A Bologna, come in tutte le città, ci sono luoghi più blasonati, citati in tutte le guide, che i turisti non mancano mai di visitare. Le Due Torri, Piazza Maggiore, l’Archiginnasio – per citarne solo alcuni – sono sul radar di ogni viaggiatore approdato in città per la prima volta, conditi da un immancabile piatto di tortellini, tagliatelle e altre specialità tipiche bolognesi.
Questo itinerario è pensato invece per chi la città la conosce già o vuole esplorarla in modo alternativo rispetto ai circuiti tradizionali. Ecco perché tra le 10 tappe segnalate non troveremo la Finestrella di via Piella o il Mercato Quadrilatero, ma piuttosto luoghi del centro storico meno frequentati, che raccontano di una Bologna un po’ diversa dalla narrazione mainstream.
A chi vorrà seguirci consigliamo di accantonare la fretta e portare con sé una buona dose di curiosità: vi aspetta un itinerario a base di opere d’arte antica e contemporanea poco conosciute, musei curiosi, cinema sotterranei e giardini nascosti.
1. MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna

La prima tappa è molto comoda per chi arriva a Bologna in treno, ma è facilmente raggiungibile anche dal centro. Il Museo d’Arte Moderna di Bologna, MAMbo in breve, è una tappa imprescindibile per scoprire il lato artistico della città, in particolare in un periodo di grande fermento artistico e culturale come quello degli anni Sessanta e Settanta.
All’interno troviamo opere d’arte contemporanea che dal secondo dopoguerra arrivano fino ai giorni nostri, un’area adibita alle mostre temporanee e anche il Museo Morandi, dedicato al noto pittore bolognese.
La collezione permanente getta uno sguardo su varie correnti artistiche del recente passato quali l’Arte Povera, la pittura romana degli anni ‘60 e le arti performative in Emilia Romagna. In mostra troviamo ad esempio un’ampia documentazione sulla celebre performance di Marina Abramović e Ulay “Imponderabilia”, avvenuta a Bologna nel 1977. Tra le opere più conosciute ospitate al MAMbo, impossibile non citare “I Funerali di Togliatti” di Renato Guttuso e “Non parto, non resto” di Alighiero Boetti.
Una volta lasciato il museo vi consigliamo una passeggiata nell’adiacente Giardino del Cavaticcio, accessibile da via Azzo Gardino, nato sull’antico porto fluviale di Bologna. Oltre ad ospitare festival ed eventi estivi, il giardino è disseminato di sculture contemporanee realizzate da artisti come Paladino, Pomodoro e Maraniello.
2. Piazzetta Pier Paolo Pasolini

Per la prossima tappa rimaniamo all’interno del distretto definito “Manifattura delle Arti”, un’area che fino al secondo conflitto mondiale era popolata di attività produttive e commerciali, oggi trasformato in un importante polo culturale della città.
Il MAMbo, ad esempio, è stato ricavato all’interno di un antico forno del pane, in attività fino al 1936, mentre la Cineteca di Bologna si divide tra due sedi. Una è nata dal recupero della Manifattura Tabacchi mentre l’altra è in parte ospitata nella sede dell’ex Macello, e si affaccia su Piazzetta Pier Paolo Pasolini. Questo è un luogo dall’atmosfera tranquilla e rilassata, intriso di riferimenti al mondo del cinema, dove poter guardare un film nelle sale del Cinema Lumière, prendere da bere al bar (aperto nella bella stagione) e fare un giro al Mercato Ritrovato, un mercato contadino che offre prodotti del territorio e piatti da degustare direttamente in piazzetta.
3. Opificio delle Acque

Che Bologna sia attraversata da un reticolo di canali, è ormai cosa risaputa: basta sbirciare dalla Finestrella di via Piella (o per evitare le code, dall’affaccio su via Malcontenti) per rendersene conto.
Ma a cosa servissero questi canali, e perché oggi scorrano per la maggior parte sotto terra è tutta un’altra storia. Il modo migliore per scoprirla è visitare l’Opificio delle Acque, un centro documentale e spazio espositivo incentrato proprio sul legame tra la città e i suoi canali, partendo dal XII secolo per arrivare fino ai nostri giorni.
L’edificio scelto per ospitare il centro non poteva che essere legato a doppio filo alle acque di Bologna. Si tratta infatti dell’Opificio della Grada (“grata” in dialetto bolognese), nato alla fine del Seicento per regolare l’ingresso del canale di Reno in città, le cui acque venivano poi utilizzate per le varie attività produttive disseminate nel centro storico.
4. Collezioni Comunali d’Arte

