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10 Castelli del Ducato da non perdere

di /// Febbraio 14, 2024
Tempo stimato di lettura: 7 minuti

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L’entroterra emiliano custodisce numerosi tesori; uno di questi è senza dubbio la rete dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, che si innalzano dalla fertile pianura padana fino alle scenografiche montagne dell’Appennino, rendendo il paesaggio davvero memorabile.

Se il territorio Romagnolo è stato patria delle dinastie dei Malatesta e dei Montefeltro, il territorio emiliano ha visto nel corso dei secoli il succedersi di numerose famiglie nobili (come i Farnese, i Borbone di Parma, i Pallavicino, i Visconti, i Meli Lupi, i Gonzaga, i Rossi, i Sanvitale, gli Sforza, i Landi e i Malaspina) che vi hanno lasciato un segno indelebile. La traccia più tangibile è ancora oggi costituita da queste antiche dimore – castelli, rocche e ville – che testimoniano il passato importante di queste terre.

Ecco allora dieci tra i Castelli del Ducato da non perdere se avete in programma una visita in Emilia.


Castelli in provincia di Parma:

BARDI

Arroccato sopra uno sperone di diaspro rosso che sorge al centro della Val Ceno, l’edificio sovrasta il punto in cui il torrente Noveglia confluisce nel Fiume Ceno. Il forte è uno dei massimi esempio di architettura militare in Emilia; è completamente circondato da mura scarpate, dotate di cammino di ronda interamente percorribile, la cui forma irregolare segue la conformazione dello sperone roccioso.
All’interno della fortezza sono presenti numerosi musei.
La leggenda vuole che tra le mura del castello si aggiri un fantasma, lo spirito inquieto di Moroello, giovane comandante della guardia la cui vita fu segnata da una tragica storia d’amore con la bellissima castellana Soleste.

Castello di Bardi | Ph. Filippo Aneli
Castello di Bardi | Ph. Filippo Aneli

COLORNO

La Reggia di Colorno fu costruita agli inizi del 18° secolo dal duca Francesco Farnese sui resti di una precedente rocca medievale. Il palazzo divenne poi dimora prediletta di Filippo di Borbone e della moglie Louise Elisabeth, che lo rinnovò sul modello di Versailles (di quest’epoca è l’aggiunta dello scalone esterno), e successivamente venne abitata dalla seconda moglie di Napoleone, Maria Luigia d’Austria, la “buona duchessa”, alla quale si deve la trasformazione dell’ampio giardino alla francese in un romantico giardino all’inglese.
Il palazzo è composto da oltre 400 sale, con pavimenti in marmo rosa e soffitti affrescati ed è conosciuto come la “piccola Versailles”.
Il percorso guidato prevede la visita al piano nobile, all’appartamento del Duca Ferdinando di Borbone e alla Cappella Ducale di San Liborio. Il Giardino Storico è invece aperto tutto l’anno durante il giorno, con ingresso gratuito.

Reggia di Colorno | Ph. wwikiwalter
Reggia di Colorno | Ph. wwikiwalter

FONTANELLATO

La medievale Rocca Sanvitale di Fontanellato sorge proprio al centro del borgo, circondata da un ampio fossato d’acqua. La sua struttura quadrata, con quattro torri ai vertici e mura merlate, presenta le caratteristiche tipiche delle costruzioni militari e originariamente l’accesso era consentito da un ponte levatoio, ora in muratura.
Al suo interno, arricchito da mobili e suppellettili rinascimentali, è presente uno dei capolavori del manierismo italiano: la saletta dipinta dal Parmigianino nel 1524, raffigurante il mito di Diana e Atteone tratto dalle Metamorfosi di Ovidio.
Inoltre, tra le sale, è presente l’ottocentesca Camera ottica, che grazie a un ingegnoso sistema di lenti e prismi permette di curiosare in segreto nella vita della piazza antistante il castello.

