Costruito nel 1949 e inaugurato il 7 maggio 1950 con il Gran Premio di Modena riservato a vetture di Formula 2 e vinto da Alberto Ascari, l’Autodromo di Modena fu attivo principalmente negli anni cinquanta e sessanta, venendo utilizzato come aeroporto, circuito per gare di auto e moto, scuola di pilotaggio (Piero Taruffi vi dirigeva i corsi della Scuderia Centro Sud, che aveva la sua sede di fronte all’Aerautodromo) e pista per i collaudi delle case costruttrici della zona ed era ubicato nel centro cittadino, dove attualmente sorge il Parco Enzo Ferrari.
L’impianto sorse sul terreno che correva parallelo alla via Emilia e che già dal 1910 ospitava una pista d’atterraggio per aerei e un attracco per dirigibili.

Aeroautordomo di Modena nella sua configurazione originale – Ph. Comune di Modena via Wikipedia
Sorto includendo al suo interno un aeroporto e nelle vicinanze del centro città e di molte officine automobilistiche, l’Autodromo di Modena era naturalmente soggetto a problemi di affollamento (era pista di test, pista di collaudo Ferrari, Maserati ed era usato dai militari della vicina Caserma del 6° Campale).
Durante la sua attività il Circuito ha ospitato ventidue edizioni del Gran Premio Motociclistico di Modena, solitamente valido per il Campionato Italiano e la Temporada Romagnola. Questo Gran Premio spesso assumeva una notevole rilevanza poiché, disputandosi in marzo, era il primo evento dopo la lunga pausa invernale, attirando l’interesse di Case e piloti e appassionati.
Ben presto però l’Aerautodromo palesò però i primi problemi strutturali sia per quanto riguardava l’affollamento dell’impianto, sia perché la sua costruzione non era funzionale alle vetture da corsa che iniziavano a comparire nella fine degli anni 60.
All’epoca si parlò a lungo della costruzione di una pista più adatta a Marzaglia, nella periferia cittadina ma, dopo lunghe polemiche, il progetto di un nuovo tracciato fu sospeso per lunghi anni.
Fu questo il periodo in cui nacque la leggendaria pista di Fiorano; Enzo Ferrari, rimasto infatti senza un circuito su cui collaudare le proprie vetture, decise di rompere gli indugi e costruire una propria pista di test nelle vicinanze della fabbrica Ferrari.
Negli anni 70 l’Aerautordromo di Modena concluso la propria attività, ma la sua chiusura non riuscì a spegnere l’attitudine tutta modenese a costruire motori e macchine potenti tanto che, nel 2012, fu ripreso il progetto di un impianto a Marzaglia che fu inaugurato insieme al nuovo Museo Casa Enzo Ferrari.
Oggi al posto dell’antico circuito modenese sorge un Parco Pubblico, che però porta ancora i segni di un glorioso passato automobilistico di corse e vetture sportive attraverso il nome con cui è stato inaugurato: stiamo parlando del Parco Enzo Ferrari.