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[ParlamiditER] Interno Verde, per scoprire i giardini segreti di Ferrara

di /// Agosto 31, 2021
Tempo stimato di lettura: 4 minuti

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Parlami di tER è una serie di racconti dall’Emilia-Romagna. Sono sguardi d’autore gettati sulla regione da persone che son natie, vivono o semplicemente si sono innamorate di questa singolare, bellissima, terra con l’anima.
Se anche tu vuoi raccontare l’Emilia-Romagna che si vede dalla tua finestra sei benvenuto. Basta una mail a inemiliaromagna@aptservizi.com o un commento qui sotto!




In maggio non c’è meta migliore di un giardino, per i fiori e per la pace, per il vento tra le fronde, specie se lontano dalla confusione della città. Sabato 13 e domenica 14 maggio, dalla mattina alla sera, Interno Verde svelerà cinquanta angoli segreti di Ferrara, solitamente invisibili, rendendoli patrimonio di tutti. Grazie alla gentilezza dei proprietari che accoglieranno visitatori e vicini nelle corti delle loro case, sarà possibile vedere quello che nascondono le facciate imponenti dei palazzi storici, il loro spirito rigoglioso, che niente ha a che fare con il rosso tenue del cotto, o il bianco venato del marmo, o il grigio greve del calcestruzzo.

La protagonista indiscussa sarà l’anima verde di quello che fu il capoluogo estense, la sua trasformazione in secoli di urbanistica, ma soprattutto il suo adattamento alla mano di chi l’ha curata. Sarà quindi possibile leggere e comprendere le tracce che la storia antica e recente ha lasciato su logge, capitelli, vasche per abbeverare i cavalli, sculture, alberi centenari, pozzi artesiani e vecchi nascondigli. Dagli spazi angusti della città medievale ai fasti cortesi del rinascimento, dalla leziosità della moda liberty di fine Ottocento a quella ebraica, vessata dalle leggi razziali, raccontata ne Il romanzo di Ferrara. Se un tempo la città era caratterizzata da vasti giardini curati nel dettaglio, adesso possiamo cogliere piccoli spazi verdeggianti che racchiudono un’esperienza personale o di una famiglia che ci si è dedicata.



La natura si è riparata negli angoli più impensabili, persino a pochi passi dai ciottoli, dal castrum originario. Da via Campo Sabbionario nulla fa presagire la meraviglia che ho incontrato dopo aver varcato l’ingresso e il piccolo salottino. Sono andato a ritroso nel tempo. Il primo giardino, vicino all’abitazione, è un luogo incantato: disegnato all’italiana, con un vialetto definito dalle siepi di bosso, si circonda di grandi cespugli fioriti, biancospini, lillà delle indie, gelsomini che si arrampicano sui muri, alte palme che svettano verso il cielo. A terra un tappeto di viole colorato dai tulipani, dagli iris viola e azzurri. Sulla destra, sotto il tiglio centenario, il terreno si alza a custodire i resti del vecchio rifugio antiaereo, costruito per proteggersi durante la seconda Guerra Mondiale. A sinistra, coperto dal glicine, un antico berceau in ferro battuto, che chissà quante chiacchiere e quanti caffè ha ospitato. Frastornato da tanta bellezza il mio sguardo si è si è perso qualche istante tra le foglie, non riuscendo a intuire subito cosa mi attendesse…

Proseguendo lungo il sentiero centrale mi è bastato lanciare un’occhiata oltre le colonne di pietra che sembrano sigillare l’area: sono in aperta campagna. Niente a che vedere con gli sterminati appezzamenti della coltivazione su scala industriale; è proprio la campagna intima e discreta descritta da Giorgio Bassani, quando la città di provincia conservava ancora stretto il suo legame con la terra e le famiglie provvedevano a sé sfruttando i ritagli di verde interni al quartiere. A sinistra si trova il recinto per le galline e l’orto, dove crescono melanzane, sedano, pomodori, peperoni, cetrioli, radicchio e fragole. Al centro il vecchio pozzo artesiano, circondato da altre due vasche che servono a intiepidire l’acqua per irrigare. E mi trovo ancora dentro le mura. Un altro modo singolare per arrivarci sarebbe salire a bordo della Lupo e guadagnare terra e acqua direttamente da un ramo del Grande Fiume, dal Po di Primaro: la piccola imbarcazione si spingerà ai confini del centro abitato, in mezzo ai campi di morbide spighe, ai frutteti di mele e di pere, per arrivare ai giardini alle spalle e guadagnare un’altra prospettiva.

Gli obiettivi dell’Associazione Ilturco, che ha ideato la manifestazione, sono di sensibilizzare cittadini e turisti al rispetto e alla valorizzazione di questo patrimonio, di trasmettere alla comunità un approccio per interpretare più profondamente il senso dello spazio che si attraversa ogni giorno, senza farci caso, di sollecitare anche nei confronti degli ospiti provenienti da lontano una più completa comprensione del passato e una maggiore consapevolezza della ricchezza presente, che necessita di essere tutelata e promossa.
La seconda edizione di Interno Verde ha assunto un impegno ancora maggiore nei riguardi di Ferrara, sviluppando Giardino Ops, un progetto speciale curato insieme alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Bologna, al Dipartimento di Architettura di Unife e al Comune di Ferrara. Il progetto in questione intende fornire alla città una serie di proposte preliminari, capaci di orientare il futuro sviluppo del Giardino delle Duchesse, luogo di grande rilievo storico e architettonico, purtroppo impoverito da lunghi anni di abbandono. Il restauro di ambienti come questo permetterebbe di restituire loro una funzione, senza trascurare il sedimento di ciò che erano. Tornerebbero ad avere una funzione per la comunità, senza perdere il loro pregio estetico. Il progetto comprende il laboratorio interdisciplinare organizzato a Palazzo Pendaglia sino a domani, il convegno dedicato alle attuali tendenze nel campo del restauro del giardino storico, che si terrà venerdì 12 al Dipartimento di Architettura di Unife, nonché la mostra degli elaborati prodotti dagli iscritti al laboratorio stesso, che potrà essere visitata nel weekend del festival, allestita proprio negli spazi oggetto dello studio.

Per conoscere il programma completo dell’iniziativa e restare aggiornati sugli eventi collaterali si può fare riferimento al sito ilturco.it/interno-verde oppure seguire la pagina Facebook del festival.

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