Tra i numerosi Patrimoni UNESCO dell’Emilia-Romagna, c’è un luogo magico e affascinante che merita di essere scoperto: la Biblioteca Malatestiana di Cesena, un vero scrigno di cultura che da quasi 600 anni conserva il sapere dell’umanità.
Nel 2008, la Biblioteca è entrata a far parte del Registro UNESCO Memoria del Mondo, riconoscimento internazionale che tutela i più importanti archivi e documenti del passato. Il merito? La sua straordinaria collezione di manoscritti antichi e il suo ruolo cruciale nella trasmissione della conoscenza.
La Malatestiana è infatti l’unico esempio di biblioteca umanistica conventuale perfettamente conservata nell’edificio, negli arredi e nella dotazione libraria.
Una storia affascinante nel cuore del Quattrocento
La storia della Biblioteca Malatestiana affonda le radici nel XV secolo, quando i frati francescani di Cesena, in difficoltà per mancanza di spazio, chiesero aiuto a Domenico Malatesta, signore della città. Egli accolse la richiesta e affidò il progetto a Matteo Nuti, allievo del celebre Leon Battista Alberti.
Tra il 1447 e il 1454, in soli 7 anni, la nuova biblioteca venne realizzata: uno spazio sobrio ma armonioso, perfettamente funzionale allo studio e alla conservazione dei testi.
All’epoca, la stampa non era ancora diffusa. Gli unici luoghi in cui i libri potevano essere copiati, letti e tramandati erano le biblioteche monastiche, dove i frati amanuensi li “duplicavano” con cura e pazienza, unite ad una sopraffina arte della miniatura.
Si può dire che le biblioteche monastiche svolgessero la funzione di tramandare fisicamente ai posteri gli antichi testi: la filosofia greca, la letteratura latina, i codici giuridici romani…insomma, tutta la cultura che oggi chiamiamo “classica” è oggi consultabile proprio grazie all’opera di conservazione e copiatura di biblioteche come la Malatestiana.
Cosa vedere nella Biblioteca Malatestiana
Visitare oggi la Biblioteca Malatestiana significa immergersi in un’atmosfera sospesa, fatta di silenzi e luci soffuse. Nella suggestiva Sala dei Nuti, con le sue tre navate che ricordano una basilica romanica, si respira ancora la spiritualità e l’essenzialità francescana.
Qualora riusciste solo per un momento a socchiudere gli occhi e farvi pervadere dal silenzio irreale che la avvolge, riuscirete a sentire, e forse anche a vedere, i frati con i loro sai chini sui leggii, intenti a copiare libri e a creare bellissime miniature e tra le ombre soffuse del colonnato riuscirete a percepire l’immensa opera di traduzione, catalogazione e archiviazione della conoscenza umana.
Naturalmente nella biblioteca potrete trovare anche tante curiosità, come libro più piccolo del mondo leggibile senza lente di ingrandimento, della misura 15×9 mm, su cui è stampata una lettera di Galileo Galilei a Cristina di Lorena, ed alcuni curiosi cimeli garibaldini.
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Autore
Elisa Mazzini
Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.
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