Se anche voi come me siete assidui frequentatori ed estimatori delle mostre realizzate dal Palazzo dei Diamanti di Ferrara, vi avviso: non avete visto ancora niente!
È attualmente in corso la mostra che celebra il 5° centenario dalla pubblicazione dell’Orlando Furioso, il grande poema epico del ferrarese Ludovico Ariosto, ed io che sono fresca di visita ve la descrivo in 3 aggettivi: sorprendente, commovente, contemporanea.
Sorprendente | Pur essendo un’appassionata d’arte, quella Rinascimentale non è esattamente nelle mie corde: non la conosco a fondo e, di conseguenza, normalmente mi emoziona meno di correnti artistiche che reputo più vicine – sia per epoca storica che per temi trattati – a me e al tempo in cui viviamo. Quindi, prima di varcare la soglia della prima sala, non sapevo bene cosa aspettarmi. E invece? Invece la mostra mi ha profondamente sorpresa, fino a farmi ricredere e affermare con entusiasmo che è la mostra più affascinante mai organizzata da Ferrara Arte. Si tratta di un vero e proprio viaggio con tutti i cinque sensi all’interno del poema, alla scoperta delle opere contemporanee alla stesura dell’Orlando Furioso, che possono avere influenzato e a loro volta essere state influenzate da Ariosto. Un’avvincente esplorazione del Rinascimento Italiano, con opere di Leonardo, Raffaello, Mantegna, Giorgione, Botticelli, Tiziano, per citare solo alcuni tra i più celebri.
Commovente | Trovarsi davanti alla copia meglio conservata della prima edizione stampata dell’Orlando Furioso, a un frammento manoscritto autografo del poema o a una lettera redatta di proprio pugno da Niccolò Machiavelli nella quale si complimenta con Ariosto per la bontà del testo, sono esperienze che non possono non emozionare anche i meno esperti in materia, emozioni che conducono a una commozione e simpatia (nel senso originale del termine) autentiche. Quando poi si scopre che Ariosto, dalla prima stesura a quella definitiva, ha lavorato sul testo per oltre 16 anni, beh, lo si sente ancor più umano e vicino, una sensazione che ci fa intuire come anche ogni grande uomo passato alla Storia per i suoi capolavori abbia patito insicurezze e indecisioni come ognuno di noi.
Contemporanea | Un percorso espositivo raccontato in maniera assolutamente innovativa e coinvolgente dalla voce di Guido Beltramini, curatore della mostra assieme ad Adolfo Tura, grazie all’audioguida compresa nel prezzo di ingresso. L’audioguida si compone di una narrazione unica e non di racconti specifici legati alle singole opere, quindi è la voce stessa del curatore a guidare il visitatore attraverso lo spazio e il tempo, alla scoperta dell’epica di Ariosto. Altro grande elemento di novità è la possibilità di ascoltare e scaricare gratuitamente il racconto completo dell’audioguida dal web: il modo migliore per iniziare a calarsi nelle atmosfere ariostesche ancora prima di visitare il percorso, o per farvi ritorno ogni volta che lo si desidera, a posteriori. Per la prima volta è inoltre disponibile anche un’audioguida pensata esclusivamente per i più piccoli.
Prima di concludere vi ricordo che sono gli ultimi giorni per usufruire del doppio sconto (che -detto tra noi – pare sia l’iniziativa promozionale più conveniente che sarà fatta in tutto il periodo di permanenza della mostra) che permette a tutti i nati o residenti a Ferrara e provincia di accedere con un ospite alla mostra con una riduzione sia sul proprio biglietto (che da intero diventa ridotto, ovvero 11€) sia sul biglietto dell’ospite (che da intero diventa super-ridotto, ovvero 7€).
Vi lascio con gli scatti – e le descrizioni – di alcune delle opere che mi hanno più colpito durante il percorso; perdonate la qualità delle immagini ma sono state scattate da me. Sì, perché la maggior parte delle opere presenti si possono fotografare, quindi se andate a visitare la mostra non dimenticate di scattare qualche foto e condividere le vostre sensazioni sui social con l’hashtag #OrlandoFurioso.
Olifante detto “Corno di Orlando” XI secolo, avorio Tolosa, Musée Paul-Dupuy
La battaglia di Roncisvalle 1475-1500, arazzo in lana e seta Londra, Victoria and Albert Museum L’Orlando Furioso non ha un inizio vero e proprio. Come un moderno sequel, prosegue il racconto di un romanzo cavalleresco pubblicato a Ferrara trent’anni prima: l’Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo. Le ultime pagine dell’Innamorato ci avevano lasciato con Carlo Magno a Parigi assediato dall’esercito saraceno. Il Furioso comincia da lì. Anche i personaggi sono gli stessi e saltano da un poema all’altro.
