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Trekking Emilia-Romagna: 5 sentieri CAI da non perdere

di /// Marzo 24, 2023
Tempo stimato di lettura: 5 minuti

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Quasi 7000 kilometri di sentiero perfettamente tracciati e agibili in tutte le stagioni, questi in breve i numeri che riassumono il parco sentieristico che da Piacenza a Rimini attraversa dell’Emilia-Romagna.

Un enorme patrimonio storico naturalistico che è possibile oggi conoscere meglio e camminare grazie all’incessante attività dei Club Alpini Italiani locali da una parte, e alle applicazioni tecnologiche dall’altra, come ad esempio l’App che raccoglie tutti i sentieri segnati della Regione Emilia-Romagna.

Verso il rifugio Duca degli Arbuzzi, Lago Scaffaiolo
Verso il rifugio Duca degli Arbuzzi, Lago Scaffaiolo | Foto © trekkingcoltreno.it

Ma tra tanti sentieri presenti e tra più di 6500 kilometri da camminare, quale scegliere? Qual è quello che più si adatta al vostro allenamento e alla vostra curiosità?

Come redazione di Travel Emilia Romagna ci teniamo a che le vostre escursioni siano all’altezza delle aspettative, ecco quindi che abbiamo selezionato 5 escursioni CAI da non perdere in Emilia-Romagna. 5 sentieri di vari gradi e difficoltà a simbolo di una rete escursionistica ampia e che vi condurranno alla scoperta di quella linea di confine naturalistica e climatica che l’Appenino Emiliano-Romagnolo.

Salita sul Monte Cusna

Attraversamento Sentiero CAI 607 Monte Cusna
Attraversamento Sentiero CAI 607 Monte Cusna | Foto © Mauriziogps

Con i suoi 2121 metri di Altezza, il Monte Cusna è la seconda cima più alta dell’Appennino Settentrionale nonché dell’Emilia Romagna.

Spostato più a Nord rispetto al crinale principale dell’Appennino Tosco Emiliano, la sua salita risulta molto suggestiva, complice una zona paesaggisticamente più naturale e incontaminata (ad eccezione degli impianti sciistici di Febbio), da cui è possibile spaziare lo sguardo dal Mar Tirreno fino alla Val Padana.

Siamo qui in una zona climatica davvero eccezionale, il crinale appenninico dell’Emilia-Romagna segna infatti il confine tra il clima ed i paesaggi continentali europei e quelli mediterranei.

Si può iniziare il sentiero per salire sul Monte Cusna direttamente dal Rifugio Battisti dove, voltando a sinistra, si imbocca il sentiero 615 del CAI e lo si percorre fino ad incrociare la partenza del sentiero 607.

Risalendo il tracciato 607 lungo il crinale del monte si arriva sotto la vetta del Cusna su cui si staglia la croce.

Qui l’ultimo tratto del sentiero si svolge su roccette ed è quindi consigliato ad escursionisti esperti, come variante semplificata è possibile svoltare sulla destra sul sentiero 607A fino ad incrociare il percorso 617 e il 619: entrambi questi sentieri conducono sulla vetta in modo più agibile.

Laghi e torbiere dell'alta Val Parma

Parco dei Cento Laghi
Parco dei Cento Laghi | Foto © Viviappennino

Quattro laghi e alcune torbiere offrono uno spaccato del suggestivo paesaggio di origine glaciale dell’alta Val Parma, territorio che ancora oggi presenta una varietà e un ambiente unico.

I sentieri CAI numero 719 – 715 – 711 vi permetteranno di effettuare un’escursione ad anello intorno al Monte Scala, camminando ad una quota media di circa 1500 metri.

Si può partire direttamente dal parcheggio del Rifugio Lagoni (1341 metri), percorrendo per qualche centinaio di metri la strada forestale fino ad incontrare il segnavia del CAI 719 a quota 1332.

Da qui si sale verso il Monte Scala attraversando un paesaggio fatto di mirtilleti, torbiere (le uniche a queste latitudini) e antichi terreni da pascolo dissodati: siamo infatti nelle alture utilizzate dai pastori parmensi e della Garfagnana, di cui si possono ancora osservare le strutture estive e i terreni dissodati.

Per i camminatori più esigenti segnaliamo la suggestiva variante del Monte Matto (sentiero CAI 715A) che con un paio di ore di cammino, sale ripidamente sul tracciato di una secolare mulattiera di valico per raggiungere prima il Passo di Badignana a 1680 metri di altezza e poi, attraverso l’Alta via dei Parchi, la cima del monte.

Siamo qui in uno dei territori un tempo più frequentati dai pastori di Treschietto per raggiungere ogni estate i verdi pascoli della Val Parma, ma anche per commerci e contrabbando tra i due versanti durante l’occupazione tedesca.

