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A Montebello (Rimini), c’è una rocca da paura!

di /// Marzo 15, 2023
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“… gli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini …”
(Mons belli et Deline, 1620)

Rimini. Entroterra. Su una collina che domina le verdi vallate del fiume Marecchia e del torrente Uso, sorge la Rocca di Montebello di Torriana.

Considerata uno delle fortificazioni più interessanti di tutta la Romagna, dai suoi 436 mt di altezza osserva il territorio circostante dell’Emilia-Romagna e delle Marche.

Aspetto fiero, muso duro, tipico di quelle costruzioni militari di età medievale. Le sue fondamenta affondano nella roccia, immobile.

Denominato Mons Belli (Monte della Guerra), il castello fu protagonista attivo delle vicende storiche che segnarono questo territorio tra il XII e il XV secolo.

Cambiò spesso proprietario inserendosi nelle lotte intestine tra i signori di Rimini (i Malatesta) e il Ducato di Urbino (i Montefeltro). Dopo il Cinquecento, infine, passò nella mani dei Conti Guidi, che da allora ne sono i proprietari.

Montebello di Torriana (RN)
Montebello di Torriana (RN) | Ph. © D-VISIONS, via shutterstock

Al di là del suo indiscutibile fascino storico, questo maniero è balzato alle cronache della storia per un mistero, una scomparsa, ormai divenuta leggendaria.

Siamo agli inizi del XVII secolo. Un parroco, che sta raccogliendo leggende sulla Val Marecchia, riporta in un documento dal titolo “Mons belli et Deline” la vicenda di una certa Guendalina, figlia di Costanza e Ugolinuccio Malatesta, signori di Montebello, sparita misteriosamente in un giorno di inizio estate.

La bambina, la cui età si sarebbe aggirata tra i 5 e 8 anni, non fu mai più ritrovata.

Da allora leggenda vuole che il suo fantasma sia udibile, e in qualche caso visibile, ogni cinque anni tra le sale del castello in cui è rimasta prigioniera.

Ma andiamo con ordine…

La scomparsa di Azzurrina

Stando a quanto scritto dal parroco, sembra che il vero nome della bambina fosse Adelina, o Delina, diminutivi del nome Adele molto in uso in età medievale. Ma si trattava di congetture, visto che fino a quel momento la storia era stata trasmessa solo per via orale.

Il primo vero libro in cui fu riportata la vicenda di Guendalina fu uno scritto da Tommaso Molari degli inizi del 1900 dal titolo “Memorie sul Castello di Montebello di Romagna”. Si trattava di una sorta di raccolta di racconti popolari che circolavano sul borgo di Montebello.

Secondo quanto riportato era il 21 giugno del 1375 quando Guendalina fece perdere le sue tracce all’interno del nevaio della vecchia fortezza, mentre giocava con una palla di stracci.

La piccola era considerata “strana” per i tempi. Sembra fosse nata albina: mostrava un viso diafano, capelli bianchissimi e due enormi occhi azzurri. Questa sua diversità rischiava di isolarla dalla società, facendole rischiare addirittura la morte.

Per proteggerla dai giudizi altrui, i genitori decisero di colorarle i capelli con una tinta a base di erbe, la quale, reagendo al sole e all’aria, produsse in poco tempo riflessi azzurri sulla capigliatura, destando ancor più sospetto negli sguardi altrui.

Preoccupati per la vita della piccola, Costanza e Ugolinuccio Malatesta decisero da quel giorno di tenerla ancor più nascosta, facendola sorvegliare da due guardie, Domenico e Ruggero, che affettuosamente cominciarono a chiamarla “Azzurrina”.

Rinchiusa tra le sale del castello, la piccola trascorse i seguenti anni protetta giorno e notte, finché un giorno improvvisamente scomparve e nessuno seppe più nulla su lei e nemmeno riuscì a ritrovare il corpo.

Da allora in poi ogni cinque anni, il 21 giugno, al solstizio d’estate la voce della bambina echeggia disperata tra le sale del castello, attirando curiosi e ricercatori del paranormale che si ritrovano qui per comprendere l’origine del fenomeno.

Per quanto complesso sia comprendere la verità di questo mistero, è plausibile pensare che la trasmissione orale della leggenda abbia contribuito ad arricchirla di particolari, alcuni dei quali poco veritieri e difficili da dimostrare.

Paranormale e mistero: la voce di Azzurrina

"Ritratto" ufficiale di Azzurrina, disegnato dalla medium Novella Parisini
Montebello di Torriana (RN) | “Ritratto” ufficiale di Azzurrina, disegnato dalla medium Novella Parisini

I primi esperimenti ebbero il via nel 1990. Il castello era stato aperto come museo da appena un anno.

Il 21 giugno tecnici del suono, incuriositi dalla leggenda, si presentarono alle porte del maniero, effettuando registrazioni con apparecchiature di precisione.

In sede di studio si procedette all’ascolto. Ciò che si udì fu qualcosa di mai sentito: tuoni, uno scrosciare violento di pioggia, e poi un strano suono…

A riprova, negli anni seguenti si fecero nuove rilevazioni (nel 1995, nel 2000 e ancora nel 2005), giungendo sempre al medesimo risultato: i nastri registravano la voce di una bambina.

Studiosi e ricercatori del paranormale, sensitivi e pranoterapeuti si recarono al castello per effettuare nuovi esperimenti, destando al contempo l’interesse anche di diverse trasmissioni radio televisive.

Anche il C.I.C.A.P. (Comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze) si interessò a questo mistero. Il 21 giugno del 2010 fece alcune sperimentazioni registrando i presunti fenomeni paranormali, senza registrare, rispetto ai predecessori, alcun riscontro…

Visitare il castello di Montebello

Montebello di Torriana (RN)
Montebello di Torriana (RN) | Ph. © Daniela Condello

Al di là della leggenda di Azzurrina, il castello di Montebello riserva molte sorprese per i tesori e i segreti che vi sono custoditi.

Grazie a una ricca programmazione di visite guidate, sia diurne sia notturne, organizzate nel corso di tutto l’anno, è possibile ammirare tutti gli ambienti del maniero e il mobilio originale che spazia dal 1300 al 1800.

Viene raccontata naturalmente la leggenda di Azzurrina, con dettagli sulle ricerche fatte negli anni e facendo udire anche le registrazioni effettuate. Alcuni sentono il pianto di una bambina, altri una risata, molti dicono di sentirci una voce o una parola; altri, invece, sostengono di non udire nulla.

Nella visita notturna, proposta principalmente a un pubblico più adulto, si affrontano le vicende truci legate al periodo medievale e gli aspetti paranormali che aleggiano sulla rocca, lasciando agli ospiti libera interpretazione e giudizio sull’intera vicenda che mostra comunque un fascino e un alone di mistero.

Autore

Davide Marino

Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi

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