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Brisighella: un itinerario tra Natura e Archeologia

di /// Agosto 31, 2021
Tempo stimato di lettura: 4 minuti

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Quando la città comincia a farsi stretta e percepisco che lo stress ha raggiunto livelli allarmanti, l’unico modo per assestare il mio equilibrio psicofisico è quello di lasciarmi andare alle braccia della natura. A volte mi dirigo di fretta e furia verso il mare per godermi la brezza delle sue onde, altre volte invece mi proietto verso l’entroterra e i suoi fantastici panorami collinari.

Vitigni di Romagna | Foto © Consorzio Vini di Romagna

Terre di Romagna | Foto © Consorzio Vini di Romagna

Del resto, il bello di vivere in una terra come la Romagna è proprio questo: aver a disposizione una grande ricchezza di paesaggi a una distanza modesta l’uno dall’altro.

Da tempo, tra le mie mete predilette è entrato con passione un itinerario che, partendo dal piccolo borgo di Brisighella, si dirige all’interno del Parco della Vena del Gesso con tappe che cerco di mantenere e rispettare, pur a volte cambiandone l’ordine.

Tappa 1

La pieve di San Giovanni in Ottavo

Oltrepassato il borgo di Brisighella, lungo la Strada Statale 302 in direzione Toscana, dopo poco più di 1km, trovate sulla sinistra, circondata da vigneti, la piccola Pieve di San Giovanni Battista. Un tempo sorgeva in corrispondenza dell’ottavo miglio della Via Faventina, la strada romana che collegava Faenza a Firenze. Per questo ancora oggi viene ricordata come con il titolo di Pieve in San Giovanni in Ottavo.

Immagine scatta da @ghiandol, via Flickr

La pieve di San Giovanni in Ottavo [Immagine scattata da @ghiandol, via Flickr]

Si tratta di uno dei più importanti monumenti del territorio, nonché una delle chiese romaniche meglio conservate di tutta la Romagna. Un luogo commovente per la semplicità e la bellezza ferma nel tempo, a sua volta racchiusa in un contesto di meraviglia più ampio rappresentato dalla valle del fiume Lamone. Non è un caso infatti che molte coppie di sposi decidano di celebrare il loro matrimonio in questa splendida cornice,

Un’antica vulgata vorrebbe legare l’edificio all’opera della celebre imperatrice Galla Placidia, ma in realtà l’epoca di costruzione – collocata tra l’VIII e il X secolo – sarebbe di molto più tarda, anche se realizzata sui resti di antiche strutture romane. Da visitare “ad libitum”.

Tappa 2

Da Brisighella al parco del Carnè

Dopo la tappa culturale, solitamente il mio itinerario giunge davanti a un bivio: giro lungo o giro corto? Diciamo che dipende tutto da quanto tempo avete a disposizione.
Personalmente, negli ultimi tempi ho prediletto il tour breve ma posso dire che non è stata tutta colpa mia.
Anzi, vi do un consiglio! Cercate di non andare mai a passeggiare con chi dice di amare con trasportata enfasi la natura. Sta mentendo!
L’amore vero non si sbandiera mai. E il risultato sarà soltanto un compagno/a di viaggio noiso e lamentoso.

In realtà il tour lungo non è eccessivamente duro. Si tratta di 5km da percorrere in 1h e 30 minuti circa che collega il borgo di Brisighella al Centro Visite Ca’ Carnè, nel cuore del Parco della Vena del Gesso.

Lasciata la macchina nel piazzale della stazione ferroviaria, solitamente taglio attraverso il parco dedicato al pittore e litografo Giuseppe Ugonia, uno che nella sua vita, pur non avendo lasciato mai il proprio luogo di origine, è riuscito con le sue opere ad arrivare molto lontano fino al British Museum (se avete tempo e voglia vi consiglio una visita al Museo Civico “G.Ugonia”).

Dopo essermi lasciato alle spalle lo storico albergo ristorante Gigiolè, punto verso il centro storico del paese e mi dirigo verso il palazzo del Comune. Qui faccio sempre una puntatina alla meravigliosa Via del Borgo, un’antica strada coperta realizzata nel Medioevo: solo quella vale tutti gli sforzi dell’intera giornata, ve lo assicuro!

