Solo un occhio molto attento riesce a riconoscere le tracce di questo passato che sembra molto lontano nel tempo, in realtà risale appena agli anni ’70.
Siamo nel parmense, al confine con la provincia di Piacenza: lasciandosi alle spalle Salsomaggiore Terme per raggiungere Pellegrino si deve attraversare il Valico Sant’Antonio, all’ombra del Monte Canate. Da qui, la vista sulla vallata sottostante è mozzafiato: il panorama si estende fino ai confini con la Lombardia e il pendio è coperto da macchie di sempreverdi. Proprio qui, lungo la discesa collinare che taglia la strada attraverso i campi fino alla frazione “Scaccia”, fu costruito, nel 1975, un impianto sciistico unico nel suo genere: sorgeva a meno di 600 metri sul mare. Merito di una serie di inverni con nevicate da record: niente di esagerato, soprattutto considerando l’entità delle precipitazioni nevose del passato, ma due metri di neve a coprire il terreno bastarono a convincere l’ideatore a far impiantare una mini stazione sciistica composta da due linee di skilift.
Dopo pochi mesi dalla sua costruzione, il comprensorio della stazione sciistica salsese, con rifugio e noleggio sci annessi, venne preso in gestione dagli attuali proprietari della Baita, un pub ristorante ancora in funzione.
Gli impianti sciistici ebbero vita breve ma intensa: tra il ’75 e il ’78 queste piste rimasero aperte tutti i giorni per tre mesi all’anno, richiamando anche solo per una sciata al giorno, tutti gli appassionati delle province di Parma e Piacenza. Bastavano pochi minuti di macchina per potersi infilare gli sci (di legno, ovviamente) ai piedi e dedicarsi a una discesa tra la neve fresca, proprio come se fosse una corsa nel parco.
Qui furono organizzate fiaccolate su neve, gare amatoriali dello Sci Club cittadino e addirittura campionati italiani estivi di Sci d’Erba.
Dal 1979 in poi gli impianti furono dismessi a causa delle precipitazioni invernali sempre più sporadiche, e negli anni 2000 smantellati del tutto: oggi rimangono solo i piloni di cemento a testimonianza di quei giorni, oltre alla memoria storica di chi visse la Salsomaggiore in cui si poteva anche sciare.
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Giacomo cominotti
Questi racconti sono dei tesori per la storia dei nostri luoghi e testimoniano il grosso chambiamento climatico in corso. Bravissima Allessandra Pradelli COMPLIMENTI !