Sembra incredibile, ma molti itinerari turistici tradizionali non contemplano uno dei luoghi più centrali e interessanti della città. Per visitare le Collezioni Comunali d’Arte basta infatti andare in Piazza Maggiore e salire al secondo piano di Palazzo d’Accursio, il Palazzo Comunale di Bologna.
Qui, all’interno delle ex residenze dei Cardinali Legati bolognesi, si apre un mondo composito e ricco di opere d’arte da non perdere, che spaziano dal Medioevo al secolo scorso. Andando in ordine cronologico, potrete ammirare alcune tavole di Vitale da Bologna, iconico pittore trecentesco bolognese, il dipinto “Mercurio consegna a Paride la mela d’oro” di Donato Creti, ma anche “Ruth”, capolavoro di Francesco Hayez. Non tutti sanno poi che le Collezioni Comunali custodiscono persino un’opera di Antonio Canova: al centro della cosiddetta Sala Boschereccia – con affreschi che creano l’illusione di un giardino d’inverno – troneggia la candida statua di Apollino, eseguita dal maestro veneto nel 1797.
Prima di lasciare il museo non dimenticate di entrare nell’impressionante Sala Urbana, realizzata nel 1630, le cui pareti sono letteralmente ricoperte di stemmi dipinti (se ne contano ben 188).
5. Cinema Modernissimo

A pochi passi dalle Collezioni Comunali c’è un luogo un po’ nascosto, che riserva alcune interessanti sorprese. Se diciamo nascosto, è perché si trova proprio al di sotto dei nostri piedi: il Cinema Modernissimo è una sala cinematografica sotterranea che da qualche anno ha riaperto le sue porte alla città. Nata nel lontano 1915, è rimasta un’istituzione fino all’inizio degli anni 2000, quando si decise di chiuderla.
Oggi entrare al Modernissimo è come prendere la macchina del tempo e tornare indietro all’epoca del Liberty: tra motivi geometrici, balaustre in ferro battuto e il velluto rosso delle poltrone, la visione di ogni pellicola è davvero un’esperienza unica.
Se però non siete in vena di un film, o vi manca il tempo, potete sempre apprezzare l’atmosfera retrò del foyer, bere un caffè al bar o visitare una delle mostre temporanee ospitate nelle sale adiacenti al cinema, sotto via Rizzoli.
6. Oratorio di Santa Cecilia

Scendiamo ora lungo via Zamboni per addentrarci nella zona universitaria, sede di un altro tesoro nascosto di Bologna: l’Oratorio di Santa Cecilia. In questo ambiente raccolto, alieno ai rumori esterni, si cela un ciclo pittorico di grande importanza per la storia artistica della città, tanto che alcuni l’hanno definito il più importante del rinascimento bolognese o, in toni più altisonanti, la “Cappella Sistina di Bologna”.
Protetti da un volta a botte ribassata, gli affreschi si dipanano sulle pareti laterali dell’oratorio. Una successione di dieci opere eseguite tra il 1505 e il 1506, che narrano episodi della vita di santa Cecilia e del suo sposo Valeriano. Gli artisti chiamati a realizzare gli affreschi – commissionati da Giovanni II di Bentivoglio, signore di Bologna – furono tra gli altri Francesco Francia, Lorenzo Costa e Amico Aspertini, i più rinomati all’epoca della corte bentivolesca.
7. Giardino del Guasto

