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Cortili di Piacenza

di /// Gennaio 12, 2024
Tempo stimato di lettura: 2 minuti

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Non si trova quello che si cerca, si cerca quello che si trova. Talvolta molto oltre il desiderio e le aspettative.

Vittorio Sgarbi

Venendo dal nord, la porta d’ingresso dell’Emilia Romagna è la città di Piacenza, da sempre terra di passo come scriveva Leonardo Da Vinci, al confine con ben 3 regioni.

Qualcuno la conosce per l’arte, qui Guercino e Pordenone hanno affrescato due importanti cupole e sempre più spesso ospita mostre interessanti, altri per la ricca offerta enogastronomica (una volta si era soliti dire “roba de Piasensa” per descrivere la prelibatezza di certi piatti, in primis formaggi e salumi), altri la conoscono come la città delle 100 chiese o perché pellegrini interessati alla Via Francigena, altri ancora, infine, si limitano a sapere che è una città della pianura Padana senza mai avere avuto modo di visitarla.

Di questo scrigno di tesori, tutti da scoprire, oggi voglio condividere con te un aspetto meno noto, quello dei tanti cortili che si aprono, al di là dei palazzi signorili del centro storico da cui si intravvedono magnifici giardini e porticati che si svelano solo agli occhi dei turisti più curiosi e avventurieri: colorati, fioriti o di servizio ma sempre protetti da eleganti cancelli.

Si tratta di un retaggio, meno noto di altri, del dominio dei Farnese, che nel XVI secolo imposero alle famiglie nobili di abbandonare i castelli in provincia e di trasferire la la loro residenza in città, trasformando Piacenza in una “città di palazzi”.

Austeri e riservati nelle loro facciate, all’interno nascondono cortili e giardini tutti da ammirare anche se protetti da cancelli in ferro battuto di notevole qualità.

La produzione del ferro battuto è tipica del territorio, visto che in zona si lavora fin dall’antichità: risale infatti all’epoca romana lo sfruttamento delle miniere di ferro in alta val Nure, sfruttate soprattutto dalla fine del 1300, sotto il dominio dei Visconti.

Ancora oggi i cancelli del Palazzo nobile piacentino assolvono alla funzione originale sviluppatasi verso la fine del 1600: quando i portoni in legno restano aperti durante il giorno (quindi non aspettate la sera per andare alla loro ricerca 😉 ) permettono al passante di ammirare la magnificenza degli interni, comprendere l’importanza della famiglia che li ha realizzati e sognare ad occhi aperti…

Aspetto affascinante e poco conosciuto della storia del Ducato dei Farnese che ha regalato alla città il periodo di massimo splendore è una ottima scusa per esplorare il centro storico cittadino alla scoperta di uno dei tanti tesori che custodisce.

Ecco una selezione di quelli in cui mi sono imbattuta nella recente visita a Piacenza.

  • Ph. Opi1010
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Se la cosa ha affascinato anche te, non perdere perdere tempo, sono certa che non te ne pentirai!

Autore

Celestina Paglia

Sangue siculo – abruzzese, nata e cresciuta a Firenze, emiliano romagnola di adozione. Montanara inside da sempre, da poco ha scoperto la sua passione anche per il mare…

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