legame è celebrato ad ogni angolo della fortezza, che tutt’oggi conserva magnifici cicli di affreschi.

Aggirandovi tra le varie stanze scoprirete così vivide rappresentazioni della natura, animali fantastici e grottesche, in grado di incantare anche i più piccoli. Il culmine della decorazione pittorica, nonché il simbolo dell’amore clandestino, è da ricercare però nella Camera d’Oro, la camera da letto del conte affrescata da Benedetto Bembo in cui spiccano gli stemmi dei due amanti.

L’amore è dunque il filo conduttore della visita al castello. Ma attenzione: se presterete attenzione riuscirete forse a percepire anche una strana presenza all’interno della fortezza. La leggenda vuole infatti che il fantasma di Pier Maria II de’ Rossi abiti ancora questi luoghi, e vaghi in cerca della sua amata Bianca pronunciando il romantico motto “Nunc et semper” (ora e sempre).

Castello di Rivalta

Castello di Rivalta (PC)
Castello di Rivalta (PC) | Ph. Naeblys, via Shutterstock (solo per uso editoriale)

Le presenze spettrali non infestano soltanto Torrechiara. Sembra infatti che anche il Castello di Rivalta vanti un suo fantasma, che darebbe segnali della sua esistenza accendendo e spegnendo le luci delle stanze.

Siamo nel comune di Gazzola, immersi nella Val Trebbia piacentina. Qui sorge una residenza signorile completamente arredata, tutt’oggi dimora dei Conti Zanardi Landi, eredi della nobile famiglia dei Landi che entrò in possesso del castello nel XIV secolo.

Il complesso di Rivalta non comprende soltanto il citato castello – su cui spicca il cosiddetto “torresino” – ma anche un incantevole borgo fortificato di origine medievale, i cui edifici risalgono al periodo compreso tra il XIII e il XVII secolo.

Benché privato, il castello è in buona parte aperto alle visite. Lungo il percorso potrete ammirare tra l’altro il cortile, il salone d’onore, le camere da letto, le prigioni e la torre, ma anche due piccoli musei: il Museo del Costume Militare e il Museo dell’Arte Sacra.

Quanto al fantasma di Rivalta, poco si conosce della sua identità. Si tratterebbe di un cuoco di nome Giuseppe che nel Settecento venne ucciso dal maggiordomo per aver corteggiato sua moglie.

Grazzano Visconti

Grazzano Visconti (PC), Borgo | Ph. Buffy1982 via Shutterstock (solo per uso editoriale)
Grazzano Visconti (PC), Borgo | Ph. Buffy1982 via Shutterstock (solo per uso editoriale)

Preparatevi a scoprire un borgo da favola! Per la terza tappa del viaggio con i bambini in Emilia vi portiamo in Val Nure, più precisamente nel comune di Vigolzone, a circa 15 chilometri da Piacenza.

Qui si trova il villaggio di Grazzano Visconti, un luogo dalla storia molto particolare che oltre all’abitato comprende anche un castello e il suo meraviglioso parco. Quando si parla di Grazzano non si può fare a meno di citare la figura di Giuseppe Visconti di Modrone, un duca illuminato ed eclettico cui dobbiamo l’aspetto attuale del borgo.

Una volta ereditato da suo padre, che ne era rientrato in possesso nel tardo Ottocento, il duca decide di trasformare il piccolo borgo e il suo castello in ottica revivalistica. Grazie al contributo dell’architetto Campanini, a inizio Novecento Grazzano Visconti diventa così una piccola cittadina in stile neo-medievale, in cui le comodità dell’epoca moderna si fondono con una forte attenzione alle arti e all’artigianato, tipica del periodo medievale.

Una sorta di macchina del tempo dunque, che permette a grandi e piccini di immergersi appieno nella vita di un piccolo borgo cristallizzato nel tempo.

Se è vero poi che non esiste castello senza un fantasma, la leggenda narra che anche la fortezza di Grazzano abbia il suo spettro. In questo caso si tratterebbe di Aloisa, morta di dolore dopo esser stata abbandonata dal marito e oggi protettrice degli amori non ricambiati.

Villaggio Neolitico di Travo

Travo (PC), Parco Archeologico "Villaggio Neolitico di Travo"
Travo (PC), Parco Archeologico “Villaggio Neolitico di Travo”

Concludiamo il nostro itinerario spostandoci nella Val Trebbia, a circa una ventina di minuti in macchina da Grazzano, per visitare il Parco Archeologico di Travo.

Riportato alla luce negli anni ‘90 e inaugurato nel 2006, il Villaggio Neolitico di Travo rappresenta uno degli insediamenti neolitici più importanti dell’Italia settentrionale. Parliamo quindi di un insieme di abitazioni ed edifici risalenti a circa 6000 anni fa, in cui sono stati ritrovati numerosi oggetti e strumenti attualmente ospitati nel Museo Civico Archeologico di Travo.

Per facilitare la comprensione del luogo e renderlo più immersivo anche per le famiglie, oggi il parco archeologico comprende tre capanne neolitiche ricostruite fedelmente in scala reale. Entrando al loro interno è possibile scoprire la vita quotidiana della comunità che le abitava.

Prima di mettervi in viaggio non dimenticate infine di consultare il calendario degli eventi del Parco per partecipare alle tante attività didattiche destinate ai più piccoli, tra cui laboratori e giornate di archeologia sperimentale.

Autore

Maria Grazia Masotti

Eterna sognatrice con i piedi per terra. Cresciuta in campagna e amante delle grandi città. È sempre pronta per un viaggio, purché sia sostenibile.

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