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Via Emilia: 5 mostre da non perdere a Fotografia Europea 2016

di /// Agosto 31, 2021
Tempo stimato di lettura: 4 minuti

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Dal 6 maggio al 10 luglio a Reggio Emilia torna l’importante festival Fotografia Europea, appuntamento immancabile per tutti gli appassionati di questa forma d’arte che più di ogni altra comunica e interpreta la nostra contemporaneità.
Il festival, ormai punto di riferimento sia a livello nazionale che internazionale, quest’anno è dedicato a “La Via Emilia. Strade, viaggi, confini“, affiancando alle dimensioni italiana ed europea una dimensione propriamente regionale.

Non solo la Via Emilia è un simbolo in grado di raccogliere e valorizzare la complessità di tutta la nostra regione, ma il festival quest’anno esce dalla città e si sviluppa con specifici progetti anche in altre sedi espositive lungo la consolare romana: lo CSAC di Parma, la Collezione Maramotti, l’associazione Linea di Confine a Rubiera (RE) e la Fondazione MAST a Bologna.

Noi di TER, che da sempre sosteniamo Fotografia Europea con le nostre attività, non possiamo che essere ancora più impazienti di scoprire quest’edizione, l’undicesima, che propone una riflessione sul tema della strada, partendo dalla Via Emilia fino alle vie del mondo e ai luoghi di transito e confine della società odierna.

Numerose sono le esposizioni previste in città: oggi vi segnaliamo le 5 da non perdere.

1. Il fulcro del festival è rappresentato dai Chiostri di San Pietro, che ospitano “1986. Esplorazioni sulla Via Emilia“, opera collettiva sul paesaggio ideata da Luigi Ghirri che, assieme a un gruppo di fotografi e scrittori, ha descritto l’Emilia-Romagna di quegli anni, scrivendo un capitolo significativo della fotografia contemporanea.

Esplorazioni

Ora questa mostra a cura di Laura Gasparini raccoglie i materiali di 30 anni fa (con scatti di Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giuseppe Chiaramonte, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White, Manfred Willman) per metterli a confronto con quelli di nuova generazione, grazie alle esposizioni del progetto “2016. Nuove esplorazioni” che presenta le opere di 7 fotografi (5 italiani e 2 europei: Stefano GrazianiAntonio RovaldiAlain BublexSebastian StumpfDavide TranchinaPaolo Ventura e Lorenzo Vitturi) per evidenziare come in questi decenni siano cambiati tanto il mondo, quanto i modi di rappresentarlo nel linguaggio fotografico.

2. Sempre ai Chiostri di San Pietro è allestita la mostra “Exile” che espone le opere di 24 fotografi appartenenti all’agenzia Magnum: immagini di reportage scattate da grandi interpreti del genere, sul tema dell’esilio come strada priva di ritorno, come luogo estraneo alla propria cultura e appartenenza.

Exile

3. A Palazzo Magnani per la prima volta in Italia una duplice mostra rende omaggio con oltre 150 fotografie e 80 riviste a Walker Evans, uno dei più grandi autori del Novecento, che lungo la strade degli USA ha scattato alcune delle sue immagini più famose.
Anonymous” presenterà il lavoro foto-redazionale sviluppato da Evans su numerose riviste americane a partire dal 1929. A differenza di altri colleghi, Evans non lavorava per le riviste solo come fotografo, ma sceglieva lui stessi i temi, scriveva i testi, curava l’impaginazione. Egli fotografava anonimi cittadini in momenti di vita quotidiana, creando immagini dirette della condizione del Paese, con uno stile distaccato ma intenso, prevalentemente in bianco e nero.
Italia“, realizzata appositamente per Fotografia Europea, raccoglie invece 50 scatti tra i più famosi di Evans provenienti da collezioni pubbliche e private nazionali, e mette in luce il rapporto tra il fotografo statunitense e il nostro paese, l’influenza che egli ha esercitato sui grandi maestri delle fotografia italiana (da Ghirri a Basilico, da Guidi a Barbieri) dal punto di vista formale e compositivo, nell’accuratezza dell’immagine e nella ricerca di equilibrio tra documentazione e interpretazione.

Evans

4. Palazzo Da Mosto, recentemente restaurato, è sede espositiva della collettiva “Dalla Via Emilia al mondo” con progetti di Ziad Antar, Paola De Pietri, Gulnara Kasmalieva & Muratbek Djumaliev, Kent Klich, Bettina Lockemann, Maanantai Collective, Michael Najjar, Paolo Pellegrin, Katja Stuke & Oliver Sieber. Nove mostre personali di autori provenienti da diversi Paesi Europei che affrontano attraverso diversi media -dalla fotografia alla videoinstallazione- la tematica del viaggio tanto negli aspetti sociali, quanto in quelli individuali.

5. Lo Spazio Gerra, altro luogo simbolo della città di Reggio Emilia, ospita la mostra “Disco Emilia“, un viaggio nella Terra delle Discoteche nel ventennio compreso tra i primi anni ’70 e la fine degli anni ’80, periodo in cui la Regione ha assistito al sorgere di un vero e proprio distretto del divertimento con oltre 35 sale da ballo nel raggio di 100 km. Il viaggio prende il via dagli scatti di Gabriele Basilico con la sua serie “Dancing in Emilia” per giungere all’attualità con fotografie di Andrea Amadasi, Hyena e Arianna Lerussi, i tre fotografi ai quali è stata commissionata un’indagine dal titolo “Last Night“.

Delle mostre nelle sedi espositive lungo la Via Emilia avremo modo di parlare in futuro, ma a completare il programma delle mostre presenti in città segnaliamo infine che:


Autore

Elisa Mazzini

Web Content Manager per @inEmiliaRomagna e mamma a tempo pieno.

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