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6 attrazioni culturali da non perdere in Emilia Romagna

di /// Agosto 31, 2021
Tempo stimato di lettura: 3 minuti

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Ci sono così tante cose da fare in Emilia Romagna che non basterebbe una vita per poterle viverle tutte.

Tanti sono i luoghi da scoprire, tante le emozioni da provare, soprattutto se, come me, siete amanti della storia e ricercatori indomiti delle tracce del passato.

Se non avete mai visitato l’Emilia Romagna oppure ci siete già stati e pensate di tornarci, ecco una lista – di certo non completa – di alcune attrazioni culturali da non perdere di vista neanche per un attimo

Ammirare il cielo stellato di Galla Placidia

Mausoleo di Galla Placidia, Ravenna

Mausoleo di Galla Placidia, Ravenna | Foto © isatz, via Wikimedia

Quante stelle può avere il cielo? Milioni, miliardi? Beh, il piccolo Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna ne conta ben 570, tutte dorate e in mosaico, realizzate sullo sfondo di un cielo blu intenso con al centro un enorme croce latina.

Costruito nella prima metà del V secolo d.C. dalla nobile imperatrice Galla Placidia, rappresenta un unicum a livello mondiale.

Si entra al suo interno, pochi alla volta, e in silenzio si osserva le vette che può raggiungere l’ingegno umano quando incontra l’infinito.

Visitare la "Gerusalemme" bolognese

Complesso di Santo Stefano (Bologna)

Complesso di Santo Stefano (Bologna) | Foto © Chiari86, via WikiLoveMonuments

Secondo la tradizione tutto ebbe inizio da Petronio, il Santo Patrono di Bologna. Fu lui che diede il via alla nascita di questo articolato complesso di chiese ed edifici sacri – un tempo erano sette in tutto – che oggi si affacciano sulla centralissima Piazza Santo Stefano, luogo di ritrovo di tanti bolognesi e turisti.

Una storia iniziata nel V secolo d.C. e protrattasi fino ai giorni nostri con aggiunte, restauri, trasformazioni e cambiamenti. Senza alcun dubbio il luogo di maggior suggestione di Bologna, e forse anche con quello con più segreti.

Credenti o meno che siate, fatevi rapire dal suo fascino che ancora oggi riesce a trasmettere a chiunque, umile, varca la sua soglia.

Su un ponte romano di 2000 anni anni fa

Ponte di Tiberio, Rimini | Foto © Framor1981

Ponte di Tiberio, Rimini | Foto © Framor1981

Il grande Imperatore Augusto lo volle, il suo successore Tiberio lo finì. Ci troviamo a Rimini tra il  14 e il 21 d.C., in una delle più rigogliose e importanti colonie romane d’Italia.

L’opera, che doveva celebrare la fastosità del potere imperiale, aveva soprattutto una funzione pratica: garantire un passaggio sicuro sul fiume Marecchia e costituire un punto di raccordo e partenza delle grandi vie consolari, la via Emilia verso Piacenza e la Via Popilia verso Adria.

Sono passati 2000 anni e quel ponte a 5 arcate si trova ancora lì dove fu pensato con i suoi blocchi di pietra d’Istria e l’anima di calcestruzzo.

La geografia attorno è cambiata: il corso del Marecchia si è spostato, la città si è ingrandita e tutto attorno oggi c’è un grande parco ad esaltare quello che Palladio aveva assunto nel Rinascimento a modello nell’intera Europa “il più bello et il più degno di considerazione, sì per la fortezza come per il compartimento”.

Tra le sale di un castello rinascimentale

Castello Estense, Ferrara

Castello Estense, Ferrara | Foto © Vanni Lazzari, via Wikimedia

Ferrara è il suo castello, e il suo castello è Ferrara. C’è un rapporto imprescindibile tra le due, un legame forte, indelebile. Potremmo anche dire, esagerando, che è uno dei migliori branding che la storia ci abbia regalato, un po’ come Roma con il Colosseo o Parigi con la Torre Eiffel.

Imponente maniero medievale edificato per assolvere compiti e funzioni militari, nel Rinascimento divenne punto di riferimento di tutta Europa grazie alla nobile casata degli Este che qui aveva deciso di stabilire il proprio quartier generale.

Sede di mostre, eventi, visite guidate e spettacoli di vario tipo, questo enorme monumento è completamente visitabile durante tutto l’anno.

Nell’arena di un grande teatro

Parma

Teatro Farnese, Parma | Foto © bestofcinqueterre.com

Un teatro fortemente voluto da Ranuccio I, Duca di Parma e Piacenza, per stupire e sorprendere Cosimo II de’ Medici di passaggio a Parma nel 1618.
Un intento, se volete, spropositato ma che ha fatto giungere fino a noi questa monumentale opera posta al primo piano del complesso della Pilotta, il centro culturale e museale di Parma.

Sfumato il viaggio diplomatico, l’inaugurazione del teatro fu posticipata di dieci anni, soltanto nel 1628. L’occasione furono le nozze tra Margherita de’ Medici e il duca Odoardo, che culminarono con la messa in scena di una spettacolare naumachia.

Visto la complessità degli allestimenti scenici e i loro altissimi costi, il teatro – interamente costruito in legno e ricoperto di stucchi – fu utilizzato solo nove volte nella sua storia, per matrimoni ducali o importanti visite di stato, per poi trasformarsi in una grande opera da ammirare.

Tra i castelli del ducato

Castello di Torrechiara, Parma | Foto © Alberto Ghizzi Panizza

Castello di Torrechiara, Parma | Foto © Alberto Ghizzi Panizza

Sono migliaia i visitatori che ogni anno si aggirano tra le bellezze dei castelli del Ducato di Parma e Piacenza, una rete di 14 alloggi charme e 32 rocche, fortezze, manieri affrescati e arredati distribuiti tra le due province di Parma e Piacenza.

Realizzate in diverse epoche, dal Medioevo alla Belle Époque, compongono un articolato scenario fatto d’imponenti costruzioni, rette per secoli da grandi famiglie nobiliari.

Torrecchiara, Vigoleno, Bardi, Colorno, Castell’Arquato sono soltanto alcune della attrazioni storiche e culturali che questo territorio può offrire. A queste si aggiungono i borghi storici, i musei, le escursioni nella natura ma soprattutto le tradizioni enogastronomiche con le antiche cantine, i salumifici, i caseifici, e le botteghe tipiche che rendono queste lande la culla del buona cucina.

Autore

Davide Marino

Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi

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