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Celti, Etruschi e Romani: tre siti archeologici per scoprire il territorio di Bologna

di /// Giugno 3, 2023
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Conoscere le origini di un territorio come quello dell’Emilia-Romagna ci porta inevitabilmente indietro di qualche secolo, o forse bisognerebbe dire di qualche millennio.

Capita così, che girovagando per il territorio regionale, si incontrino i resti di antichi insediamenti celti ed etruschi, affiancati a siti più recenti di età romana.

Ecco allora tre itinerari per conoscere tre diverse aree archeologiche disseminate nell’area attorno a Bologna: la città etrusca di Kainua a Marzabotto, il parco archeologico di Monte Bibele a Loiano, e la città romana di Claterna a Ozzano dell’Emilia.

Tre differenti luoghi che raccontano storie antiche e affascinanti capaci di trasmettere con i loro resti materiali quel profondo senso di scoperta e viaggio a cui ognuno di noi anela, accompagnati da un pizzico di sana curiosità che alimenta ogni fantasia e desiderio umano.

Gli etruschi e l’antica città di Marzabotto

Tra il VI e il IV secolo a.C. il territorio del comune di Marzabotto ospitò una delle più importanti città-stato dell’Etruria padana: la città di Kainua.

So quello che state pensando: gli Etruschi in Emilia-Romagna? Nella loro espansione verso nuovi territori, questa facies culturale originaria dell’area lazio-toscana giunse anche in Pianura Padana attorno al VII-VI sec. a.C.

Qui fondarono ben dodici città (tra cui Verucchio e Spina), legate da rapporti commerciali e politici con la madrepatria. Fra queste, l’unica oggi interamente visitabile è il centro di Kainua (odierna Marzabotto), in provincia di Bologna.

Camminando lungo i principali assi stradali di questo centro è possibile ammirare parte dell’abitato e dei suoi quartieri, contraddistinti da resti di abitazioni.

Ci sono santuari religiosi importanti, come quelli recentemente scoperti dedicati a Tinia (il sommo dio degli Etruschi, il loro Zeus per intenderci) e Uni, la coppia divina a capo del pantheon etrusco.

Su un pianoro, poco più in là, sorge l’acropoli della città con edifici sacri e altari propiziatori.

Non mancano poi ben due necropoli con sepolture in pietra, sormontate in qualche caso da caratteristici segnacoli a uovo.

A completare il percorso interviene il prestigioso Museo “Pompeo Aria” che, attraverso le sue collezioni materiali, getta luce sulla storia e le vicende di questa antica città.

I Celti e Monte Bibele

Il Parco archeologico di Monte Bibele, nel comune di Loiano, ci racconta una storia differente rispetto a quella di Marzabotto.

Visitare quest’area è un’esperienza unica, capace di unire alla dimensione naturalistica quella storico-archeologica del contesto territoriale in cui il sito si trova.

La visita parte come una passeggiata nei boschi selvaggi che contraddistinguono questo tratto di Appennino, motivo per cui furono scelti anticamente come aree sacre in cui ricercare il contatto con la divinità.

Ma cosa è possibile visitare all’interno del parco? Si ritrovano tracce di insediamenti preistorici che dall’Età del Rame giungono fino a quella del Ferro, ma anche testimonianze evidenti del passaggio di controllo della zona dagli Etruschi a quello dei Celti avvenuto a partire dal 380 a.C.

I resti archeologici coprano una vasta area che comprende il massiccio del Monte Bibele, l’area di Monte Tamburino e Pianella di Monte Savino.

Sul primo sono presenti evidenze archeologiche di epoca preistorica. In particolare è da segnalare una stipe votiva di epoca etrusca, al cui interno sono state rinvenute ben 195 statuette in bronzo.

Un’altra stipe risalente all’età del Ferro si trova, invece, alle pendici del Monte Tamburino, dove si estende una necropoli con moltissime tombe, databile alle fasi dell’insediamento celtico .

Infine, l’area di Pianella di Monte Savino in cui ha sede il villaggio etrusco-celtico con la sua necropoli.

A completare il percorso il Museo Civico Archeologico “Luigi Fantini” di Monterenzio, in sono raccolti materiali provenienti dalle campagne di scavo condotte nell’insediamento di Monte Bibele e della sua necropoli, e che di fatto costituisce una delle più importanti raccolte di materiali celtici in Italia.

Il parco archeologico è raggiungibile imboccando il largo sentiero 803, ed è percorribile sia a piedi sia in bicicletta. Tra cespugli di ginestre e vedute suggestive, si incrocia il sentiero 805 fino al centro servizi di Monte Bibele.

I Romani e la città di Claterna

Città di Claterna (Ozzano dell'Emilia, Bologna)
Ozzano dell’Emilia (Bo), Città di Claterna | Credit: museoclaterna.it

Siamo nel comune di Ozzano dell’Emilia, al confine tra la grande Pianura Padana e il Parco dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa.

Qui, subito fuori Bologna, lungo l’asse stradale dell’antica Via Emilia, c’è una città completamente intatta che dorme sotto i campi da più di 1500 anni.

Il suo nome è Claterna, in origine un piccolo villaggio a vocazione agricola, trasformatosi poi durante il periodo romano in municipio.

Claterna è uno dei pochi centri antichi della regione a non aver avuto continuità abitativa, il che ha garantito una maggiore conservazione delle sue strutture.

Purtroppo il sito archeologico non è liberamente visitabile. È possibile, però, conoscere la sua realtà e la sua storia, visitando il Museo della città di Claterna ad Ozzano.

Da segnalare la possibilità di un trekking spettacolare sui panoramici Calanchi dell’Abbadessa a partire dalla piccola Chiesa di Sant’Andrea.

Imboccando i sentieri 801A e 801B, e poi la sterrata Via del Pilastrino, è possibile raggiungere un punto panoramico da cui godere una vista incantevole che da Monte Bibele ci porta con lo sguardo fino a Corno alle Scale.

Autore

Davide Marino

Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi

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