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Andare “per foliage” in Emilia-Romagna

di /// Ottobre 24, 2023
Tempo stimato di lettura: 13 minuti

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L’acero riccio si colora di giallo limone, il frassino di rosso porpora, il larice di giallo con bagliori aranciati, il faggio di ruggine intessuto d’oro.

È la magia del foliage, il più grande spettacolo dell’anno nei boschi: quello speciale momento quando la natura si riveste di mille sfumature cangianti, fra le ultime due settimane di ottobre e le prime due di novembre.

In Emilia-Romagna ci sono tanti luoghi dove ammirare questo fenomeno naturale: i grandi parchi nazionali e regionali, le riserve protette, gli stessi giardini urbani. Per chi è a caccia di emozioni e di memorabili scatti fotografici, ecco 8 passeggiate d’autunno per tutti (fido compreso), nel silenzio della natura.

A Piacenza andando per i Castelli del Ducato

Rocca d'Algisio (PC)
Rocca d’Algisio (PC) | Credit: travelvaltidone.it

Per sentirsi principi o principesse anche con la felpa e gli scarponcini, si può andare a caccia del foliage nei parchi dei Castelli che punteggiano il territorio.

Si tratta di un circuito, Castelli del Ducato, con tanti manieri immersi nella natura, in cima a cocuzzoli o sulla riva di un fiume.

Partenza. La proposta è per un giro in Val Tidone dove la protagonista è Rocca d’Olgisio (36 km da Piacenza) abbarbicata su una vetta a 570 metri, circondata da boschi di mille colori.

Tutta la zona è ricca di scorci che costringono a rallentare, fermarsi e fotografare. Fra questi ci sono i vigneti in versione foliage a Ziano Piacentino, in località Pollo, e a Sala Mandelli, nel comune di Alta Val Tidone.

Esperienza gastronomica. È il territorio delle paste ripiene e dei grandi salumi: Coppa Piacentina Dop, Salame Piacentino Dop e Pancetta Piacentina Dop, accompagnati da gnocco fritto e da un buon vino bianco come l’Ortrugo.

Tipica della Val Tidone è la Chisola, una focaccia bianca con i ciccioli di Borgonovo Val Tidone.

L’incantevole foliage del Lago Santo (PR)

Corniglio (PR), Lago Santo Parmense
Corniglio (PR), Lago Santo Parmense

Il Lago Santo Parmense dà spettacolo tutto l’anno perché è un grande lago glaciale in quota (1500 mt) nel Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano: una pennellata di azzurro fra le foreste, nel comune di Corniglio (Pr).

Con l’autunno poi la natura dispiega sorprendenti effetti cromatici. Da Parma si impiega un’ora e 20 di auto per la località Lagdei, al parcheggio Cancelli.

Partenza. Si può scegliere fra 2 sentieri: il primo dal parcheggio Cancelli sale in 1h al Lago Santo; l’altro parte da dietro il rifugio Lagdei e arriva in 45 minuti.

Obbligatori gli scarponcini da trekking e i bastoncini: il percorso è tutto in salita e a inizio novembre il fondo può essere scivoloso.

Il paesaggio è magico: quando si avvista il lago, sembra davvero di essere nel paese delle fate.

Esperienza gastronomica. Sulle sponde del lago si affaccia lo storico Rifugio Cai Mariotti (1882). Finita l’estate, è aperto nei weekend e festivi (o anche a richiesta); meglio prenotare comunque. Si può anche pernottare (42 letti in 5 camere).
Nel menù polenta e cinghiale, tortelloni di verdure, carpaccio di carne Chianina, lardo arrosto, crostate di mirtilli, spongata del Lago Santo.

Reggio Emilia, alla Pietra di Bismantova

Castelnovo ne' Monti (RE), Pietra Bismantova
Castelnovo ne’ Monti (RE), Pietra Bismantova | Credit: Pinosub

Centro di spiritualità per i monaci eremiti, luogo sacro di meditazione per i Celti, meta di scalatori da tutt’Europa, la misteriosa Pietra di Bismantova (1041 mt) sull’Appennino Reggiano, definita una delle dieci montagne più belle del mondo, in autunno si trasforma in un set meraviglioso.

La salita più breve, quella classica, è adatta a tutti e dura circa mezz’ora.

Partenza. Si parte da Castelnovo ne’ Monti, borgo appenninico a 40 km da Reggio Emilia, in piazzale Dante Alighieri.
Si prende il sentiero Cai 697, fra roverelle, carpini, arbusti di ginepro, rose di macchia dalle tonalità infuocate. Negli ultimi 10 metri si sale sui gradoni in sasso (sono presenti corde a cui assicurarsi).

