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In moto in Appennino Reggiano tra case a torre e borghi rurali

di /// Aprile 18, 2023
Tempo stimato di lettura: 5 minuti

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Parlami di tER è una rubrica di racconto dell’Emilia-Romagna.
I suoi articoli sono sguardi d’autore scritti da persone che qui sono nate o cresciute, o che sono innamorate di questa bellissima terra con l’anima.

Se anche tu vuoi raccontare la tua Emilia-Romagna, manda un’email a inemiliaromagna@aptservizi.com.


L’Appennino Reggiano è costellato da una miriade di piccoli borghi, spesso caratterizzati dalla presenza di bellissime case a torre.

Le case a torre sono molto diffuse in questo territorio. In ogni borgo, anche piccolissimo, si può trovare questa tipologia di abitazione che, se inizialmente fu appannaggio della nobiltà locale, nei secoli si è diffusa tra medi e piccoli proprietari terrieri.

Le torri avevano una funzione di controllo sui possedimenti e all’ultimo piano accoglieva la colombaia, fonte di sostentamento per le famiglie che vi abitavano. Oggi ovviamente è un elemento decorativo e residenziale, ma talvolta la colombaia è ancora presente.

  Segui il mio itinerario in moto alla scoperta delle case torri dell’Appennino Reggiano

Il percorso si sviluppa lungo le strade dell’Appennino Reggiano attraverso i comuni di Vetto, Casina, Canossa e Carpineti.

Il fondo stradale è per lo più asfaltato, ma può capitare di imbattersi in strade sterrate, seppur per brevi tratti.

Vedriano (Canossa, RE)

Da QUI comincia il mio tour. Il borgo di Vedriano è un agglomerato di origine medievale che si snoda lungo la via principale.

È stato oggetto di recenti interventi di valorizzazione e recupero, e difatti le abitazioni che costeggiano la strada appaiono molto curate.

Accedendo al borgo dal lato superiore, sulla destra, si può notare una porzione di cinta muararia, probabilmente in origine molto più estesa, che circonda un’area cortiliva.

All’interno del cortile si può vedere una bella casa a torre, parzialmente ancora in restauro. L’edificio si può ammirare in tutta la sua bellezza anche dal lato opposto, e appare maestoso.

In moto alla scoperta delle Case a Torre
Canossa (loc.tà Vedriano), In moto alla scoperta delle Case a Torre | Credit: Nadia Giammarco

Sono solo all’inizio, ma sento già che questo mio viaggiare lentamente, assecondando le curve e gustando i panorami, mi porterà in posti fuori dal turismo ordinario. Viaggiare in moto è soprattutto questo. Lascio il territorio canossiano per dirigermi verso Casina.

Monchio di Sarzano (Casina, RE)

La parte antica di questo borgo è la più interessante (si parte da QUI). È qui che sorge una bellissima casa in pietra a corte che comprende ben due torri. L’intero edificio è stato oggetto di un importante intervento di restauro conservativo che lo ha sapientemente valorizzato.

Delle due torri ho potuto ammirarne solamente una, non avendo potuto avere accesso alla proprietà privata, ed è una torre a quattro piani con i cordoli di colombaia.

Annesso al complesso c’è l’oratorio, del XVIII secolo, dedicato alla Madonna della Ghiara. Prima di andare via non posso resistere alla tentazione di uno scatto con l’Ape parcheggiata lungo la via.

  • Case a Torre dell'Appennino Reggiano, ph. Nadia Gianmarco

Croveglia (Casina, RE)

Il borgo di Croveglia sorge arroccato su una rupe e si affaccia a strapiombo verso la valle del Tresinaro (si parte da QUI). Tra le case a torre viste durante questo itinerario, questa è la più particolare.

L’imponenza e la posizione dominante, la fanno apparire più simile a una rocca medievale che ad una semplice residenza. Anche le finestre strette portano la mente alle strutture difensive di quell’epoca infatti, probabilmente, il borgo ha origini matildiche. Le torri invece risalgono al XV secolo.

  • Borgo medievale di Croveglia.
  • Metato a Croveglia.
  • Il gufo sul metato.
  • L’imponente struttura della casa a torre.
  • Borgo medievale di Croveglia.
  • Strada sterrata che conduce a Onfiano.

È bello vedere nei piccoli agglomerati rurali l’impegno e la cura degli abitanti nel valorizzarli. Ogni aiuola, balcone o piccola finestra sono decorati con fiori, antichi arnesi da lavoro e manufatti di legno.

È ora di risalire in sella, saluto il gufo che mi sorveglia dal metato e mi rimetto in moto. Direzione Valcava.