Lastra di sarcofago con amazzonomachia 220-230 d.C, marmo bianco Brescia, Museo di Santa Giulia
Niccolò Silva Armatura da giostra e da battaglia 1510-15, ferro forgiato, inciso e dorato Parigi, Musée de l’Armée Nell’Orlando Furioso Ariosto intreccia tra loro le storie di vari personaggi raccontandole per segmenti discontinui; il fuoco della narrazione si sposta sui vari protagonisti senza che mai nessuno per troppo tempo resti in primo piano sulla scena. Il lettore segue lo svolgersi delle avventure come se fosse davanti a un’opera polifonica. Solo chi scrive tiene le fila mentre chi legge parecchie volte viene tratto in inganno.
Vincenzo Catena Giuditta con la testa di Oloferne 1525, olio su tavola Venezia, Fondazione Querini Stampalia Coraggio, bellezza e fascino seduttivo accomunano la Giuditta biblica alle donne guerriere del Furioso, in una trama che da Minerva alle bellicose Amazzoni, giunge a Bradamante e Marfisa, abile contaminazione tra leggende medievali, elementi classici e riferimenti al contemporaneo.
Spada detta “di Boabdil” fine del XV secolo, ferro forgiato, inciso e dorato Parigi, Musée de l’Armée
Paolo Uccello San Giorgio e il drago 1440, tempera su tavola Parigi, Musée Jacquemart-André, Institut de France In questa tavola regna un’atmosfera da favola, con le figure stilizzate (la principessa è composta, il cavaliere infilza il drago senza sforzo) e una costruzione spaziale essenziale. In nuce i temi ariosteschi: il cavaliere è senza nimbo ma indossa la croce di paladino cristiano e salva le fanciulle dai mostri.
Piero di Cosimo La liberazione di Andromeda 1510, olio su tavola Firenze, Galleria degli Uffizi Il mito Ovidiano è rievocato nel Furioso dall’episodio della liberazione di Angelica e, più tardi, di Olimpia. In casa Vespucci, a Firenze, Ariosto poté vedere forse non questo ma altri dipinti di Piero di Cosimo. Questo dipinto è particolarmente celebrato da Vasari per originalità di invenzione, regia visiva e dolcezza del paesaggio.
Maestro dei cassoni Campana Teseo e il Minotauro 1510-15, olio su tavola Avignone, Musée du Petit Palais In bilico tra tradizione nordica e gusto italiano, il tema classico è affrontato attraverso le rielaborazioni medievali. L’esito è un dipinto “dal sapore da Tavola Rotonda, per cui Teseo, chiuso nell’armatura moderna, somiglia più a un Orlando o a un Lancillotto che a un eroe greco (Federico Zeri).
Anonimo Portoghese Charta del navicare per le isole novamente trovate in la parte de l’India (detta del Cantino) 1501-02, manoscritto a inchiostro e tempera su pergamena in sei pezzi giuntati Modena, Biblioteca Estense Universitaria Fatta eseguire da Ercole I a Lisbona e portata Ferrara è la prima mappa a registrare le nuove scoperte geografiche. Nel Furioso l’Ariosto evoca il Nuovo Mondo con “i segni imperial nel verde lito eretti” così come qui i vessilli di Castiglia punteggiano le verdissime coste americane.
Ludovico Ariosto Orlando Furioso 22 aprile 1516 Londra, The British Library Prima edizione dell’Orlando Furioso, fatta stampare da Ariosto a proprie spese in 1300 esemplari nel 1516. Si espone il più bell’esemplare al mondo.
Sandro Botticelli e bottega Venere pudica 1485-90, olio su tavola trasferita su tela Torino, Musei Reali, Galleria Sabauda Angelica che fugge è il primo motore del Furioso. Nell’edizione del 1516 è di una bellezza astratta, siderale. Mentre attende d0essere inghiottita dall’orca, il suo corpo è bianco e levigato: Ariosto dice che, nella sua nuda perfezione, se non fosse per le lacrime che le rigano il volto, si potrebbe scambiarla per una statua classica.
Dosso Dossi Melissa 1518, olio su tela Roma, Galleria Borghese La maga Melissa sembra uscire dai versi dell’VIII canto: circondata dal cerchio magico, è intenta ad annullare il sortilegio della malvagia maga Alcina che ha trasformato i cavalieri-amanti in fiori, alberi e animali.
Ludovico Ariosto Frammento manoscritto autografo dell’Orlando furioso Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Manifattura fiamminga su disegno di Bernard van Orley Battaglia di Pavia con la cattura del re di Francia 1528-31, arazzo in lana, seta, argento e oro Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte
Tiziano Vecellio Il baccanale degli Andrii 1522-24, olio su tela Madrid, Museo Nacional del Prado
Michelangelo Buonarroti (copia da) Leda e il cigno 1530, olio su tela Londra, The National Gallery
Autore

Elisa Mazzini
Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.