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[Parlami di tER] La terra di mezzo: la bassa modenese

di /// Settembre 16, 2021
Tempo stimato di lettura: 3 minuti

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Parlami di tER è una serie di racconti dall’Emilia-Romagna. Sono sguardi d’autore gettati sulla regione da persone che son natie, vivono o semplicemente si sono innamorate di questa singolare, bellissima, terra con l’anima.
Se anche tu vuoi raccontare l’Emilia-Romagna che si vede dalla tua finestra sei benvenuto.
Basta una mail a inemiliaromagna@aptservizi.com o un commento qui sotto!


Esiste una terra di mezzo, avvolta nelle nebbie tra Modena e Mirandola. É nella provincia di Modena, ma quasi nessuno osa avventurarsi così lontano. Specialmente i “cittadini”, che arrivano a fatica nella zona industriale della propria città.

Per arrivare in questo quadrilatero della nebbia, ci si può solo affidare al temibile Canaletto. Un nome così dolce per una strada così pericolosa e tortuosa, perché costruita su quello che una volta era un canale.

Se ne avete il coraggio, potete prendere questa strada statale da Modena e lentamente addentrarvi nei campi di grano, raramente intervallati da piccoli centri abitati nati proprio intorno a quella strada.
Il primo limite da superare una volta lasciata Modena è il passaggio sotto alla TAV, quel mostro di cemento che si staglia nel piatto nulla. Una volta passati sotto ai pilastri che sopportano il passaggio dei treni, siete ufficialmente entrati nella terra di mezzo, di pochissimi metri sopra al livello del mare (si chiama bassa mica per niente).

A sinistra vedrete le lepri che corrono nei campi: guardatele bene perchè è l’unica attrazione del territorio.
Il resto del percorso sarà in mezzo alla nebbia, che non vi farà vedere che state guidando su una stretta strada affiancata da profondi fossati a entrambi i lati. Io dico che questa è una prova: tu nelle mie terre ci arrivi solo se lo vuoi veramente. Tipo Narnia.

E, se lo volete veramente, procedendo nella nebbia scoprirete una terra dove i commercialisti ti parlano in dialetto, i clienti si pagano con pezzi di prosciutto o di parmigiano, e tutti ti conoscono perchè o sei “la figlia di…” o “la morosa di…”.
Un posto dove, quando vai in banca, non ti chiedono la carta d’identità quando devi prelevare, perchè tanto ti conoscono, sei “la fiòla ed…”

Una terra dove, oltre ai gatti e ai cani, i vicini di casa come animali domestici hanno un’oca, un pavone, dei conigli, o due papere, che girano liberi per il giardino. In bici, una volta passati i vigneti e schivato i fagiani che ti attraversano la strada, arrivi anche a vedere le mucche di tuo zio.

Sei nella terra di mezzo, che ti pone davanti all’ardua scelta del liceo. I 25 minuti di corriera (perchè qui si dice corriera, mica bus) è meglio farli per scoprire la misteriosa vita di città (Modena) o per rimanere nei territori famigliari della piccola provincia (Mirandola o Finale)? Che poi in un attimo arriva l’estate e, tra un anno di liceo e l’altro, ti tocca il lavoretto estivo: devi andare a raccogliere le pere.

Ma poi, con quella nebbia lì fuori, dove vuoi andare? Tanto, fuori, c’è solo un bar, da condividere con gli anziani.
C’era un pub, ma è fallito. Quindi rimani in casa.
E siccome lo fanno anche tutti i tuoi amici, trovate un garage comune, e formate la vostra prima band.

Poi la gente si stupisce se la nostra è una terra di musicisti


Francesca Barbieri su twitter è @fraintesa, a volte in tutti i sensi. Ha un blog, fraintesa.it, si occupa di social media da freelance, e ogni tanto torna nella bassa modenese per dire “questa sì, che è nebbia” e parlare in dialetto (non solo col commercialista).

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Questo articolo ha 2 commenti

  • Fraintesa

    a son proppria cunteinta! 🙂 grazie Daniela, mi hai fatto un gran complimento. D’altronde, con tutti quegli anni passati lì in mezzo, ormai mi reputo un’esperta, modestamente!
    respect for San Felice! un saluto da San Prospero

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