Dici Faenza e dici ceramica. E tra l’altro l’equazione è valida anche al contrario: le ceramiche faentine hanno infatti raggiunto un tale grado di notorietà che, in alcune regioni d’Europa, la parola “Faience” è ancora usata come sinonimo di maiolica.
Ma per capire veramente cosa sta dietro a questo affascinante universo non si può non partire dalle botteghe artigiane che- nel centro storico di Faenza e nei suoi dintorni immediati- tramandano da cinquecento anni questa nobile tradizione. La tramandano e insieme la innovano costantemente: essì, perché perché nel corso dei secoli la maiolica faentina ha conosciuto un’evoluzione costante sia a livello di impieghi che di tecniche produttive, e coloro che la lavorano oggi solo in parte riproducono modelli pre-esistenti, affidandosi per il resto ad una sperimentazione ed un’innovazione incessanti.
Il risultato di questo lavoro pluricentenario è un universo sfaccettato e ricco, dove gli oggetti tradizionali- piatti, vasi, boccali ed albarelli- si mescolano e si integrano con altre espressioni più originali e ardite, tra cui installazioni e creazioni artistiche uniche. Insomma una storia che continua a svilupparsi senza sosta, e che trova testimonianza completa e diretta nei due musei che Faenza dedica alla sua ricchezza più nota. Da un lato il Il Museo Internazionale delle Ceramiche (MIC), fondato nel 1908, che accoglie, nelle proprie ampie e luminosissime sale espositive collezioni artistiche antiche e contemporanee uniche al mondo. Dall’altra il Museo Carlo Zauli, dove si ripropone intatta l’affascinante atmosfera del laboratorio artigianale: atmosfera tipica di un “lavoro antico” che si ritrova, immutata, nelle molte botteghe della città.
Volete saperne di più? Non possiamo che rimandarvi all’ottimo e curato sito Terre di Faenza, che raccoglie un tesoro di informazioni sull’arte ceramica e sulle numerose testimonianze storico artistiche del territorio.
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