Un itinerario naturale, culturale e storico insieme, sulle tracce di antichi ghiacciai e vecchi sentieri dei pastori, alla scoperta di tradizioni ed antiche mulattiere perdute.

Anello del Corno alle Scale

Parco Corno alle Scale, Lizzano in Belvedere
Parco Corno alle Scale, Lizzano in Belvedere | Foto © Durelli Massimo

Il Parco del Corno alle Scale rappresenta il parco più elevato dell’area bolognese ed anche sede di una delle più rinomate stazione sciistiche dell’Appennino Tosco-Emiliano.

I suoi dolci pendii al confine tra Toscana ed Emilia-Romagna rappresentano una situazione ideale per tutti gli sciatori alle prime armi, cosi come per ciaspolatori invernali che vogliono godere di panorami imbiancati senza affrontare quote proibitive.

L’Anello del Corno è una famosa escursione che, partendo dal parcheggio della Stazione Sciistica, vi condurrà sul crinale Appenninico attraverso il sentiero CAI 329.

Da qui i camminatori più esperti potranno prendere il un tratto dell’Alta Via dei Parchi versoio Passo dello Strofinatoio che, allungando di qualche ora il percorso, vi porterà fino alla cima del Corno alle Scale (1944 m) per poi ridiscendere attraverso il sentiero 129 prima per poi prendere il sentiero 335 una volta a Punta Sofia .

L’Anello del Corno alle Scale è una escursione classificata come Medio-Facile, anche se richiede una buona preparazione fisica prima di essere affrontata ed una giornata di cammino.

Anello di Monte Mauro

Parco della Vena del Gesso Romagnola, Da Tossignano verso la Riva San Biagio
Parco della Vena del Gesso Romagnola, Da Tossignano verso la Riva San Biagio | Foto © Fiorenzo Rossetti

È uno degli itinerari più completi e affascinanti del Parco della Vena del Gesso Romagnola, e conta una lunghezza di circa 11 chilometri per un tempo di cammino di circa 7 ore.

Il tratto percorre il crinale gessoso, tra Monte della Volpe e Monte Mauro, lungo il sentiero 511 del CAI e richiede una certa attenzione, soprattutto in caso di pioggia. Siamo infatti in uno dei territori carsici più importanti dell’Emilia-Romagna, famoso per la presenza di alcune fra le grotte più rilevanti e difficili della Regione.

In ogni caso si può raggiungere Monte Mauro affrontando parte del percorso del Cammino di Sant’Antonio che è molto meno impegnativo e ben segnalato.

Per il ritorno invece consigliamo di scendere dal sentiero 513 che, in circa 2.30, vi riporterà al luogo di partenza.

Data la particolare conformazione del territorio, consigliamo di prestare particolare attenzione durante il tragitto per la presenza sul bordo del sentiero di crepacci e grotte non segnalate.

Le Sorgenti dell’Arno e il Lago degli Idoli

Parco delle Foreste Casentinesi
Parco delle Foreste Casentinesi | Foto © Parco delle Foreste Casentinesi

Itinerario che si addentra in uno degli angoli di natura più suggestivi dell’intera penisola, il Parco delle Foreste Casentinesi, portandovi alla scoperta delle sorgenti dell’Arno.

Dalla parte superiore dell’abitato di Castagno di Sant’Andrea si sale nel bosco lungo il sentiero dell’Alta Via dei Parchi che taglia i numerosi tornanti della strada per la Fonte del Borbotto.

Dalla sorgente si continua a salire nella faggeta cosparsa di massi fino allo stagno della Gorga Nera, proseguendo poi oltre lo spartiacque fino ad una pista forestale che porta alla sorgente di Capo d’Arno. Il tracciato dell’escursione, che ricalca quasi interamente la

Tappa 21 dell’Alta Via dei Parchi, continua attraversando il versante meridionale del Monte Falterona fra boschi e acquitrini fino al Lago degli Idoli, importantissimo sito archeologico etrusco che recenti lavori hanno riportato alle condizioni originarie di specchio d’acqua immerso nella foresta.

I pascoli di Montelleri conducono nuovamente sul crinale ai piedi della sommità del Monte Falterona, accessibile con una breve deviazione. Il cammino prosegue invece sulla cresta cosparsa di radure e di basse macchie di pino mugo fino alla cima del Monte Falco (1657 m), massima quota dell’Appennino tosco-romagnolo e straordinario balcone sul Casentino e sulla Romagna.

Dalla cima si scende lentamente, incontrando le antenne di un’installazione militare e poi i vasti prati della Burraia, da cui si può riprendere la strada verso Castagno Sant’Andrea.

Autore

Walter Manni

Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web

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