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HandMadeER | Emanuela e i cappellacci di Ferrara

di /// Febbraio 24, 2023
Tempo stimato di lettura: 2 minuti

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Il nome cappellaccio viene dalla forma del cappello dei contadini, infatti in dialetto ferrarese il cappellaccio in realtà di chiama “caplàz”

 

Nel cuore del centro storico di Ferrara, città del Rinascimento riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, c’è una piccola bottega artigiana di pasta fresca, dove la tradizione familiare è diventata oggi un lavoro pieno di soddisfazioni, soprattutto grazie ai turisti stranieri che si sono appassionati alla cucina italiana.
Oggi pubblichiamo la terza puntata di HandMadeER, la video-rubrica dedicata all’artigianato e ai prodotti fatti a mano in Emilia-Romagna, portandoti a Ferrara per scoprire il lavoro di Emanuela, pastaia per passione.
Una professione un tempo abbandonata ma fortunatamente recuperata in questi ultimi anni, visto che si tratta di un vero e proprio patrimonio culturale.
Scopriremo quindi tutti i segreti dei Cappellacci di Zucca, ieri alla tavola degli estensi e oggi prodotto IGP.

Chi ti ha insegnato a fare la pasta?

Devo dire che tra i ricordi più teneri della mia infanzia c’è quello dei miei genitori che facevano i cappelletti la domenica. Questo della pasta è proprio una cosa della mia famiglia; tra le varie cose in cui io ero coinvolta da bambina a lavorare, mio padre tirava la sfoglia, mia mamma chiudeva i cappelletti, io dovevo mettere la nocciolina di carne sul quadratino, ma era bellissimo perché era un momento di coesione familiare stupendo. 

Cosa facevi prima di fare la pastaia?

Io prima lavoravo come dipendente pubblico, poi a un certo punto ho deciso di fare un cambiamento; se tornassi indietro ancora oggi è una scelta che rifarei assolutamente. 

Qual è l’origine del nome cappellaccio?

Il nome cappellaccio viene dalla forma del cappello dei contadini, infatti in dialetto ferrarese il cappellaccio in realtà di chiama “caplàz”.

Cosa ti ha aiutato all’inizio?

Io quando ho cominciato questo lavoro ho fatto una cosa che mi è piaciuta da morire, e cioè sono andata in diverse paste fresche e ho comprato i cappellacci di tre o quattro paste fresche e poi a casa li ho mangiati uno via l’altro ed erano naturalmente completamente diversi; in alcuni casi diventano proprio delle esperienze gastronomiche, perché si trovano delle differenze dovute proprio al fatto che ciascuno ha la propria ricetta. 

Pasta fatta a mano sì ma con un validissimo aiutante…

Questo è il nostro signore con due spalle così che funge da mattarello; adesso io so che ci sono ancora delle sfogline che effettivamente tirano la pasta con il mattarello ma devo confessarvi, quella è una fatica disumana!
Quella è una parte che chi lo vuole fare a casa lo fa, perché c’è un sacco di gente che se lo fa a casa, ma per un chilo o due di cappellacci è un conto, per decine di chili di pasta diventa una storia…non vi dico a Natale!

Qualche nota di colore, che vuoi raccontare?

E’ venuta una signora tedesca di Monaco che voleva aprire una pasta fresca a Monaco. Bellissimo. E’ stata qua con me tre giorni, alla fine del terzo giorno ha detto ma non ci sono delle macchine che possono fare tutto? Questo lavoro non so se fa per me…

Manuela ha intrapreso la sua carriera di pastaia, dopo anni di lavoro come dipendente, a dimostrazione che le passioni vanno sempre seguite e che come dice Confucio se “scegli il lavoro che ti piace non lavorerai un solo giorno in tutta la tua vita.”
Un lavoro davvero affascinante e soddisfacente dove tradizione e creatività si fondono in un binomio perfetto, producendo ogni giorno sempre prodotti unici di valore.

Per maggiori informazioni potete seguire Emanuela su FB

  • Ph. Fabio Duma
  • Ph. Fabio Duma
  • Ph. Fabio Duma
  • Ph. Fabio Duma
  • Ph. Fabio Duma

Autore

Celestina Paglia

Sangue siculo – abruzzese, nata e cresciuta a Firenze, emiliano romagnola di adozione. Montanara inside da sempre, da poco ha scoperto la sua passione anche per il mare…

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