Da non perdere sul percorso: un santuario ed eremo benedettino (1617), e un acero monumentale di 300 anni, letteralmente inglobato sul sagrato le cui radici (nascoste) affondano nei locali sottostanti il santuario.
In vetta alla Pietra, il panorama è superbo.

Esperienza gastronomica. Gnocco fritto, salumi, tortelli alle erbette, polenta, zuppa inglese, Lambrusco ai due rifugi presenti, in cui ci si può anche fermare per la notte.

Modena: al Lago della Ninfa ai piedi del Monte Cimone

Sestola (MO), Lago della Ninfa
Sestola (MO), Lago della Ninfa | Credit: Roberto Ferrari

Il Lago della Ninfa è un piccolo specchio d’acqua incantato a 1500 metri di altitudine, a Sestola (65 km da Modena), nel Parco del Frignano, circondato da faggete e boschi di conifere che in autunno si tingono di sfumature di rossi, gialli, ocra e tonalità violacee.

Il luogo è pieno di poesia, è frequentato tutto l’anno perché è un punto di partenza per passeggiate a piedi, in Mtb ed E-Bike (si noleggiano in paese a Sestola).

Una trekking facile è l’anello delle Carbonaie: 3 km, un’ora di cammino e 120 metri di dislivello.

Partenza. Dal rifugio del Firenze Ninfa si avanza in leggera salita (ci sono tutte le indicazioni) abbracciati da una bellissima faggeta e avvolti dai colori autunnali.
Si arriva ad una cresta con un bivio: bisogna tenere la destra lungo il sentiero n.11. In fondo poi si segue la pista 14 per tornare al punto di partenza. Adatto ai bambini e a sgambate dei propri quattro zampe.

Esperienza gastronomica. Ci sono tre ristoranti e rifugi sul lago aperti nei week-end. Cosa ordinare? La specialità più golosa è la crescentina condita con lardo e Parmigiano Reggiano di montagna a km zero e i Borlenghi, tipiche crepes sottili e croccanti a base di acqua, farina, sale talvolta uova, perfette se accompagnate da un calice di buon Lambrusco.

Bologna: dal Santuario di Madonna dell’Acero alle Cascate del Dardagna

Parco Regionale del Corno alle Scale (BO), Cascate del Dardagna
Parco Regionale del Corno alle Scale (BO), Cascate del Dardagna

Un santuario di montagna del 1500, circondato da boschi di tutti i colori, una cascata magnifica e un percorso facile e adatto a tutti. Cosa chiedere di più?
A 1h da Bologna, si trova questa passeggiata perfetta, anche per bambini e anziani, con uno dei foliage più spettacolari dell’Appennino.

Partenza. Si parte dal Santuario di Madonna dell’Acero (1200 metri), chiamata così perché si narra che la Madonna apparve qui davanti a un acero.

Il sentiero per le Cascate del Dardagna ha due opzioni. La più semplice è un percorso di 3 km e 1 ora di cammino. Dal retro del Santuario si segue il sentiero CAI 331 per raggiungere il primo salto della cascata, il più maestoso, di 15 metri. Gli ocra, gli arancio e i gialli del foliage creano uno scenario magico in contrasto con l’azzurro dell’acqua.
Per la seconda variante c’è un 1km ulteriore di salita sul sentiero CAI 333, per ammirare gli altri 7 salti d’acqua.

Esperienza gastronomica. Intorno al Santuario ci sono un paio di ristoranti, fra i piatti più tipici il Salmerino, un pesce protetto e certificato, funghi in tante ricette, gli zuccherini montanari, Pignoletto e birra artigianale di castagne.

Brisighella (Ra): il panorama sulle colline di Dante

Brisighella (RA), Rocca Manfrediana
Brisighella (RA), Rocca Manfrediana | Credit: Paolo Forconi

Annidato fra due vette, con le sue viuzze medievali, Brisighella è uno dei Borghi più belli d’Italia, a 45 minuti da Ravenna.

Una passeggiata per godere del foliage dei boschi circostanti, parte dal centro arriva sull’altura dove troneggia la Torre dell’Orologio.

Partenza. Si parte dalla colorata piazza Marconi e si comincia a salire passando da Via degli Asini: è l’unico esempio di via medievale sopraelevata in Europa, inglobata in un edificio.

Il sentiero procede a scalini: sono 350 fino in vetta, torre di avvistamento dove Dante Alighieri si fermò, ospite di Maghinardo Pagani.

