“Viaggiare è conoscere, e il modo più facile, più diretto, di arrivare a conoscere un paese è praticare la cucina della gente che lo abita. Nei cibi e nella maniera di cucinarli c’è tutto”
Questo è quello che scriveva Mario Soldati (regista e documentarista) quando nei primi anni 50 si apprestava a mettere in pratica il suo “Viaggio eno-gastronomico lungo il fiume Po”, un viaggio alla ricerca delle tradizioni gastronomiche, e quindi anche della cultura, delle popolazioni della Val Padana.
Ed è proprio in questo quadro, in cui il cibo è anche rivelatore degli usi e costumi di una determinata area e popolazione, che è nato “Lo spettacolo della Tavola”, itinerario gastronomico per tappe creato da Semi, il progetto che l’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna ha dedicato ai temi di EXPO Milano 2015 – Nutrire il pianeta. Energia per la Vita.
Nei musei dell’Emilia-Romagna si possono trovare rappresentazioni della “tavola” ampie ed articolate, vista sia come banchetto di corte, in cui il cibo rappresenta anche una posizione sociale privilegiata, che come semplice momento conviviale, riunione famigliare o incontro sociale.
L’itinerario proposto si snoda quindi tra i musei ed i quadri raffiguranti i pasti ed riti sociali dell’antichità in cui approfondire tutti gli elementi riguardanti la produzione e preparazione del cibo, con le sue differenti componenti simboliche, fino ad arrivare al ricevimento di corte, vero e proprio “spettacolo” dell’antichità in cui il cibo eedi prodotti della tavola arrivano a rappresentare la potenza e maestosità del Signore.
Sono circa 14 le tappe complessive di questo tour, da Piacenza a Rimini, attraverso la storia dell’ Emilia Romagna e circa 16 le opere complessive segnalate per comprendere appieno il perché questa Regione sia considerata da tutti una delle zone più ricche d’Italia da un punto di vista gastronomico.
Tra le tappe da vedere troviamo ad esempio la visita delle Cucine della Rocca di Dozza, stanze che conservano tutti gli strumenti delle antiche cucine e che nel 1536 hanno ospitato il “cuoco dei papi”, ovvero quel Bartolomeo Scappi a cui dobbiamo la pubblicazione di uno dei primi trattati di cucina italiani e di corte.
Vi sono poi segnalati gli Arazzi del Collegio Alberoni di Piacenza raffiguranti gli antichi banchetti delle corti europee del cinquecento. In queste opere si possono apprezzare quelle che erano l’atmosfere di un antico ricevimento, con i suoi musicisti, i servitori, gli ospiti intenti a parlare ed assaggiare le pietanze, in quella che potremmo definire una specie di fotografia di una cena del 500.
Se siete appassionati di storia e vi interessano quelli che erano i prodotti del territorio dell’Emilia Romagna del 1700, allora basta passare dalla Galleria Nazionale di Parma, dove sono conservati i dipinti di Felice Boselli tra cui la “Scena di mercato con ortaggi”. Si ritrovano qui rape, sedani, cipolle, zucche, melograni e cavolfiori, insieme a tutti gli altri prodotti principe delle terre emiliane e romagnole del tempo. Un’ottima opportunità per comparare i prodotti DOC del tempo con quelli dei giorni nostri, ma anche un modo per scoprire le abitudini e gli “ingredienti base” delle antiche ricette del luogo.
Potremmo star qui le ore ad elencarvi tutte le opere ed i luoghi da visitare per addentrarsi nel patrimonio gastronomico dell’Emilia Romagna, patrimonio che spesso è diversissimo da città a città a seconda delle loro vicende storiche e politiche. L’unico consiglio che possiamo darvi è di aprire sui vostri desktop il sito di SEMI ed iniziare a comporre voi stessi l’itinerario che più vi interessa… perché, come vi annunciavano all’inizio, i popoli si conoscono anche e sopratutto a tavola, nel modo in cui siedono con gli ospiti, nei prodotti del territorio che usano e nel modo che hanno, artificioso o scarno, di cucinarli e presentarli sul palcoscenico della tavola.
Autore
Walter Manni
Esploratore e Avventuriero: ama navigare gli oceani, scalare le montagne più alte e surfare sulle onde del web