Rocca Sanvitale di Fontanellato | Ph. Castelli Del Ducato
Rocca Sanvitale di Fontanellato | Ph. Castelli Del Ducato

MONTECHIARUGOLO

Il Castello di Montechiarugolo svetta su un terrazzo naturale a strapiombo sulla riva sinistra del torrente Enza (da cui deriva il toponimo del suo nome Monticulus Rivoli), nella strategica posizione di confine tra il territorio parmense ed il territorio reggiano.
Costruito dal condottiero Guido Torelli nel XV secolo sui resti di un pre-esistente insediamento, il forte visse il suo periodo di massimo splendore durante la vita di Pomponio Torelliinsigne umanista e nipote di Pico della Mirandola, che lo rese meta di un’eletta cerchia di artisti ed ospiti illustri, tra i quali Papa Paolo III e il re di Francia Francesco I.
Con la “Congiura dei Feudatari”, nel 1612 il castello fu espropriato e affidato a un presidio militare e al suo interno venne collocata una fabbrica per la lavorazione delle polveri ardenti.
Nel 1864 è stato acquistato dalla famiglia Marchi, che ne è tutt’ora proprietaria.
Alla storia del Castello è legata anche la triste leggenda della Fata Bema, il cui fantasma si manifesta nel castello il 19 maggio di ogni anno.
In contrasto con la severa struttura esterna, composto da possenti mura merlate e un ponte levatoio, l’interno dell’edificio presenta un ricco arredamento rinascimentale, con cicli pittorici, tele, affreschi e suggestivi giardini fioriti.
Ben conservati sono anche i camminamenti di ronda coperti (attualmente chiusi al pubblico), mentre dal loggiato si apre il panorama su tutto il parco dell’Enza.

TORRECHIARA

Questo affascinante castello che sorge a Langhirano, sulle prime colline di Parma, fu costruito tra il 1448 e il 1460 (sulle rovine di una precedente casaforte) da Pier Maria II de’ Rossi in onore dell’amata Bianca Pellegrini. L’edificio, infatti, doveva servire non solo come struttura difensiva, ma anche come dimora isolata per i due amanti: la funzione difensiva è attestata dalle tre cerchia di mura e dalle quattro torri angolari, la destinazione residenziale è evidente dalla ricchezza degli ornamenti, tra cui il ciclo di affreschi attribuito a Benedetto Bembo che si trova nella cosiddetta Camera d’Oro, raffigurante scene di amore cavalleresco e la celebrazione del legame tra Bianca e Pier Maria. Nell’affresco si riconoscono infatti gli stemmi dei due amati e due cuori con le frasi Digne et in aeternum (degnamente e in eterno) e Nunc et semper (ora e per sempre), a testimonianza dell’eternità del loro amore. Il castello è considerato un esempio tra i meglio conservati di architettura dei castelli in Italia, poiché unisce elementi del medioevo a elementi del Rinascimento.

Castello di Torrechiara, Parma | Foto © Alberto Ghizzi Panizza
Castello di Torrechiara | Ph. Alberto Ghizzi Panizza

Castelli in provincia di Piacenza:

CASTELL’ARQUATO

Strategicamente arroccato tra le colline sulla riva sinistra del torrente Arda, il borgo medievale di Castell’Arquato domina con le sue torri il territorio circostante della Val d’Arda. Risalendo i pittoreschi vicoli medievali del borgo si giunge infine nella piazzetta centrale, su cui svetta la Rocca Viscontea.
Eretta per volontà di Luchino Visconti a metà del XIV secolo, la Rocca era la sede della guarnigione militare ed è costituita da un impianto planimetrico quadrangolare, con quattro torri quadrate ai vertici, oltre al mastio, la torre principale.
Il castello è famoso anche per essere stato scelto tra i set del film Lady Hawke ed attualmente ospita un museo dedicato alla vita medioevale.

Castell'Arquato | Ph. @lorenzo_dorazio
Castell’Arquato | Ph. @lorenzo_dorazio

RIVALTA

Il millenario Castello di Rivalta sorge su una ripida scarpata prospiciente la riva del fiume Trebbia, in una posizione che, pur non essendo particolarmente elevata, consente un’ampia panoramica sulla Val Trebbia.
Questo imponente complesso è sempre appartenuto, con brevi interruzioni, alla famiglia Landi, che tutt’oggi lo possiede e abita. Il castello ha una planimetria quadrangolare, con un cortile interno circondato da un doppio ordine di logge, ma l’elemento architettonico che maggiormente caratterizza l’edificio è la torre sovrastata da un torrellino, cui si accede tramite una scala a chiocciola.
Al suo interno la torre ospita il famigerato Pozzo del Taglio, così chiamato per le lame che ha sul fondo, strumento di tortura per il malcapitato che vi veniva gettato.
L’interno è tutt’ora arredato con mobili, quadri ed oggetti antichi, fra i quali una vasta esposizione di armature, armi ed uniformi ed una curiosa raccolta di antichi strumenti musicali.