Il panorama riempie gli occhi (e la macchina fotografica) di colori, le macchie gialle dei vigneti, i rossi e aranciati delle roverelle, dei frassini, delle querce. Curiosità: l’orologio della Torre ha un quadrante che conta solo sei ore.

Esperienza gastronomica. La Spoja lorda è un primo di quadretti di pasta all’uovo, dai bordi frastagliati, ripieni di ricotta, uova, parmigiano reggiano, poi il formaggio conciato e stagionato nelle grotte di gesso, la crostata di carciofi moretti.
Nel mese di novembre arrivano quattro sagre dedicate alle leccornìe locali: il porcello, il tartufo, l’olio, la pera volpina e il formaggio stagionato.

Nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (FC) fra borghi, mulini e mille colori

Premilcuore (FC), Parco delle Foreste Casentinesi
Premilcuore (FC), Parco delle Foreste Casentinesi | Credit: francesco_1978

Le foreste più colorate in Italia sono nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, territorio verde e incantato fra Romagna e Toscana.

La gamma di colori è dovuta all’eccezionale varietà degli alberi presenti. Infinite le esplorazioni. Fra i punti più belli la Foresta della Lama, uno degli ecosistemi forestali meglio conservati d’Italia.

Partenza. Si può cominciare dal centro visita del Parco a Santa Sofia (40 km da Forlì) per prendere del materiale informativo. Poi si raggiunge in auto la Diga e l’azzurrissimo Lago di Ridracoli (10 km).

Da qui ci sono varie opzioni: si può salire per esempio in 55 minuti e 3,5 km al rifugio Ca’ di Sopra (600mt), aperto fino a novembre. Dal rifugio si può proseguire per altri 3 km fino alla Fonte Solforosa e poi tornare indietro.

Un’altra passeggiata spettacolare per il foliage è quella che va dal Poderone, agriturismo biologico a 13 minuti di auto da Campigna, frazione di Santa Sofia, e sale al piccolissimo borgo di case di Pian del Grado. Tutto il percorso è un caleidoscopio di colori. Da non perdere il classico appuntamento con il Festival del Fall Foliage.

Esperienza gastronomica. In autunno la regina è la castagna con cui si preparano il castagnaccio dell’Appennino Tosco-Romagnolo e la crema di castagne di Bagno di Romagna, perfetti con vino novello, Cagnina e Sangiovese.

Da provare anche il formaggio Raviggiolo, i tortelli alla lastra, ripieni di lardo, patate, erbette, uova o formaggio, i basotti, tagliolini cotti in un brodo ottenuto dalle ossa del maiale, poi conditi e gratinati al forno e funghi e tartufi in tutte le maniere.

Rimini: a Mondaino un arboreto e un teatro nascosto a forma di foglia

Mondaino (RN), Alboreto
Mondaino (RN), Alboreto | Credit: Region Emilia-Romagna

Nei dintorni di Rimini ci sono tanti luoghi magnifici per ammirare il foliage. Fra tanti, una realtà unica in Italia: l’Arboreto, un giardino botanico di 9 ettari, specializzato in alberi e arbusti, al cui interno sono “mimetizzati” un teatro a forma di foglia e una residenza per compagnie teatrali e artisti.

A 50 minuti da Rimini, c’è Mondaino, un borgo con una teatrale piazza semicircolare che i locali chiamano Piazza Padella. Fuori dell’abitato si trova l’Arboreto, laboratorio a cielo aperto, dove l’arte e il teatro si fondono con la natura

Partenza. Prima della porta del centro storico, prendere la strada a sinistra e dopo 1 km si trova l’entrata dell’Arboreto.
All’interno si conservano 6000 piante, suddivise per sentieri (come quello del Silenzio o quello del Nascondiglio): i querceti, la macchia mediterranea, castagni, faggi, lecci, conifere, la sughereta, la collezione dei boschi e piccole foreste. È come fare il giro d’Europa degli alberi. Ingresso gratuito. Tavoli per pic-nic.

Esperienza gastronomica. Tartufo bianco pregiato, Formaggio di Fossa, dall’aroma piccante, stagionato nelle fosse sotterrane (da accompagnare alla piadina), pappardelle al cinghiale sono fra i prodotti più cercati da chi arriva a Mondaino. il brindisi si fa con Trebbiano o Sangiovese e al momento del dessert si versa un bicchierino di vino di Visciole.

Autore

Daniela Camboni

Giornalista e mamma.
Ho preso a scrivere a 6 anni, non mi sono più fermata. Ottimista. Traveller.

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