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Trekking Emilia-Romagna: 5 sentieri CAI da non perdere

di /// Marzo 28, 2023
Tempo stimato di lettura: 5 minuti

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Da Piacenza a Rimini sono quasi settemila i chilometri di sentieri percorribili, tutti tracciati, che caratterizzano il parco sentieristico dell’Emilia-Romagna.

Si tratta di un enorme patrimonio storico-naturalistico che oggi è possibile conoscere in maniera più approfondita grazie all’incessante attività dei CAI locali (Club Alpini Italiani) e alcune applicazioni tecnologiche di ultima generazione, tra le quali si ricorda l’utile Web App della Rete escursionistica Emilia-Romagna.

Attraversamento Sentiero CAI 607 Monte Cusna
Monte Cusna, Sentiero CAI 607  | Credit: Mauriziogps

Ma quale trekking scegliere tra i tanti sentieri possibili? Quale il più adatto al proprio livello di preparazione fisica, e rispondente al desiderio di scoperta e bellezza che ognuno di noi ha dentro di se?

Per aiutarvi in questa ardua scelta, a simbolo dell’intera rete escursionistica regionale, abbiamo selezionato per voi 5 escursioni CAI in Emilia-Romagna assolutamente da non perdere.

Si tratta di cinque sentieri con vari gradi di difficoltà che siamo sicuri sapranno condurvi con stupore alla scoperta di quella linea di confine naturalistica e climatica rappresentata dall’Appenino Emiliano-Romagnolo.

La Salita sul Monte Cusna

Vista sul Monte Cusna
Vista sul Monte Cusna | Credit: D-VISIONS, via shutterstock

Con i suoi 2121 metri di altezza, il Monte Cusna è la seconda cima più alta dell’Appennino settentrionale e di tutta l’Emilia Romagna.

Spostato più a nord rispetto al crinale principale dell’Appennino Tosco Emiliano, la sua salita risulta molto suggestiva, complice una zona paesaggisticamente naturale e incontaminata (fatta eccezione degli impianti sciistici di Febbio), da cui è possibile spaziare con lo sguardo dal Mar Tirreno fino alla Val Padana.

Siamo qui in una zona climatica davvero eccezionale, il crinale appenninico dell’Emilia-Romagna segna infatti il confine tra il clima e i paesaggi continentali europei e quelli mediterranei.

Per salire sul Monte Cusna si può partire direttamente dal Rifugio Battisti (mt 1761), imboccando il Sentiero CAI 615 fino a incrociare il Sentiero 607.

Risalendo quest’ultimo lungo il crinale del monte, si arriva sotto la vetta del Cusna su cui si staglia la croce “del Gigante” (mt 2120). Nell’ultimo tratto il sentiero si sviluppa su roccette e risulta anche esposto: è consigliabile quindi per escursionisti esperti.

Una variante semplificata è possibile. Grazie al Sentiero 607A si riescono a raggiungere il Percorso 617 e il 619: entrambi conducono sulla vetta in modo più agibile.

I laghi e le torbiere dell'alta Val Parma

Parco dei Cento Laghi (PR)
Parco dei Cento Laghi (PR) | Credit: viviappennino.com

Quattro laghi e alcune torbiere offrono uno spaccato del suggestivo paesaggio di origine glaciale dell’alta Val Parma, territorio che ancora oggi presenta una varietà e un ambiente unico.

I sentieri CAI 719/715/711 vi permetteranno di effettuare un’escursione ad anello intorno al Monte Scala, camminando a una quota media di circa 1.500 metri.

Si può partire direttamente dal parcheggio del Rifugio Lagoni (mt 1341), percorrendo per qualche centinaio di metri la strada forestale fino a incontrare il segnavia del CAI 719 (mt 1332).

Da qui si sale verso il Monte Scala attraversando un paesaggio fatto di campi di piane di mirtilli, torbiere (le uniche a queste latitudini) e antichi terreni da pascolo dissodati. Ci troviamo ad alture utilizzate storicamente dai pastori parmensi e della Garfagnana, di cui si possono ancora osservare le strutture estive e i terreni dissodati.

Per i camminatori più esigenti segnaliamo la suggestiva variante del Monte Matto (sentiero CAI 715A). Con un paio di ore di cammino, lungo il tracciato di una secolare mulattiera di valico, è possibile raggiungere il Passo di Badignana (mt 1.680 metri) e a seguire, attraverso l’Alta Via dei Parchi, la cima del monte.

Siamo in uno di quei territori un tempo frequentati dai pastori di Treschietto sia per raggiungere i verdi pascoli della Val Parma, sia per praticare attività di commercio e contrabbando tra i due versanti appenninici, soprattutto durante il periodo dell’occupazione tedesca.