La Via del Borgo, nota anche come via degli Asini [Immagine scattata da @yesflyzone, via Instagram]

La Via del Borgo, nota anche come via degli Asini [Immagine scattata da @yesflyzone, via Instagram]

Dallo stupore alla “fatica” il passo è breve: presa la cosiddetta “via della torre”, scalino dopo scalino (non ho mai contato in realtà quanti siano), si arriva dapprima a una terrazza che permette di godere dall’alto la piccola Brisighella, e poco si giunge alla base della Torre dell’Orologio. Da questo luogo il panorama è sorprendente: campiture regolari di coltivi disegnano attorno al borgo un quadro di rara bellezza agreste.

Conclusa la pausa bucolica, generalmente imbocco la via carrozzabile bianca e di buona lena raggiungo la Rocca Manfrediana. Dopo essermi ricongiunto alla strada asfaltata e averla percorsa per circa 50 mt, mi ributto nel verde in direzione del Santuario del Monticino, noto per essere insieme a quello della Torre dell’Orologio e della Rocca, il terzo colle gessoso di Brisighella.

A quel punto non serve altro che affidarsi al sentiero 511, sottoposto alle attività di manutenzione del Club Alpino Italiano (CAI).
Fate attenzione ai segnali bianchi e rossi: seguiteli come fossero i vostri migliori amici. Non vi tradiranno! Vi porteranno nel cuore del parco del Carnè, un’oasi verde di oltre settanta ettari, ricca di fauna e piante secolari, inserita in un paesaggio collinare incastonato tra le creste rocciose della celebre Vena del Gesso, il più lungo e imponente rilievo gessoso in Italia.

Il Parco del Carnè [Immagine scattata da @montanari.paolo, via Instagram]

Il Parco del Carnè [Immagine scattata da @montanari.paolo, via Instagram]

Tappa 3

Rontana: un castello immerso nel bosco

Quando si entra all’interno di un parco naturalistico è cosa buona e giusta cercare di percorrerlo in lungo e largo. E così ho fatto con il parco della Vena del Gesso negli ultimi dieci anni.

Tra i tanti luoghi visitati ce n’è uno in particolare a cui sono molto legato: il monte Rontana. Una piccola altura (484 m s.l.m.), ricoperta da vegetazione, la cui cima può essere facilmente raggiungibile da più fronti: o dall’esterno del parco, seguendo la strada asfaltata (Via Rontana) fino all’indicazione del sentiero CAI 511a o dall’interno, partendo direttamente dal centro visite del Carnè.

Da qualunque parte arriviate, una volta giunti in cima vi consiglio di trattenere le emozioni. Ciò che troverete sarà un vero e proprio scavo archeologico a cielo aperto. Da alcuni anni gli archeologi dell’Università di Bologna stanno riportando alla luce i resti dell’antico Castrum Rontanae, un insediamento medievale fortificato di cui si hanno notizie fin dal X secolo d.C.
Prima che i lavori partissero, erano visibili solo il rudere di un vecchio torrione e una croce monumentale degli inizi del XX secolo. Oggi si possono ammirare i resti di gran parte della rocca, dei quartieri produttivi e di parte del circuito difensivo che un tempo cingeva l’insediamento. Un “accesso” alla Storia aperto a tutti, immerso nella natura e totalmente gratuito.

Gli archeologi all'opera durante lo scavo del castello medievale di Rontana

Gli archeologi all’opera durante lo scavo del castello medievale di Rontana [Immagine tratta dal sito brisighellaospitale.it]


Per avere maggiori informazioni sul parco del Carnè, sulle visite guidate e sulle numerose attività in programma, prendete carta e penna e segnatevi questo numero +39 0546 80628 o, se preferite, scrivete al responsabile del centro ivanofabbri@alice.it

Dimenticavo! Una MAPPA potrebbe esservi sempre utile. Buon itinerario!

Autore

Davide Marino

Nasce come archeologo ma finisce per fare altro. Razionale ma non metodico, lento e appassionato. Un giovane entusiasta dai capelli grigi

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