Valcava (Carpineti, RE)

Sono ferma in corrispondenza del Sentiero Matilde, qui si trova una bellissima corte settecentesca (si parte da QUI).

Si accede tramite un arco a tutto sesto, e al suo interno ci sono vari edifici. La casa è attualmente abitata ma mi consentono gentilmente di dare un’occhiata.

Valcava (Carpineti, RE) Case a Torre
Valcava (Carpineti, RE) Case a Torre | Credit: Nadia Giammarco

L’insieme è di notevole impatto. Purtroppo mi è stato chiesto dai proprietari di non pubblicare le foto scattate all’interno, ma la casa a torre e tutta la corte merita assolutamente di essere vista.

Nel bellissimo contesto naturale che accoglie la corte, di fronte ad essa, si trova il piccolo oratorio dedicato a S. Vincenzo Ferrari.

Romagnano (Carpineti, RE)

Romagnano è stato una scoperta (si parte da QUI). Un piccolo abitato totalmente immerso nella natura, che però cela delle vere e proprie chicche.

Le sue origini risalgono al XV – XVII secolo e sui fabbricati del borgo si possono notare delle particolarità ornamentali realizzate in pietra locale, estratta dal vicino monte di Valestra.

È uno di quei posti da assaporare con calma, solo così si potranno cogliere gli elementi decorativi presenti sulle abitazioni. Le pietre in angolo, le finestre, i portali riportano ornamenti con motivi zigrinati e geometrici.

Una casa a torre è proprio nel nucleo centrale, l’architrave della porta d’accesso è ornato da motivi floreali incisi nella pietra.

Al mio arrivo i gatti che dormono sull’erba si stiracchiano e cominciano a giocare nel prato. Un cavallo si affaccia dalla stalla.
Sembra di essere in una cartolina.

  • Casa a Torre a Romagnano, ph. Nadia Gianmarco

Il bello di questi angoli di Appennino è che tutti ti salutano e ti sorridono, e sono pronti a consigliarti i posti da non perdere.

Mi viene indicata la strada per una casa a torre in un borgo vicino, ormai disabitato, raggiungibile solamente dopo un tratto di fuoristrada. Un vero e proprio luogo fantasma. Come resistere?

Nel caso non si disponga di una moto adatta è meglio parcheggiare al termine dell’asfalto, e proseguire a piedi.

Valmezzana (Carpineti, RE)

La vista d’insieme è affascinante (si parte da QUI). Una torre a base quadrata di tre piani, e sopra la colombaia.

Doveva far parte di una corte rurale di notevoli dimensioni. Tra gli arbusti e i rampicanti si intravede anche quello che doveva essere un oratorio e, nei dintorni, altri rustici ormai crollati.

Un borgo rurale ormai in stato di abbandono visitato solamente da qualche escursionista che cammina lungo i sentieri dell’Appennino.

Poiago (Carpineti, RE)

A Poiago trovo una bella casa a torre, ora ristrutturata e adibita a ricovero per anziani (si parte da QUI). È collocata dietro alla palazzina padronale facente parte dell’antico complesso dei Cavalletti.

La torre, a pianta quadrata, risale al XVI secolo. Si sviluppa su tre livelli e, nella parte superiore, ospita la colombaia.

Di particolare pregio il cordone ornamentale sotto alle falde del tetto.

Castellaro (Vetto, RE)

Sono pronta per la mia ultima tappa, stavolta nel territorio di Vetto (si parte da QUI). Casa Castellaro è un edificio imponente con elemento a torre di origine seicentesca.

Nella colombaia della torre è visibile un rosone, e altri elementi decorativi in pietra sono presenti sui portoni di accesso. Una bugna, simbolo di fertilità, e delle pietre angolari con incisioni zigrinate.

Contigua alla Casa a Torre si trova una vasta area cortiliva.

A voi il divertimento di scovare altre Case a Torre in giro per l’Appennino.

Avventurarmi in moto in questa caccia al tesoro mi ha permesso di entrare in contatto con una realtà che ignoravo, fatta di persone desiderose di far conoscere i propri luoghi del cuore ai visitatori.

Sono destinazioni poco pubblicizzate, che spesso non si trovano sulle guide turistiche, è quindi d’obbligo affidarsi al passaparola.

Chiedere informazioni, fare due chiacchiere al bar e lasciarsi guidare dalle indicazioni di chi si incontra durante il viaggio.

Il vero divertimento è tutto qui.

Autore

Nadia Giammarco

Giornalista, fotografa. Amo conoscere mete sempre nuove, per poi condividerle attraverso immagini e parole.
La moto è il mezzo che preferisco: mi godo la strada, i panorami che scorrono, e spesso mi perdo.
nadiagiammarco.it

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