
La cripta della basilica di San Francesco (Ravenna) | Foto © Nicola Strocchi, Archivio Fotografico Comune di Ravenna
RAVENNA, ex capitale dell’Impero Bizantino e nota in tutto il mondo per i suoi mosaici, ha un forte legame con Dante.
Dopo il suo esilio, iniziato nel 1302, il Sommo poeta infatti giunse a Ravenna nel 1318 dopo un lungo e incensante peregrinare che lo aveva portato a trovar rifugio anche a Forlì, Padova, Treviso, Lunigiana, Casentino, Lucca e Verona.
Approdato presso la corte di Guido Novello da Polenta, Dante trascorse gli ultimi anni in tranquillità, tra vita familiare, incarichi di rappresentanza e la stesura del Paradiso, creando anche un cenacolo letterario frequentato oltre che dai figli, da alcuni giovani letterati locali, fino a morirci la notte tra il 13 e 14 settembre del 1321.
Queste le tappe immancabili tra i monumenti danteschi di Ravenna:
- Tomba di Dante: (chiamata affettuosamente dai ravennati la zuccheriera per la sua forma tondeggiante e il suo colore candido), terminata nel 1781 in perfetto stile neoclassico settecentesco, sul cui architrave compare la scritta “Dantis poetae sepulcrum”.
Qui tutti gli anni nell’anniversario della sua morte – 13 settembre – si svolge la Cerimonia dell’Olio: un rito che si ripete come omaggio reso da Firenze all’Esule. Il Comune di Firenze offre l’olio al sepolcro del Poeta, accendendo la lampada votiva che arde ininterrottamente dal 1908, dono anch’essa della città gigliata; - La Basilica di San Francesco: fabbrica culturale e religiosa di grande prestigio nel Trecento, dove si volsero i suoi funerali. Umile e solenne allo stesso tempo regala ai viaggiatori una suggestiva sorpresa: si tratta della cripta che conserva pavimenti mosaicati invasi dall’acqua (siamo sotto il livello del mare), dove nuotano anche alcuni pesci rossi. Qui ogni anno si celebra la commemorazione della sua morte;
- Il Museo Dantesco: all’interno del Centro Dantesco dei Frati Minori, nella suggestiva cornice degli Antichi Chiostri Francescani, inaugurato nel 1921 in occasione della celebrazione del sesto centenario della morte di Dante Alighieri, ha come nucleo tematico l’iconografia dantesca e la ricostruzione delle memorie legate al monumento funerario di Dante (traslazione delle ossa del poeta comprese). Presente inoltre versioni della Commedia in più lingue, al fine di coinvolgere i visitatori di tutte le nazionalità ed età;
- Il Quadrarco di Braccioforte: piccolo cortile fortezza, tra la Tomba di Dante e la Basilica di San Francesco, dove in prossimità del dosso furono conservate le spoglie dantesche durante la Seconda Guerra Mondiale;
- La casa dei Da Polenta: risale al ‘200, appartenuta alla famiglia che ospitò il Poeta;
- La Pineta di Classe (situata a pochi km dalla città): fonte di ispirazione per la selva incantata del Paradiso terrestre che accoglie Dante e Virgilio: dove respirare l’intenso profumo di fiori e di pini e l’aria che dolcemente spira tra le fronde (XXVIII Canto del Purgatorio).
Souvenir da portare a casa: mosaico a tema dantesco
Cartolina da spedire: un selfie con il murales alle spalle dell’artista brasiliano Kobra dedicato al Sommo Poeta
Non bisogna dimenticare infine che Ravenna è assai presente nella Commedia sia attraverso la citazione esatta del toponimo che attraverso evocazioni poetiche, celebre è il nostalgico ricordo di Francesca (figlia di Guido Da Polenta, Signore di Ravenna durante il periodo Rinascimentale, e moglie di Giangiotto Malatesta), la più nota dei tanti personaggi ravennati incontrati nel viaggio dantesco.