GROPPARELLO

Il Castello di Gropparello sorge in cima ad uno sperone roccioso, su uno strapiombo che domina il torrente Vezzeno; la sua posizione, che forma una gola di circa 85 metri di altezza, lo ha reso il castello praticamente inespugnabile nei secoli.
Il toponimo stesso del suo nome sembra derivare dal termine celtico Grop, che indica un ostacolo naturale di tipo roccioso. Il complesso venne edificato nell’VIII secolo sulla sede di un castrum romano posto a difesa della via per Veleia. Unica roccaforte guelfa nel territorio piacentino, il castello fu terreno di scontro tra Guelfi e Ghibellini, e passò per le mani di molte famiglie, fino a diventare proprietà della famiglia Gibelli, che lo ha attualmente aperto al pubblico.
L’edificio ha forma irregolare e la sua doppia cinta muraria merlata segue il profilo scosceso dello sperone roccioso. Pur se composto di parti risalenti a epoche diverse (la parte più antica è la torre quadrata costruita proprio sulla sommità della rupe) ha conservato l’aspetto compatto della roccaforte, accessibile tramite un doppio ponte levatoio.
Nel parco del Castello è nato lo scenografico Museo della Rosa Nascente mentre nel bosco circostante è stato creato il Parco delle Fiabe, il primo parco emotivo d’Italia, dove i bambini, accompagnati da animatori in costume, possono andare alla scoperta delle fiabe e dei miti nordici.

Castello di Gropparello | Ph. Castelli del Ducato
Castello di Gropparello | Ph. Castelli del Ducato

SAN PIETRO IN CERRO

Fondato per volere di Bartolomeo Barattieri nel 1460, sui resti di un insediamento precedente, il castello sorge a 20 km da Piacenza, sul confine con le provincie di Parma e Cremona. Concepito come residenza nobiliare fortificata, l’edificio ha una planimetria rettangolare da cui emergono il mastio d’ingresso e due torrioni rotondi; l’austerità esterna è però ingentilita da un’elegante corte con doppio loggiato quattrocentesco.
Al suo interno sono visitabili oltre 30 sale riccamente arredate, due saloni d’onore, le cucine e le prigioni. Tra le sale è presente anche una Biblioteca Storica, che racchiude oltre 2.000 volumi sulla storia di Piacenza, consultabile su appuntamento.
Gli ambienti del sottotetto ospitano invece il MIM – Museum in Motion, una collezione (esposta a rotazione) di oltre 800 opere di maestri contemporanei, italiani e stranieri, con una sezione dedicata ai pittori Piacentini.
L’edificio è circondato da un grande parco alberato e da un vasto giardino.

VIGOLENO

Questo imponente complesso fortificato sorge sulle colline più orientali del piacentino, al confine con la provincia di Parma, nel territorio comunale di Vernasca. Posto sul crinale che separa la Valle del torrente Ongina da quella dello Stirone, domina la campagna circostante e i suoi vitigni.
Il borgo medioevale, tutt’ora intatto, è fra i più suggestivi e ricchi di storia del piacentino. La sua fondazione risale al X secolo e nel corso della storia divenne proprietà di numerose famiglie, principalmente della famiglia Scotti.
Nel 1922 la principessa Ruspoli-Gramont lo restaurò e ne fece sede di incontri mondani con illustri artisti e scrittori, come Gabriele D’Annunzio, Max Ernst e Jean Cocteau.
Nei primi anni ’80 è stato anch’esso (come Castell’Arquato) scelto come set per le riprese del film Lady Hawke.
Il borgo ha una struttura elissoidale racchiusa da imponenti mura merlate, che un panoramico camminamento di ronda percorre interamente. Dal camminamento spicca il mastio quadrangolare, ornato di merli ghibellini, che oggi ospita alcune sale museali.

Vigoleno
Castello di Vigoleno – Foto di Cristiano Dallacasagrande

Ovviamente nel territorio ci sono molti altri castelli da scoprire, e li potete trovare tutti sul sito dei Castelli del Ducato!
Buona visita!

Autore

Elisa Mazzini

Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.

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Questo articolo ha 2 commenti

  • Paolo

    Complimenti per la scelta , per il mio gusto il migliore è quello di Fontanellato… nel modenese la mia provincia i più “belli” sono a Vignola e a Montecuccolo di Pavullo.

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