Un itinerario naturale, culturale e storico insieme, sulle tracce di antichi ghiacciai e vecchi sentieri, alla scoperta di tradizioni e antiche mulattiere perdute.

L'anello di Corno alle Scale

Parco Corno alle Scale (BO)
Parco Corno alle Scale (BO) | Credit: gian1968, via shutterstock

Il Parco del Corno alle Scale rappresenta il parco più elevato della provincia bolognese, oltre a essere anche sede di una delle più rinomate stazione sciistiche dell’Appennino Tosco-Emiliano.

I suoi dolci pendii al confine tra la Toscana e l’Emilia-Romagna rappresentano una situazione ideale per tutti gli sciatori alle prime armi, cosi come per ciaspolatori invernali che vogliono godere di panorami imbiancati senza affrontare quote proibitive.

L’Anello del Corno è una famosa escursione che, partendo dal parcheggio della stazione sciistica, conduce al crinale appenninico attraverso il Sentiero CAI 329.

Da qui i camminatori più esperti possono decidere di intraprendere un tratto dell’Alta Via dei Parchi in direzione del Passo dello Strofinatoio (mt 1847). Attraverso questo itinerario, allungando di qualche ora il cammino, sarà possibile raggiungere la cima del Corno alle Scale (mt 1944), per poi ridiscendere verso valle lungo il Sentiero 129 e il Sentiero 335.

L’Anello del Corno alle Scale è una escursione da una giornata, classificata come medio-facile, anche se richiede una buona preparazione fisica prima di essere affrontata.

L'anello di Monte Mauro

Parco della Vena del Gesso Romagnola, Da Tossignano verso la Riva San Biagio
Parco della Vena del Gesso Romagnola, Da Tossignano verso la Riva San Biagio | Credit: Fiorenzo Rossetti

È uno degli itinerari più completi e affascinanti del Parco della Vena del Gesso Romagnola, e conta una lunghezza di circa 11 km per un tempo di cammino attorno alle sette ore.

Il tratto percorre il crinale gessoso, tra Monte della Volpe e Monte Mauro, lungo il Sentiero CAI 511 e richiede una certa attenzione, soprattutto in caso di pioggia.

Una valida alternativa al Sentiero CAI, è il percorso del Cammino di Sant’Antonio, molto meno impegnativo e ben segnalato.

Per quanto riguarda la strada di ritorno, consigliamo di scendere lungo il Sentiero 513 che, in circa 2h 30, vi riporterà al luogo di partenza.

Data la particolare conformazione del territorio, si richiede di prestare particolare attenzione durante il tragitto per la presenza sul bordo del sentiero di crepacci e grotte non segnalate.

Ci troviamo, infatti, in uno dei territori carsici più importanti a livello territoriale, famoso per la presenza di alcune grotte, fra le più rilevanti e difficili in regione.

Le Sorgenti dell’Arno e il Lago degli Idoli

Parco delle Foreste Casentinesi
Parco delle Foreste Casentinesi | Credit: parcoforestecasentinesi.it

L’itinerario ad anello si addentra in uno degli angoli di natura più suggestivi dell’intera penisola, il Parco delle Foreste Casentinesi, portandovi alla scoperta delle sorgenti del fiume Arno.

Partendo dalla parte superiore dell’abitato di Castagno di Sant’Andrea si attraversa il bosco lungo il sentiero dell’Alta Via dei Parchi, tagliando i numerosi tornanti della strada per la Fonte del Borbotto.

Dalla sorgente si continua a salire nella faggeta cosparsa di massi fino allo stagno della Gorga Nera, proseguendo poi oltre lo spartiacque fino a una pista forestale che porta alla sorgente di Capo d’Arno.

Il tracciato dell’escursione, che ricalca quasi interamente la Tappa 21 dell’Alta Via dei Parchi, continua attraversando il versante meridionale del Monte Falterona fra boschi e acquitrini fino al Lago degli Idoli.

Quest’ultimo è il più importante sito archeologico casentinese (forte l’influsso etrusco) che recenti lavori hanno riportato alle condizioni originarie di specchio d’acqua immerso nel contesto della foresta.

I pascoli di Montelleri conducono nuovamente sul crinale ai piedi della sommità del Monte Falterona, accessibile con una breve deviazione.

Il cammino prosegue sulla cresta cosparsa di radure e di basse macchie di pino mugo fino alla cima del Monte Falco (mt 1658), massima quota dell’Appennino Tosco-Romagnolo e straordinario balcone da cui ammirare il territorio Casentino e la Romagna.

Dalla cima si scende lentamente, incontrando le antenne di un’installazione militare e poi i vasti prati della Burraia, da cui si può riprendere la strada verso Castagno Sant’Andrea.

Autore

Walter Manni

Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web

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