A breve distanza dall’Oratorio sorge una collinetta dal nome piuttosto evocativo, che anima il panorama pianeggiante della città. La storia ci racconta che il Guasto sorse agli inizi del Cinquecento, quando il popolo bolognese insorto distrusse il vicino Palazzo Bentivoglio. Dall’accumulo di macerie prese forma un luogo che nel corso del tempo ebbe vari usi, per poi diventare giardino pubblico nel 1974.
Il progetto di Gennaro Filippini prevedeva la realizzazione di un campo gioco sperimentale per bambini con forme e materiali di ispirazione montessoriana. Tutt’oggi l’area giochi domina la collina con animali in cemento, colorati murales e una piccola fontana, e per raggiungerla si attraversa un boschetto con varie specie di arbusti e alberi. Con la bella stagione il Giardino del Guasto ospita anche incontri ed eventi.
8. La Specola

Osservare Bologna dall’alto è una delle attività più amate dai turisti, e anche una delle più facili da fare nella città delle torri medievali. Se al momento la Torre degli Asinelli è inagibile per lavori di manutenzione, non mancano le alternative per chi vuole ammirare lo skyline bolognese.
Una di queste è la Torre della Specola, a cui si accede tramite l’omonimo museo ospitato presso Palazzo Poggi. Un tempo osservatorio astronomico della città, costruita tra il 1712 e il 1726, la torre offre una bella panoramica sul centro storico benché sia alta “solo” 29 metri, contro i quasi 100 della Asinelli.
La salita verso la cima è intervallata da piacevoli soste nelle sale del museo, che ospitano affascinanti strumenti astronomici del passato come gli enormi telescopi in legno, le sfere armillari e le carte topografiche.
Al momento il museo è chiuso per lavori; la sua apertura è prevista nel corso del 2025. Consigliamo di visitare il relativo sito web prima di mettersi in viaggio.
9. Orto Botanico

Siamo quasi al termine del nostro itinerario, ma c’è ancora tempo per una pausa rigenerante nel verde. Fondato nel 1568, l’Orto Botanico è il luogo perfetto per una tranquilla passeggiata tra piante e alberi di varia specie che raccontano la storia di un antico legame: quello tra la città di Bologna e la cultura botanica.
Nel perimetro dell’orto, situato a pochi passi da via Zamboni, si possono visitare le serre tropicali, ammirare la collezione di piante insettivore e succulente, immergersi nei boschetti e osservare i fiori che spuntano tra i giardini e gli stagni. Ma questo è anche un luogo carico di storia, non a caso si tratta del quarto orto più antico d’Italia dopo quelli di Pisa, Padova e Firenze. Ecco allora che al suo interno troviamo anche gli erbari di grandi studiosi bolognesi, come quello appartenuto al fondatore dell’Orto stesso: Ulisse Aldrovandi.
10. Street art in centro

Non si può dire di aver conosciuto veramente Bologna senza aver percorso le sue strade in cerca di murales. Il rapporto della città con la street art è ben radicato e duraturo, e infatti gli esempi si trovano praticamente ovunque.
Le opere sono talmente tante che sarebbe impossibile citarle tutte (le trovate comunque su questa mappa, che abbraccia sia il centro storico che la periferia); ci limitiamo quindi a segnalarne solo alcune, a partire dalla Zona Universitaria. Fucina dell’arte di strada, qui è comparso uno dei primi murali bolognesi: è “500 anni alla conquista dell’America”, realizzato nel 1988 da Luis Gutierrez all’altezza del civico 38.
Un’altra zona particolarmente interessante è quella di via Petroni, conosciuta anche per la vita notturna. In questa stradina acciottolata piena di locali vedrete esempi di street art ad ogni passo: sui muri, certo, ma anche sulle saracinesche dei negozi. Le opere più macroscopiche si trovano però alla fine della via, e si tratta dei topi di Ericailcane e delle figure femminili di Bastardilla.
Non dimenticate poi di fare un salto in Piazza Azzarita per vedere il collage di Levalet, e infine in Largo Caduti del Lavoro per i murales di Lokiss e Rae Martini. A quel punto vi ritroverete nuovamente nei pressi del MAMbo, là dove è iniziato il nostro itinerario, e potrete in breve tempo ritornare in stazione.
Autore

Maria Grazia Masotti
Eterna sognatrice con i piedi per terra. Cresciuta in campagna e amante delle grandi città. È sempre pronta per un viaggio, purché sia sostenibile.
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